La sicurezza a scuola per la Uil Scuola è sempre una priorità. Tanto più che il 73% (media nazionale) di personale vaccinato non può bastarci. Lo sostiene una nota della Uil Scuola, a firma del segretario Luigi Veltri, riferendo dell’esito di un incontro che si è tenuto oggi al Ministero sul rientro a scuola a partire dalla prossima settimana.
Continuiamo a rappresentare il grado di preoccupazione e di crisi che c’è nelle scuole – ha detto il segretario generale Pino Turi nel suo intervento – le nostre non sono valutazioni personali, ma la rappresentazione di un forte malessere nelle scuole.
Se per aprire i ristoranti e le pizzerie dobbiamo aprire le scuole(senza garanzia di sicurezza), che non possono arrivare dopo – ha osservato in modo provocatorio Turi –c’è un problema politico da risolvere: programmare per tempo e non guardare alla scuola come un unico indistinto.
Ci vogliamo chiedere quali interventi sono stati messi in campo? Cosa è cambiato rispetto a prima? Niente per cui la preoccupazione non è infondata.
Ci sono risorse destinate a questo – ne siamo contenti ma non rassicurati ha osservato Turi – perché per utilizzarle proficuamente vanno aggiornati i protocolli di sicurezza.
Non si può procedere senza un piano, un programma.
Il 73% nazionale di personale vaccinato va valutato in una ottica di scuola. Pensare al dato globale e affidarsi all’azione ai Prefetti è una ulteriore complicazione di competenze di un altro ministero quello degli interni, come se non bastasse Sanità Provincie. Comuni e Regioni, non ha sempre funzionato per i trasporti ed è inutile pensare ad altro, meglio affidarsi ai tavoli Regionali delle Direzioni Regionali scolastiche.
C’è una preoccupazione fortissima da parte delle famiglie ma anche nel personale.
Non ci sono dati sulla scuola – ha detto Turi – li abbiamo chiesti molte volte ma, ad oggi, non c’è un quadro esatto dell’incidenza del virus sul personale della scuola. Una cosa è l’obiettivo politico, che ci trova d’accordo – ha chiarito Turi – altro è l’esigenza di dare garanzie con progetti e percorsi concreti, non con una pacca sulle spalle e la richiesta di sempre nuovi sacrifici che lambiscono anche la vita stessa del personale.
Pensiamo al tracciamento che non è stato mai realizzato. I tamponi salivari ci sono, non ci sono? Che cosa possiamo rispondere? Non è possibile valutare l’apertura o la chiusura delle scuole su dati generali. Serve commissione interna, la partecipazione consapevole della Comunità educante che valuti la situazione specifica.
Il 26 è alle porte, servono azioni urgenti. Per l’Esame di Stato si può mantenere il protocollo già utilizzato lo scorso anno, che ha funzionato bene. Bisogna guardare a settembre.
Oggi veniamo a conoscenza che ci sarà un confronto del Governo con il CTS per capire se il protocollo va aggiornato oppure no. La nostra percezione, suffragata da autorevoli scienziati, ci induce a pensare che vada rivisto, come andrebbe rivisto il piano di vaccinazione che è rimasto a metà. Se si vogliono aprire tutte le scuole serve completarlo e non ci si dica che si tratta di rivendicazioni corporative.
Nel protocollo sottoscritto e mai attuato – aggiunge Veltri – c’erano delle Commissioni interne che oggi sono ancora più importanti per dare garanzie al personale, agli studenti, alle famiglie. Continuiamo a sollecitare l’istituzione di questi organismi in tutti gli istituti scolastici.