Uil Fpl: “Amministrazione regionale immobile, personale demotivato, professionalità interne dimenticate” Di seguito la nota integrale.
E’ preoccupante la situazione di immobilismo in cui versa l’amministrazione regionale. Dirigenti ridotti al lumicino, personale completamente demotivato, riassegnazione PO ferma. Della riorganizzazione degli uffici nemmeno l’ombra, malgrado un anno fa fu presentata ai sindacati una seppur timida proposta su cui demmo un cauto ma speranzoso giudizio positivo.Ci eravamo illusi.
In un contesto sociale ed economico complicato e difficile, che chiama tutti ad uno scatto di reni risulta incomprensibile questa situazione di stallo.
La politica è completamente assente, il governo regionale impercettibile su questi temi.
Si galleggia, finchè c’è un po’ d’acqua, in attesa di non si sa cosa, di quale evento taumaturgico.
In questo vuoto sembrerebbe fuori luogo parlare di governance territoriale, ridefinizione di ruoli e funzioni tra regione ed enti territoriali, chi fa cosa, chi programma e chi ha compiti prettamente gestionali. Almeno ci si adoperi per un minimo di riorganizzazione degli uffici e dei dipartimenti. Come si fa a parlare di smart working senza un’idea di organizzazione del lavoro e dei lavoratori?
In presenza di una riduzione significativa dei dirigenti, con tanti uffici assegnati ad interim, con comitati di direzione che non riescono a programmare e gestire il lavoro, la UIL FPL ha chiesto e ribadisce ancora una volta che occorre valorizzare le professionalità e competenze presenti nell’amministrazione, responsabilizzare maggiormente le PO attraverso il riconoscimento di ruoli e funzioni.
Abbiamo proposto di istituire, in ogni dipartimento, un comitato tecnico formato da PO rappresentative dei diversi settori, che affianchi il comitato di direzione; non sfugge il compito oneroso dei dirigenti, largamente insufficienti numericamente e che spesso non hanno le conoscenze tecniche delle materie.
In ogni ufficio, soprattutto laddove c’è l’interim, bisognerebbe che le PO si coordinino meglio e ad una di esse si assegni una funzione finalizzata a sostenere i compiti dirigenziali.
Serve una visione più aperta e meno autoreferenziale dei vertici amministrativi regionali, che porti ad una collaborazione più funzionale e ad una migliore utilizzazione del personale non disgiunte da una maggiore responsabilizzazione.
E’ ora che i dirigenti generali, il governo regionale e la politica, ciascuno per il proprio ruolo, escano dal torpore. Continuare così non si va da nessuna parte.
Ott 02