L’ufficio Lavoro della Regione Basilicata passa dalla Formazione alle Attività Produttive.
Il trasferimento del Dipartimento di competenza è stato deciso dalla Giunta regionale, al fine di garantire maggiore sincronia tra le politiche regionali per lo sviluppo industriale e quelle di tutela e rilancio dell’occupazione.
Tra i compiti dell’ufficio del Lavoro rientrano le attività finalizzate all’inserimento o al reinserimento lavorativo con azioni mirate per soggetti svantaggiati, con disabilità e a rischio di esclusione sociale. Sono di competenza dell’ufficio interventi di aiuti all’occupazione, auto impiego, creazione di impresa e sostegno all’imprenditorialità, apprendistato e tirocini formativi, nonché ammortizzatori sociali in deroga e strumenti di gestione delle crisi aziendali.
Ufficio Lavoro alle Attività produttive, dichiarazione di Viti
“La decisione assunta dal Governo regionale di inserire le competenze del lavoro nell’area delle attività produttive risponde a una esigenza da me prospettata tempo addietro soprattutto per favorire la più incisiva integrazione fra le politiche di sviluppo e le attività di reinserimento e di sostegno mediante gli ammortizzatori sociali dei lavoratori inoccupati e disoccupati nonché di quelli espulsi dai processi produttivi”. Lo dichiara l’assessore regionale alla Formazione e Lavoro Vincenzo Viti
“Non è un caso – afferma l’assessore – che per scelta deliberata sia stato svolto sin dall’inizio dell’esperienze del secondo Governo De Filippo un lavoro congiunto tra i due Dipartimenti nell’obiettivo di rendere sinergiche le azioni finalizzate allo sviluppo, le politiche attive del lavoro e le scelte di formazione professionale e di adeguamento del sistema scolastico alle nuove sfide dell’istruzione tecnica e scientifica. Per queste ragioni – sottolinea l’assessore – ho salutato con favore l’approvazione nella 4^ Commissione Consiliare e l’imminente approdo in Consiglio Regionale del progetto che riordina la filiera dell’istruzione adeguandola alle nuove sfide di una cultura da mettere in rete, da modernizzare e da collegare alle risorse del territorio e alle vocazioni delle comunità civili della regione.
Si tratta perciò – conclude Viti – di una operazione non solo pensata ma voluta che aiuterà a superare incomprensioni e disagi consentendo la cooperazione fra dipartimenti quant’anche la promozione di un lavoro comune soprattutto nella definizione del piano pluriennale del lavoro che dovrà sintonizzarsi prestissimo con le proposte che verranno dai sindacati e dal mondo imprenditoriale”.