Rimettere in primo piano politiche mirate allo sviluppo del Mezzogiorno che passano necessariamente per un efficientamento ed un aumento della spesa per investimenti pubblici sia nazionali sia europei. Tutti gli indicatori socio-economici confermano che la forbice tra Mezzogiorno e resto del Paese si è ampliata. Un punto di frattura sempre più lacerante sul piano sociale e civile che riguarda tutto il Paese e che trova, però, in Basilicata un “terreno di positiva esplorazione del futuro”. Su queste motivazioni Cgil, Cisl, Uil hanno voluto oggi a Reggio Calabria la manifestazione nazionale per il Sud (“Ripartiamo dal Sud per unire il Paese”). Nel Mezzogiorno – sostiene il segretario generale della Uil Carmine Vaccaro che ha guidato la delegazione della Uil lucana – servono politiche economiche concrete di medio periodo valide per tutto il territorio nazionale che vedano, al loro interno, una declinazione specifica e una maggiore intensità di aiuti e di risorse da destinare al Sud. Per la UIL la priorità è il lavoro senza il quale non si può contrastare nessun tipo di povertà e ribadiamo la necessità di non disperdere l’esperienza maturata con il REI che ha visto il coinvolgimento, sia a livello centrale che territoriale, di molteplici attori (Regioni, Comuni, Parti sociali, Terzo settore, Alleanza contro la povertà e associazioni), innescando quel meccanismo virtuoso e necessario per affrontare la povertà in maniera multidimensionale.In chiave di rilancio dell’occupazione e dello sviluppo in Basilicata, all’interno di un processo di rilancio del Sud, il disegno di un nuovo modello di sviluppo, tutto lucano e coerente con il patrimonio della regione, è quel che la società locale chiede con vigore crescente e che, al contrario fatica a trovare risposte. Non è un caso allora se Matera 2019 sia un po’ simbolo e un po’ stimolo del ragionare in questa direzione. Un’occasione straordinaria di visibilità internazionale, di ricavi nel breve e investimenti nel medio e lungo periodo, di lavoro fianco a fianco dei tanti attori sociali e politici che operano in regione. E’, soprattutto, un’occasione straordinaria di scompaginamento della visione tradizionale e consolidata dell’economia e dei sistemi produttivi. Insistiamo – dice Vaccaro – per la proiezione internazionale della Basilicata: la presenza degli stabilimenti Jeep a Melfi è l’espressione concreta di una chiave globale dello sviluppo e di una chiave sociale del lavoro del tutto nuova rispetto al passato. Come ne sono portatori di significato gli hub per l’innovazione dell’Università e delle grandi imprese multinazionali. Serve allora, ancora di più, una condivisione tra gli attori dello sviluppo e serve una coesione finanziaria di alto profilo, capace di innervare e sostenere i processi industriali e la nuova imprenditoria. Intendiamo perciò rilanciare la proposta della costituzione di un fondo sovrano per la gestione e la valorizzazione delle risorse naturali, in primo luogo del petrolio.
Con il recente Rapporto 2019 che abbiamo presentato con il Cssel e il prof. De Rita del Censis abbiamo sottolineato, come in occasione del primo confronto con il Governatore Bardi, che la Basilicata è in qualche modo un laboratorio per il modello di sviluppo italiano. Per questo – conclude il segretario della Uil – è necessario avere maggiore attenzione a quelle politiche economiche e sociali che a diversi livelli sono necessarie per affrontare il nuovo modello di sviluppo e a ricomporre alcune delle fratture che la crisi ha prodotto. Tutto questo però in una logica di “discontinuità”, di distacco dal passato. Da Reggio in continuità con gli esecutivi nazionali Cgil, Cisl, Uil del 6-7 maggio scorsi a Matera riparte il Sud con il messaggio ai Governi nazionale e regionale innanzitutto per contrastare le profonde diseguaglianze sociali, economiche e territoriali che attraversano l’Italia.
Giu 22