Una banca – la Banca Popolare di Bari – per il rilancio del Sud e un contratto – per i lavoratori del credito – di svolta: è il messaggio lanciato oggi dal consiglio regionale della Uilca. Un incontro – aperto dal segretario regionale Uilca Antonio Castello e concluso dal segretario regionale Uil Vincenzo Tortorelli – per mettere a punto la strategia sindacale su quello che Tortorelli ha definito “il banco di prova” per il presente e il futuro del credito in Basilicata e nel Mezzogiorno (il nuovo assetto BpB). Le proposte emerse: una conferenza regionale sul credito sollecitando la Giunta Bardi a definire un’iniziativa; l’applicazione del nuovo contratto nazionale per tutelare i lavoratori bancari ed assicurativi e puntare a nuove assunzioni. La Uil rafforzerà il suo impegno a favore dei lavoratori e dei correntisti della BpB.
“Sia chiaro, specie ai cittadini lucani -ha detto Castello – noi non abbiamo alcuna colpa per quanto è accaduto alla Popolare Bari. Anzi siamo stati molto responsabili nel gestire il rapporto con la clientela. Chi doveva vigilare, controllare, certamente non lo ha fatto. E’ bene che si sappia: i lavoratori della BpB hanno pagato direttamente con un mese di salario in meno, sino a 20 milioni di euro, per dare il proprio contributo al rilancio che invece non c’è stato. Tutti sapevano e nessuno è intervenuto. Da tempo la Uilca ha rivendicato un piano industriale mai presentato e per questo ritiene che non basta il commissariamento”. Il segretario dei bancari della Uil ha ricostruito le tappe della “vicenda” ed ha parlato di grande preoccupazione perchè – ha sottolineato – “la strada dei cosiddetti esuberi, vale a dire i licenziamenti, è sempre quella più breve e comoda per il management delle banche. Noi pensiamo che ci siano tutte le condizioni per non cacciare i lavoratori e per riconvertirli con un processo di formazione che elevi le competenze, che passa pure attraverso l’ammodernamento delle procedure, che per noi deve essere una riorganizzazione socialmente compatibile. Il capitale umano – ha aggiunto Castello – deve essere salvaguardato soprattutto se si va verso una banca di investimento, consulenza ed indirizzo nell’utilizzo dei fondi statali e dell’Ue a favore delle pmi del Mezzogiorno”. I bancari della Uil pensano ad un nuovo istituto di Mediocredito che negli anni ottanta-novanta con strutture regionali al Sud e in Basilicata hanno già svolto un ruolo importante. C’è poi un intreccio tra nuovo contratto nazionale di lavoro e BpB. Non è casuale che l’attivo nazionale unitario dei sindacati di categoria dei lavoratori del credito si terrà a Bari per esprimere un impegno nazionale intorno alle sorti della Banca. Il nuovo contratto per la Uilca è caratterizzato da “più salario ma non solo”. Insieme all’aumento medio, a regime, di 190 euro al mese, ci sono misure per favorire nuove assunzioni al Sud, per riscrivere le politiche commerciali delle banche, per la formazione e per accrescere i diritti dei lavoratori. L’attenzione della Uil di Basilicata è stata ribadita dal segretario regionale Tortorelli che ha ricordato come nel Manifesto Cgil, Cisl, Uil lanciato nell’attivo del 18 ottobre scorso c’è un “capitolo credito”. Di qui la proposta che sarà formalizzata al Presidente Bardi di convocare una conferenza regionale sul credito (l’ultima risale a 15 anni fa) e a definire misure che in aggiunta a quella del nuovo contratto nazionale favorisca il ritorno di giovani bancari lucani assunti al Nord. Per noi – ha detto Tortorelli – cambiare la Basilicata è l’obiettivo centrale che va raggiunto in tutti i settori e in tutti gli aspetti. Il credito è uno strumento fondamentale tenuto conto delle ingenti risorse comunitarie derivanti dalla nuova programmazione 2020-2026 e dalle royalties del petrolio. La gestione oculata, produttiva, efficiente dei fondi pubblici ha bisogno di un sistema bancario all’altezza superando il gap lucano che vede al di là delle banche di credito cooperativo la scomparsa di una banca locale.