Ugl Matera su danni agricoli nel Metapontino.
“All’Assessore alle Politiche Agricole e Forestali della Regione Basilicata Dr. Luca Braia l’Ugl chiede che venga concessa massima attenzione ai tanti titolari di aziende agricole che hanno subito nella giornata del 24 c.u. danni ingenti per effetto dell’ennesima violenta grandinata. La Regione supporti questi lavoratori, non li faccia sentire abbandonati a se stessi verificando immediatamente l’entità dei danni subiti da tutte le imprese agricole del Metapontino eseguendo, con rapidità, una serie di sopralluoghi”.
Lo chiede il responsabile dell’Ugl provinciale di Matera, Pino Giordano per il quale, “come già enunciato dal Consigliere Regionale Pdl-Fi Paolo Castelluccio, rimarchiamo la scarsa considerazione del settore agricolo da parte del governo Renzi che ha totalmente cancellato il sud dalla propria agenda politica: la regione Basilicata dovrà necessariamente rendere e reperire fondi regionali da destinare a tali evenienze, imponendo con tutti i mezzi e controlli, alla necessità di effettuare in fretta tali sopralluoghi. Ciò – prosegue il sindacalista – al fine di accedere con tutti i presupposti al Fondo di solidarietà nazionale per le imprese agricole. In particolare la Regione dovrà verificare che siano state danneggiate produzioni non assicurabili ed intervenire anche su queste aziende prima che si definisca la morte certa e totale dell’azienda. Per l’Ugl materana, massima dev’essere l’attenzione anche verso questa ennesima avversità del 24 giugno considerato che sono coinvolte realtà imprenditoriali già alle prese con gravi crisi di mercato. Solo dagli esiti di tali urgenti sopralluoghi si potrà avere precisa contezza dei danni e della possibilità di attivare la procedura nazionale – conclude Giordano –, l’effettuazione dei sopralluoghi e successiva liquidazione dei danni per l’Ugl rappresenta un preciso dovere istituzionale, al quale bisogna dar rapidamente corso”.
Castelluccio (Forza Italia) su grandinata nel Metapontino: rafforzare protezione assicurativa
I titolari delle aziende agricole che hanno subito nella giornata del 24, in alcune aree del metapontino, danni ingenti per effetto dell’ennesima violenta grandinata della primavera-estate (appena iniziata) 2015, devono sapere che, secondo i dati circolati con il decreto agricoltura approvato alla Camera, mentre per gli indennizzi la quota comunitaria del Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA) è presente, a mancare è la compartecipazione nazionale: dei circa 218 milioni di euro necessari al rimborso degli agricoltori, l’Italia ha messo a disposizione poco più di 93 milioni, appena sufficienti per coprire il 27% della spesa ammessa a contributo e non il 65%, come del resto disposto dalla normativa comunitaria. Pertanto è di magra consolazione sapere che il decreto a firma del Ministro Martina aumenta la dotazione del fondo di solidarietà nazionale fino a 21 milioni di euro, da destinare alle imprese colpite da eventi alluvionali, nonché infezioni di organismi nocivi ai vegetali, con priorità per i danni legati alla diffusione della Xylella fastidiosa, oltre al cinipide del castagno e della flavescenza dorata negli anni 2013, 2014 e 2015 se poi gli agricoltori sono scoraggiati ad investire nella gestione del rischio agricolo. A meno che i titolari delle aziende non siano in grado di sobbarcarsi da soli i costi delle polizze assicurative. In occasione di Expo 2015 il ruolo del mondo assicurativo nella gestione dei rischi connessi alla sicurezza e alla garanzia della qualità del cibo è tornato di attualità a partire da una migliore conoscenza dei rischi principali che oggi corrono le imprese del settore agricolo e agroalimentare. Tra questi, la vulnerabilità del sistema alimentare globale rispetto a shock improvvisi, come eventi climatici catastrofici o pandemie vegetali, situazioni che possono essere aggravate dal cambiamento climatico in atto. Un tema spesso poco valutato: benché un disastro ambientale potrebbe avere ripercussioni devastanti sulle imprese e la sicurezza alimentare continua a essere poco considerata nel mondo economico/assicurativo. A conferma di questo, i modelli utilizzati dagli assicuratori per valutare la loro solvibilità in caso di eventi catastrofici si sono sempre focalizzati esclusivamente sugli impatti diretti e sulle immediate perdite finanziarie. Un approccio che deve invece essere superato con l’obiettivo di identificare i rischi e i possibili impatti per le assicurazioni in materia di sicurezza alimentare. Una possibile soluzione proposta dal mercato assicurativo permette di tutelare il patrimonio degli assicurati da eventi naturali, definendo una soglia – il parametro – superata la quale scatta la copertura. Tale soglia può essere espressa, per esempio, in mm di pioggia, quantità di grandine/minuto, percentuale di umidità, giorni di siccità e così via. Il beneficio dell’assicurato sta nel fatto che, verificato il superamento del parametro, l’indennizzo è praticamente immediato, accorciando notevolmente i tempi di risarcimento di una copertura tradizionale. Resta comunque il problema costi delle polizze, oggi insopportabili per i costi già insopportabili aziendali, da avviare a soluzione non solo a livello nazionale con il decreto agricoltura che passa al Senato dove auspichiamo alcune modifiche ma anche a livello regionale con il nuovo Psr 2014-2020 per rafforzare la rete assicurativa nelle aziende agricole lucane. Quanto all’adattamento del territorio ai cambiamenti climatici dopo la definitiva approvazione della strategia nazionale di adattamento, occorre passare dalle parole ai fatti con politiche di rafforzamento della resilienza dei territori rispetto ai fenomeni meteorologici estremi, di messa in sicurezza delle aziende, contrade rurali, comuni dagli impatti e i danni che sempre più spesso si determinano, di manutenzione del territorio e di riduzione del rischio, di valorizzazione del ruolo dell’agricoltura. In questa direzione, attraverso la chiave dell’adattamento, deve realizzarsi subito la revisione dei progetti contro il dissesto idrogeologico.