“L’andamento della domanda di lavoro in somministrazione è buono. E questa è l’unica tipologia di lavoro che coniuga i diritti del lavoratore, della persona che lavora, con l’esigenza di flessibilità dell’impresa”. E’ il giudizio della Uil Temp, il sindacato di categoria nazionale dei lavoratori temporanei, autonomi, atipici e partite Iva, che evidenzia come cresce la domanda nel lavoro in somministrazione. Secondo il sindacato di categoria Uil sono stati 250 mila i lavoratori in somministrazione mediamente impiegati per mese e 470mila i lavoratori annui nell’anno passato, con una durata media della ‘missione’ di lavoro in aziende di 48 giorni. Quella della somministrazione -spiega la Uil Temp in una nota – è una flessibilità ‘sana’, con un contratto che funziona e che tutela i lavoratori. Il welfare è privato, gestito dagli enti bilaterali e non pesa sulla collettività. Dal punto di vista delle politiche attive, puntiamo a introdurre una nuova ‘Borsa lavoro’, dove sarà possibile a tutte le persone che finiscono un periodo di lavoro di rimettersi sul mercato e trovare un nuovo impiego. Quindi l’impegno è sostenere quanti entrano ed escono dal mercato del lavoro”. Per la Uil Temp “è necessario rafforzare il concetto di parità di trattamento tra i lavoratori somministrati e gli altri all’interno delle aziende, ad esempio sugli scatti d’anzianità e sul diritto alle ferie”. E “l’obiettivo è anche quello di decentrare una serie di attività sul territorio, aumentando l’interlocuzione. Da questo punto di vista stiamo lavorando per rendere accessibile una parte di servizi del welfare anche dal territorio e non soltanto a livello centrale”. Il fatto è –aggiunge la nota – che dobbiamo comprendere che non esiste flessibilità senza regole. E le organizzazioni sindacali hanno rinnovato, recentemente, insieme alle organizzazioni d’impresa, il contratto collettivo nazionale di lavoro per gli addetti della somministrazione. E’ un rinnovo contrattuale –sottolinea la Uil Temp – che nasce sì in un momento di crisi ma che vede addirittura aumentare il costo del welfare. Non dimentichiamo che noi abbiamo un welfare che dà delle prestazioni importanti, come il sostegno al reddito, l’accesso al credito. E ancora le donne in maternità vedono raddoppiarsi le prestazioni di assistenza. E abbiamo anche un contributo per l’asilo nido che passa da 80 a 100 euro”. “Nello specifico il problema prioritario – commenta il segretario della Uil lucana Carmine Vaccaro – è di capire, rispetto a questa tipologia contrattuale, quale ruolo avranno le agenzie per il lavoro anche rispetto ai centri per l’impiego. E’ necessario dunque riformare il sistema dei servizi per l’impiego perché è importante in questo momento avere un luogo fisico, un servizio, dove le persone possono rivolgersi, e dove avere un curriculum e dove avere un bilancio di competenze. Quindi, non basta mettere mano a una riforma ‘funesta’ come quella Fornero, ma provvedere anche a una riforma dei servizi pubblici per l’impiego. La gente ha bisogno –rimarca Vaccaro – di un luogo in cui andare e sapere dove può essere ricollocata, rimettersi in gioco e avere un supporto”. Per il segretario Uil serve soprattutto una ‘svolta’ nella legalità dei rapporti di lavoro. “Non ci possono essere più rapporti di lavoro -sottolinea – come finte co.co.pro e finte partite Iva: bisogna a monte decidere come evitare che questi rapporti di lavoro sfocino poi in precarietà. Dopodichè bisogna in tempi brevissimi -conclude – capire come regolare di nuovo il fondo di gestione separata, perchè non è più possibile che un co.co.pro o una partita Iva non sa dove versa, ‘simbolicamente parlando’, quanto versa e cosa avrà nel prossimo futuro”.
Mar 30