La disabilità e l’invalidità sono oggi le sfide prioritarie per la Uil Pensionati e per il “sistema Uil” (a partire dal Patronato ITAL-UIL) di protezione sociale dei cittadini. Sfide che si possono e si devono vincere con la più completa ed efficace attuazione del Piano Sociale Regionale purtroppo arenato da tempo in tavoli tecnici. E’ quanto sostiene il segretario reginale della Uil Pensionati Vincenzo Tortorelli sottolineando che la nostra popolazione è fatta sempre più da persone anziane perché c’è stato un innalzamento dell’aspettativa di vita. Si vive di più e tutti, chi più chi meno, possono arrivare a sperimentare una condizione di disabilità. Oltre il 30 per cento della popolazione italiana vive questo fenomeno sulla propria pelle ma per risolverlo c’è bisogno di politiche più inclusive. Basterebbe rendere operativa la legge numero 68 del 1999 sull’inserimento lavorativo delle persone disabili per dare dignità a questi soggetti. Un altro problema è il taglio, da parte di molte amministrazioni comunali, di fondi alle cooperative sociali che provvedono all’assistenza domiciliare. Non si può lasciare il peso dell’assistenza soltanto sulle famiglie, a meno che non si faccia una legge che riconosca il lavoro familiare di assistenza alle persone disabili come un lavoro a tutti gli effetti”.
Tortorelli evidenzia che nel Manifesto “Basilicata 2020” Cgil, Cisl, Uil hanno voluto un capitolo specifico denominato “Lavoro è comunità” contenente una serie di proposte concrete a tutela delle categorie sociali più deboli: Riqualificare e monitorare il reticolo dei servizi semi-residenziali, come i centri diurni socio riabilitativi, per persone con grave disabilità; rafforzare ed innovare la rete di offerta dei servizi sociosanitari e dei servizi territoriali, con la mobilitazione integrata dei servizi ospedalieri di base e di livello comunale, secondo un nuovo piano sociosanitario; Istituire, in via sperimentale, un fondo regionale per la sanità integrativa per l’erogazione di prestazioni extra LEA; Costruire un sistema di protezione sociale tra il lavoro, la famiglia e la realtà locale, sostenendo con una dote di servizio e/o finanziaria i percorsi di impiego, reinserimento, studio e formazione, aiuto familiare e scambio di utilità civica per cui chi è soccorso restituisce in debito sociale, secondo progetti civici; Incentivare l’assistenza domiciliare di tipo socio-assistenziale, rivolta a persone con ridotta autonomia o a rischio emarginazione, che richiedono interventi di cura e igiene; Rafforzare la rete dei servizi territoriali con la mobilitazione integrata dei servizi ospedale e di base.
Il Monitoraggio sul primo semestre di applicazione del nuovo Isee realizzato dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali su un campione di dati pari a circa il 2% della popolazione Isee complessiva (circa 49 mila Dichiarazioni sostitutive uniche) – si legge nella nota – registra che una grande parte delle famiglie con un componente disabile trae vantaggio dall’applicazione delle nuove regole per il calcolo dell’Isee, un’altra però, sia pure meno consistente, ci perde.
Tra i primi ci sono i valori Isee più bassi, tra i secondi quelli con redditi oltre i 30 mila euro. L’introduzione delle nuove regole ha azzerato o ridotto in modo sostanziale l’Isee per una consistente quota della popolazione disabile: gli Isee nulli passano da quasi il 9% a oltre il 20% della popolazione, con un incremento di quasi due volte e mezzo, inoltre con le nuove regole si concentra sotto i 3 mila euro circa il 38% dei nuclei con persona con disabilità (erano il 28% con le vecchie regole). Viceversa, per la parte più “ricca” della popolazione avviene il contrario: oltre i 30 mila euro di Isee (dove oggi si concentra il 5,5% della popolazione) la quota di nuclei di persone con disabilità o non autosufficienti è due punti e mezzo più alta con le nuove regole rispetto a quelle vecchie (con le quali sarebbe stata del 2,9%). Tenuto conto che in Basilicata siamo vicini ad una media del 10% di “copertura” della popolazione da dichiarazione Isee, è necessario un approfondimento per capire come è possibile accrescere le azioni di tutela sociale.
“Ho riscontrato da circa due anni a questa parte – dichiara il segretario Uil Pensionati – un notevole aumento delle persone che si vogliono vedere riconosciuto il proprio stato di invalido civile o handicap e si rivolgono a noi per capire quali sono i loro diritti e le procedure da seguire”. “La democrazia si misura anche dalla capacità di essere vicini ai più deboli. Abbiamo dato avvio alla fase partecipativa del piano sociale regionale. Un piano che fa una ricognizione seria delle difficoltà ma anche degli strumenti che potremo mettere a disposizione. C’è un capitolo particolare che pone attenzione alla disabilità e alle situazioni di disagio sociale. Chiusa questa parentesi inizieremo subito con il piano sanitario per la ricostruzione della rete ospedaliera ma soprattutto dovremo mettere in campo la sfida per l’assistenza sanitaria territoriale che può dare risposte a tanti problemi”. “Collaborare tra enti pubblici, imprese, associazioni, familiari e terzo settore può essere la significa provare a risolvere i problemi. La nostra mission è lavorare nella comunità per dare risposte alle persone che vivono la disabilità cercando anche di operare per la loro inclusione sociale. È quello che quotidianamente facciamo e se lo facciamo insieme è sicuramente possibile ottenere risultati”.
Gen 27