Le ore di cassa integrazione erogate in Basilicata nel 2019 sono più che raddoppiate passando da 4,6 milioni del 2018 a 9,7 milioni dell’anno appena concluso. E’ il dato del dodicesimo ed ultimo rapporto della Uil sulla cig a conclusione del 2019 diffuso dal Servizio Lavoro, Coesione e Territorio della Uil nazionale.
L’incremento annuo ammonta a 108,8 per cento in più collocando la Basilicata al secondo posto (subito dopo il Molise) nella graduatoria per regioni; le ore di cig sono quasi completamente concentrate in provincia di Potenza (8,9 milioni) con un incremento che in questo territorio raggiunge il 142,9 per cento; in provincia di Matera sono 821 mila e si registra un decremento annuo del 17,6 per cento in meno. E’ soprattutto la cig straordinaria a registrare l’aumento maggiore con 7,9 milioni di ore (193,2% in più) seguita dalla cig ordinaria con 1,8 milioni di ore facendo segnare un decremento del 7,3 per cento. I posti di lavoro salvaguardati con gli strumenti degli ammortizzatori sociali nella nostra regione sono stati 4.797 (3.902 in attuazione della cig straordinaria e 893 con la cig ordinaria), 2.500 in più del 2018.
“Secondo una tendenza che è nazionale – commenta il segretario generale regionale della Uil Vincenzo Tortorelli – il peso più forte lo ha giocato la massiccia richiesta di cassa integrazione straordinaria che, complessivamente nel Paese ha toccato il tetto record di 153 milioni di ore richieste nell’anno, ma un incremento medio del 31,2%, molto lontano dal nostro da cui deriva un segnale di persistente difficoltà di molte aziende non solo grandi. I dati ci informano anche che il 2019 ha visto affacciarsi, purtroppo, nuove aziende in crisi e che l’85,1% delle ore autorizzate nell’anno, sono state assorbite dall’industria, seguita dall’edilizia, dall’artigianato e dal commercio (14 milioni di ore). Tra i principali settori produttivi, solo l’industria ha registrato un aumento nazionale rispetto al 2018 del 32,5%”.
L’ufficio nazionale della Uil nel rapporto ha condotto anche una simulazione della retribuzione media annua netta “persa” dalle lavoratrici e lavoratori posti in cassa integrazione a zero ore nel 2019, prendendo a riferimento le retribuzioni medie annue di operai ed impiegati, mettendole a confronto con i sussidi erogati e le ore di cassa integrazione autorizzate. In valori assoluti, le buste paga delle lavoratrici e dei lavoratori in cassa integrazione a zero ore, si sono “alleggerite” nel 2019, di oltre 301 milioni di euro che corrispondono a 2.365 euro medi netti annui pro-capite (il 14,4% della retribuzione totale). In particolare, le operaie e gli operai hanno perso, complessivamente e mediamente, 2.2.44 euro netti pro capite (il 16,2% del totale della retribuzione), mentre le impiegate e gli impiegati hanno perso, mediamente, 2.754 euro medi l’anno pro-capite (il 13,8% del totale).
Di qui la sollecitazione: la rivalutazione dovrebbe essere ancorata agli aumenti contrattuali e non soltanto al tasso di inflazione annua che, come noto, negli ultimi anni ha registrato indici prossimi allo “zero”.
Feb 03