Nei primi sei mesi dell’anno (Gennaio – Giugno) una coppia con almeno un minore a carico ha perso 1.240,8 euro di potere d’acquisto, compensati solo in parte dai Bonus varati dal Governo. In particolare, con l’indennità dei 200 euro e i Bonus Luce e Gas, la perdita sul semestre si riduce, ma rimane sempre rilevante, pari a 505,94 euro. Ben il 41% del potere d’acquisto perso non viene recuperato. E’ quanto rileva uno studio UIL – Servizio Fisco, Previdenza e Welfare. Lo studio è stato condotto in riferimento al reddito medio per alcune “famiglie tipo” secondo i dati dell’analisi ISTAT.
“Gli effetti della crisi – commenta il segretario regionale della Uil Vincenzo Tortorelli – sono ancora più pesanti per le famiglie lucane e del Sud in genere oltre che per la nota condizione di povertà relativa che coinvolge in Basilicata quattro famiglie su dieci. E tenuto conto che come previsto da tutti gli organismi nazionali ed internazionali, l’impatto dell’inflazione è destinato a perdurare, per la Uil, è necessario sostenere i redditi da lavoro dipendente e da pensione con interventi strutturali. È necessario abbassare le tasse per i lavoratori dipendenti e i pensionati, rinnovare i contratti collettivi e detassare gli aumenti contrattuali. Questi interventi sono necessari a sostenere i consumi e la domanda interna, evitando che la nostra economia torni in recessione.
Per la Uil gli interventi di sostegno al reddito che il governo ha approvato negli ultimi mesi sono stati una “boccata di ossigeno” per molte famiglie, ma non sono sufficienti nel medio-lungo periodo a tutelare i lavoratori dipendenti e i pensionati dalla perdita di potere d’acquisto derivante dall’aumento dell’inflazione.
L’indice generale dei prezzi racchiude una molteplicità di componenti, che in termini marginali vanno ad impattare in modo differenziato su classi reddituali diverse. La letteratura riporta che sono proprio le famiglie appartenenti alle fasce reddituali più basse a destinare la quota più consistente delle proprie risorse ai consumi di base.
Va presa consapevolezza dunque che questo aumento inflazionistico non è temporaneo, ma si prospetta un orizzonte di almeno medio termine, secondo le stime di vari organismi e osservatori internazionali. La guerra in Ucraina è un fattore, il più incisivo, che si aggiunge al blocco della catena logistica in Asia e alla ripresa dalla pandemia, i cui effetti sono tutt’ora in pieno corso. Si prevede che il blocco alle esportazioni di grano dalla Russia e dall’Ucraina rischi di scatenare una crisi alimentare. Si teme quindi che il II semestre 2022 possa presentare dinamiche addirittura peggiori.
Secondo Tortorelli “questa situazione accresce l’impegno del sindacato da subito schierato in un territorio antico e nuovo: quello della difesa sociale, capace di farsi carico della drammatica e inattesa nuova condizione della gente e delle comunità. Una difesa civile della salute e poi della produzione, delle fabbriche, delle scuole e degli ospedali. Siamo stati, e vogliamo essere, un presidio di certezze per aiutare le persone. La necessità frequente di intervenire con misure temporanee segue una logica da “rattoppo” e sottintende fragilità da sanare alle fondamenta. Sono necessarie politiche strutturali.