Piera Bruno (azienda agrituristica Il Pago di Rotondella) e Paolo D’Andrea (azienda agricola Pani e funghi di Acerenza) sono i nuovi presidenti regionali, rispettivamente, di Turismo Verde e la Spesa in campagna. L’elezione è avvenuta al termine dell’assemblea regionale che si è svolta a Bernalda presso la Fattoria Sportiva “Mastrangelo”. Con loro sono stati eletti i nuovi comitati direttivi di entrambe le associazioni che fanno capo alla Cia-Agricoltori Basilicata composticiascuno di undici agricoltori.
Il tema centrale – l’ospitalità rurale in agriturismo e l’acquisto dei prodotti direttamente in azienda – rappresenta un connubio inscindibile per la promozione dell’agriturismo, delle produzioni tipiche e di qualità e con esse dei territori. E’ stata un’occasione per fare il punto del comparto agrituristico lucano che registra 137 strutture ricettive con 2.557 posti letto e circa 800mila giornate-letto l’anno e una permanenza media di 3,1 giorni. A questo patrimonio di ospitalità rurale vanno aggiunti i punti di ristoro (una sessantina) che ampliano l’offerta del turismo in campagna. Numeri importanti per costruire la rete degli agriturismi e per intensificare i progetti avviati con la spesa in campagna che non solo conviene ai consumatori perché si risparmia ma perché garantisce genuinità e tipicità dei prodotti. Con in aggiunta – ha sottolineato D’Andrea – il valore per così dire didattico della vendita diretta, che consente di far dialogare direttamente il consumatore con il produttore.Si tratta – ha aggiunto – di un progetto molto importante già avviato in Basilicata da qualche tempo con l’adesione di una trentina di aziende, in gran parte agrituristiche e sul quale puntiamo con la massima decisione. Al momento la spesa in campagna non ha certo i numeri della grande distribuzione, né dei negozi e dei mercati. Crediamo, però, che se si porta avanti un’iniziativa seria e responsabile, questo tipo di vendita diretta può arrivare a coprire il 4-5 per cento dell’intero mercato.
D’altra parte, una filiera lunga comporta una spesa maggiore per i consumatori. Oggi i prezzi dei prodotti, nel loro viaggio dal campo alla tavola, subiscono, proprio a causa dei troppi passaggi e dei troppi intermediari e dei costi di trasporto, aumenti considerevoli.
E questo si riflette in maniera negativa per le tasche dei consumatori che per acquistare anche prodotti di prima necessità sono costretti a fronteggiare continui e insostenibili rincari.
Anche l’offerta agrituristica – ha detto Piera Bruno – è cresciuta in qualità, specie con l’ingresso in azienda di giovani imprenditrici e per poter continuare ad innovare, vogliamo partire dai prodotti della tradizione e dalla consapevolezza che le ormai note qualità, tipicità e valori che li contraddistinguono vanno salvaguardate, conservate e organizzate con adeguate forme di tutela, per combattere le sempre più frequenti contraffazioni del “made in italy” agroalimentare, e farne, dunque, strumento di innovazione e di sviluppo economico per imprese e comunità locali. L’agricoltura è certamente il settore sul quale puntare per garantire occasioni di sviluppo e coesione. In quest’ottica è importante potenziare il legame fra territorio, consuetudini alimentari e tradizioni enogastronomiche: tutto ciò offre identità e sviluppo alle comunità locali. Sono necessarie, quindi, iniziative che promuovono la vendita diretta dei prodotti dell’azienda agricola, le “strade enogastronomiche” collegate ai prodotti tipici ed ai vini di qualità, la valorizzazione turistica attraverso le tipicità agroalimentari, i Musei del cibo e della tradizione contadina, una ristorazione che richiami le ricette e i prodotti locali, anche nelle mense pubbliche, l’ospitalità turistica alberghiera per la valorizzazione delle tradizioni alimentari locali.
Mag 21