Si avvicina il 16 Dicembre, data fissata per il pagamento del saldo della TASI, e quasi 24 milioni di proprietari di prima casa saranno chiamati alla cassa.
Il costo medio della TASI – secondo un’elaborazione del Servizio Politiche Territoriali della Uil con dati rapportati alla rendite catastali medie nelle singole Città Capoluogo – a Matera è di 79 euro con una media di saldo al 16 dicembre prossimo di 40 euro e a Potenza di 65 euro con una media saldo al 16 dicembre di 33 euro.
La media dell’aliquota applicata dai 107 capoluoghi di provincia si consolida al 2,6 per mille (superiore all’aliquota massima “ordinaria”) seppur “addolcita” dalle singole detrazioni introdotte dai singoli Comuni (la UIL calcola almeno 100 mila combinazioni diverse), tanto da poter parafrasare il detto “paese che vai detrazioni che trovi”.
L’aliquota media complessiva applicata in tutti i Comuni è dell’1,91 per mille.
“E’ vero che il costo della TASI sarà, complessivamente un po’ più basso dell’IMU, commenta la Uil, ma la distribuzione della nuova tassa è meno equa: pagherà un po’ di più chi prima era esente o pagava cifre basse e pagheranno molto meno i proprietari di quelle abitazioni con rendite catastali elevate.”
Per la Uil non c’è alcun dubbio, che nel 2014 con la TASI la pressione fiscale delle famiglie rispetto al 2013 aumenterà. E sulle famiglie pesa la tassa sui rifiuti: 221 euro, a tanto ammonta la tassa annuale sulla gestione dei rifiuti urbani in Basilicata, rispetto ai 290 di media nazionale. L’aumento rispetto al 2013 è dell’11%, tuttavia si attesta tra le regioni meno care del Sud, dopo il Molise
(€ 199) e le Marche (€ 215). La tariffa maggiore si registra a Potenza (€247), segue Matera con i suoi 196 euro.
Una situazione per alcuni sarà attenuata dal Bonus degli 80 euro ma per molti, e tra essi milioni di pensionati, il loro potere di acquisto diminuirà sensibilmente.
Adesso il Governo annuncia che nel 2015 si cambierà nuovamente il modello di tassazione degli immobili, con l’introduzione della Local Tax, ma la nostra impressione, stando anche alle primissime simulazioni, è “altro giro altra corsa”: si cambiano nomi, ma il risultato, non cambia. Anzi, con i tagli dei trasferimenti agli Enti Locali, previsti dalla Legge di Stabilità, è prevedibile che ciò si scaricherà sui contribuenti in termini di minori servizi o di maggiori tasse.
Secondo il Centro Studi Uil nel RAPPORTO SULLA FISCALITA’ LOCALE, in Basilicata lo scorso anno ha prodotto un gettito IMU di 116,7 milioni di euro, con in media 131 euro sulla prima casa e 190 euro per altri immobili; il gettito in valori assoluti ammonta a 65,8 milioni di euro di competenza dei Comuni Lucani (14,9 milioni di euro per la prima casa e 50,9 milioni di euro per gli altri immobili), mentre 50,8 milioni di euro sono di competenza dello Stato centrale. I versamenti per quanto riguarda l’IMU sulla prima casa sono stati 113.687; mentre per gli altri immobili sono stati 535.817. L’aliquota media applicata per le prime case in Basilicata ammonta al 4,14 per mille (più 3,5% rispetto all’aliquota base), più bassa della media nazionale (4,23 per mille). Mentre per gli altri immobili l’aliquota media applicata è dell’8,21 per mille ( più 8% in più sull’aliquota base), più bassa della media nazionale (8,78 per mille). Nel 2012 sono stati 24 i Comuni che hanno aumentato l’aliquota dell’IMU sulla prima casa (il 18,4% del totale); 100 Comuni hanno mantenuto l’aliquota di base del 4 per mille (76,3% del totale), mentre soltanto 7 Comuni hanno diminuito l’aliquota (il 5,3% del totale). Per quanto riguarda gli altri immobili sono 44 i Comuni che hanno aumentato l’aliquota (il 33,6% del totale); 85 Comuni hanno mantenuto l’aliquota di base del 7,6 per mille (64,9% del totale), mentre soltanto 2 Comuni hanno diminuito l’aliquota (il 1,5% del totale). Peculiarità è che soltanto 4 Comuni hanno previsto un’aliquota differenziata per gli immobili affittati con canone concordato rispetto alle seconde case, mentre la stragrande maggioranza dei Comuni ha applicato la stessa aliquota.
Se davvero il Governo vuole riformare il fisco comunale abbia il coraggio, conclude la nota Uil – quantomeno di andare verso il vero superamento e non accentramento delle Addizionali Comunali IRPEF, che colpiscono direttamente il reddito dei lavoratori dipendenti e pensionati.
E’ questa la riforma che ci aspettiamo