Uil Giovani Basilicata: “Solo con il lavoro in Basilicata si potrà garantire un nuovo sistema di ripresa”. Di seguito la nota integrale.
Nell’ incontro tra le rappresentanze giovanili delle parti sociali e il Presidente Bardi per discutere del piano strategico regionale la UIL Giovani di Basilicata ha posto all’attenzione l’allarme sociale della fuga dei giovani dalla Basilicata, per motivi di studio o lavoro, e, più in generale, quella del mancato protagonismo giovanile nel mercato del lavoro lucano, a partire dall’assunto che per fermare l’esodo dei giovani lucani è necessaria la creazione di nuove opportunità di lavoro.
È necessario – è stato sottolineato – un piano strategico della formazione che sia in armonia con i bisogni dei grandi player che operano in Basilicata e con le vocazioni del territorio. Per Eurostat la Basilicata è agli ultimi posti nelle classifiche internazionali per laureati con un tasso di occupazione del 38,3% a fronte di una media italiana del 63% ed europea dell’85%.
Dunque, in un mercato del lavoro che è in continua evoluzione e richiede competenze sempre più specialistiche, diventa determinante disegnare per tempo, in stretta collaborazione con il mondo imprenditoriale, i profili richiesti e operare per costruirli.
Per la UIL Giovani occorre da subito che la Regione provveda a riconfigurare la strategia degli ITS (Istituti Tecnici Superiori) con Stellantis (automotive), Ferrero e Barilla (agroindustria) o SmartPaper e Indra nei servizi avanzati. Gli ITS, con un’occupazione dei suoi studenti pari all’83%, rappresentano un’opportunità importante poiché mettono in connessione le politiche d’istruzione, formazioni e lavoro con le politiche industriali. Il sistema degli ITS, sen ben articolato, riserverebbe grandi opportunità per il rilancio economico, in termini di nuova e più qualificata occupazione, nonché per la capacità di sviluppare competenze in grado di adattarsi velocemente ai bisogni formativi emergenti del nostro tessuto produttivo.
Altro dato allarmante è il numero dei NEET (giovani che non studiano, non lavorano e non sono impegnati in corso di formazione) che in regione permane sulle 36mila unità con un’incidenza maggiore del genere femminile. Inoltre, nel contingente aumentano di mille unità i giovani NEET nella fascia d’età compresa tra i 15 e i 24 anni. Significa che diventano NEET con immediatezza fasce cospicue di neo-diplomati. Un meccanismo confermato anche da uno studio della Fondazione Agnelli, Osservatorio Eduscopio: si rileva che dei 7.271 diplomati lucani triennio 2014-2017 negli istituti tecnico-professionali meno della metà entra nel mondo del lavoro nei due anni successivi al diploma e solo il 30,1% risulta con esperienza lavorativa di sei mesi. L’incidenza dei giovani NEET in Basilicata è del 26,3%, di cui 6mila sono laureati.
È evidente dai dati che è di grande importanza rilanciare il tema delle politiche attive e di quelle giovanili in via prioritaria. Con misure di assoluta urgenza per costruire un blocco di policies del mercato del lavoro, anche attraverso il rilancio di una visione ‘a rete’ di ricerca attiva delle opportunità di lavoro (Cpi, datori di lavoro, consulenti, terzo settore, poli formativi e scuole, Comuni, strutture socio-sanitarie etc); il rilancio dell’offerta formativa legata alle esigenze effettive delle imprese, abbandonando la logica “a catalogo” e favorendo forme nuove di PCTO secondo una vera programmazione degli interventi; un progetto ‘talenti’ assegnando doti di ricerca a giovani lucani con strutture universitarie anche estere, con la cura ed allestimento di ‘sistemi-ambienti’ di incubatori e Centri di trasferimento tecnologico alle imprese.
Tra PNRR e fondi UE abbiamo ora a disposizione ingenti risorse e ciò costituisce una grande opportunità per fare della Basilicata un laboratorio di rigenerazione territoriale in cui sperimentare nuove forme di organizzazione sociale e produttiva, concretizzando un modello di sviluppo sostenibile, così come suggerito dal patto del Lavoro di CGIL, CISL e UIL.
La UIL giovani ha ribadito con forza che solo con il lavoro in Basilicata si potrà garantire un nuovo sistema di ripresa.