“Importante accordo siglato al M.I.S.E.E. dove viene chiusa, positivamente, una lunga trattativa che raggiunge importanti obiettivi”. E’ quanto si apprende dalla segreteria Nazionale della Ugl Costruzioni la quale evidenzia che, “si è salvaguardato il “Made in Italy” evitando la delocalizzazione e riportando in Italia le lavorazioni dalla Romania. Dei 1726 lavoratori in esubero strutturale richiesti da Natuzzi, 220 di essi saranno ricollocati nello stabilimento di Matera Jesce 2, recuperando questo sito e riducendo pertanto gli esuberi a 1506; entro novembre sarà scritta la parola fine sullo stabilimento di Ginosa, le attività produttive saranno spostate a Jesce Santeramo, tranne il taglio spostato a Laterza; invece, entro aprile 2014, il sito della Martella di Matera sarà chiuso, il magazzino spostato a Santeramo e Jesce Matera. In poche parole – prosegue la nota -, l’Ugl sostiene che alla città dei Sassi non rimarrà nulla e, non è vero che il lavoro della Romania servirà a far ripartire il sito lucano. Il 99% degli spostamenti sono per rinforzare solo la Puglia e non la Basilicata. La Cigs richiesta è per un anno a partire dal 16 ottobre 2013 e riguarderà ben 2000 lavoratori. La mobilità richiesta a luglio ha valore solo se le istituzioni supportino il piano di riorganizzazione. Con l’accordo si favorisce, inoltre, una mobilità incentivata con un esborso da parte dell’azienda Natuzzi di circa trentamila euro lordi a lavoratore. Si è pertanto privilegiato, – conclude la segreteria nazionale della Ugl costruzioni -, un accordo propositivo, attivo e il nostro impegno sarà quello di vigilare affinché venga attuato nei tempi e nei modi concordati al Ministero dello Sviluppo Economico”.
Ott 12
Ennesima beffa per i materani.
direi ennesima beffa dei sindacati ai danni dei lavoratori,infatti con il loro consenso e solo con il loro visto che la stragrande maggioranza dei dipendenti era contraria regaleranno alla suddetta azienda 100 milioni di euro per sbattere fuori 1726 dipendenti entro il 2018 se non credete me leggete l’ accordo firmato ieri e vi renderete conto
non capisco perchè un imprenditore dovrebbe rimanere in italia per spendere 4 volte di più per un dipendente rispetto ad un operaio rumeno.
intanto il made in italy, e a tal propopsito anche ikea vuole solo divani targati made in italy poi a Natuzzi i dipendenti sono costati sempre poco vista la gran quantità di danari che ha ricevuto da circa trent’anni a questa parte
il made in romania lasciato 2 gg su territorio italiano diventa made in italy.
paga di un operaio rumeno 300 euro.
C’è tanto di made in italy fatto da cinesi a Matera
il costo della vita in italia è 10 volte più alto della romania infatti un rumeno con il suo stipendio vive noi sopravviviamo