Nicola Campanile fiduciario dell’Associazione pensionati ex Banca di Roma oggi UniCredit in una nota espone la battaglia che sta portando avanti l’associazione per tutelare la pensione integrativa, ridotta nel tempo di oltre il 70%. Di seguito la nota integrale.
Associazione nazionale pensionati Banca di Roma
Le pensioni integrative pagate dal Fondo Pensioni Unicredit ai circa 20.000 Pensionati ex Banca di Roma che negli anni di servizio tanti contributi hanno pagato per assicurarsi una vecchiaia serena sono state ridotte, nel corso degli anni, del 70%
La triste storia del Fondo Pensioni Banca di Roma è legata a quella della Banca, che nel 2007 entrava a far parte del Gruppo Unicredit; con la fusione tra Unicredit e Capitalia, iniziava pertanto il processo di integrazione del Fondo nel Fondo Pensione del Personale delle Aziende del Gruppo Unicredit conclusosi con l’incorporazione del 1° gennaio 2021.
Nel corso degli anni la situazione del Fondo è andata peggiorando, nonostante i molteplici accordi ed i diversi impegni alla valorizzazione e dismissione del patrimonio immobiliare.
Il Fondo Pensioni ex BdR è stato purtroppo protagonista di operazioni finanziarie non rispondenti alle esigenze di prudente gestione che normalmente si associano allo scopo di garantire una rendita sicura agli associati. Tra le principali annoveriamo:
a) l’acquisto nel 2008 di obbligazioni della banca statunitense Lehman Brothers, poco tempo prima del suo fallimento, avvenuto a settembre 2008;
b) l’operazione di Investimento nel 2015 nel Fondo Immobiliare Idea Fimit Sviluppo – Comparto 1. Nel bilancio 2018 l’investimento in detto Fondo immobiliare viene svalutato a 0,476/mil. dal precedente valore 2017 di 11,099 mil., con una minusvalenza quindi di 10.622.938,10 euro, alla quale corrisponderebbe una perdita reale non nota;
c) l’acquisto nel corso del 2015 di strumenti finanziari derivati, con conseguente applicazione da parte della COVIP di sanzioni amministrative;
d) la concentrazione degli investimenti immobiliari sostanzialmente in un unico complesso immobiliare, quello di viale Tupini in Roma, con evidente spregio del principio di diversificazione e riduzione del rischio.
L’attuale situazione del Fondo è tale per cui ad oggi ha “assunto un rilievo particolarmente significativo la dinamica di costante e progressiva riduzione che continua a caratterizzare le prestazioni” pensionistiche erogate dal Fondo stesso, con “risalenti … problemi finanziari e di liquidità”, tanto che le pensioni sono state tagliate del 70% ed ulteriori tagli ci si aspettano.
Dispiace che una Banca come Unicredit che custodisce ed intermedia il risparmio dei suoi clienti e che colloca prodotti finanziari volti a investire e accrescere tale risparmio non sia riuscita negli anni a tutelare le pensioni dei suoi ex dipendenti.
L’Associazione Nazionale Pensionati Banca di Roma deve, e soprattutto vuole, tutelare i Pensionati che negli anni tanto hanno contribuito alla crescita della Banca e tanto denaro hanno versato al Fondo come forma di risparmio per assicurarsi una serena vecchiaia. Sta pertanto facendo tutti i passi possibili e necessari per richiamare alle proprie responsabilità tutte le parti coinvolte nel dissesto del Fondo.
A tal fine sta adottando le seguenti misure:
Invio alla Covip istanza di accesso agli atti ai sensi della L. n. 241/1990;
Invio al CdA del Fondo ed alle sue Fonti Istitutive ed ai Ministeri Vigilanti di comunicazione della predetta istanza di accesso agli atti che espliciti l’intenzione dell’Associazione e degli Iscritti di partecipare attivamente alle decisioni da assumersi nella riforma ed eventualmente nella liquidazione della Sezione ex BdR del Fondo. Verranno sottolineate le accertate responsabilità gestorie di tutte le parti coinvolte nel dissesto del Fondo ex BdR chiedendo, tra l’altro, la disponibilità di UniCredit a supportare finanziariamente il Fondo.
Invio, in caso di diniego o di mancato favorevole riscontro a stretto giro, di un esposto alle competenti Procure.
Le suddette iniziative perseguono lo scopo di ottenere l’apertura di negoziati istituzionali con le Fonti Istitutive del Fondo, con la Autorità di vigilanza Covip e con i Ministeri vigilanti.
Con riserva, in caso di diniego, di tutelare gli interessi dei Pensionati ex BdR nelle opportune sedi.