Nel comparto manufatturiero – tessile, chimico-farmaceutico, energia-petrolio, elettrico, gas-acqua, calzaturiero e artigiano – con l’80% delle attività rappresentate da pmi è sempre più emergenza occupazione. Se si guarda al numero degli addetti e si fa un paragone tra il secondo trimestre del 2012 e lo stesso periodo del 2013 viene fuori che il calo dell’occupazione è stato del 7,2% nel calzaturiero, del 7% nel chimico/farmaceutico e del 6,5% nel comparto tessile. In quattro anni, dal 2009 al 2012, gli addetti sono diminuiti del 2,9% (mentre l’export è cresciuto di oltre il 32 per cento), con una riduzione complessiva di 85mila posti di lavoro. È la fotografia a tine scure scattata dall’Osservatorio della Uiltec – l’organizzazione Uil di categoria dei lavoratori tessile energia chimica – sulle politiche industriali, presentata alla manifestazione nazionale di Roma alla quale ha partecipato una delegazione lucana guidata dai segretari Uiltec regionale Francesco Laviero e provinciale di Potenza Giuseppe Martino.
Dalla parola d’ordine “Meno tasse sul lavoro e più occupazione per una nuova politica industriale” scaturisce – sottolineano i dirigenti lucani – la proposta di un “Patto per la pmi”. Ricette più forti di quelle attualmente proposte dal Governo: un taglio alla tassazione sul lavoro per 50 miliardi di euro, una nuova politica industriale, la scelta convinta della ricollocazione del rilancio del manifatturiero al centro della politica, la creazione di una nuova finanza per lo sviluppo, la definizione di una strategia energetica nazionale.
In Italia – evidenzia la Uiltec – abbiamo le tasse sul lavoro più alte d’Europa, ma i salari più bassi. Solo nel nostro settore perdiamo più di 200 posti di lavoro al giorno abbiamo superato la soglia dei 3 milioni di disoccupati e le prospettive sono ancore buie, perché se è vero che i recenti dati diffusi dal Centro Studi di Confindustria dicono che la recessione è finita e viene fornito un dato di previsione di crescita dello 0,3 per cento nell’ultimo trimestre di quest’anno, non possiamo dimenticare che per avere un posto di lavoro in più occorre una crescita di almeno 2 punti percentuali. Questo significa che la recessione è finita, ma che la disoccupazione è destinata a crescere se non si interviene in maniera forte. Non servono gli interventi tampone, perché perdiamo giornalmente pezzi del nostro patrimonio industriale. Alla vigilia della legge di stabilità chiediamo al Governo di avere maggiore coraggio e di porre in essere interventi immediati, e non ‘manovrine’, per la ripresa dello sviluppo, che non può che basarsi sul rilancio e sul rafforzamento strutturale del sistema industriale. La piaga della disoccupazione e il rilancio della produzione necessitano di un taglio importante della tassazione sul lavoro attraverso una lotta non di facciata all’evasione fiscale e soprattutto attraverso un taglio della spesa pubblica improduttiva, colpendo al cuore i perversi intrecci tra le miriadi di centri di spesa pubblica esistenti e la politica. Il problema della politica industriale ci porta nel cuore della strategia energetica nazionale: il costo dell’energia è lo snodo cruciale che condiziona la competitività del nostro sistema economico. E questa è una partita che si gioca anche sulla Green Economy.
I dirigenti lucani Laviero e Martino infine sottolineano l’attenzione della Uiltec per la nuova fase di attività petrolifera che si apre in Basilicata e che deve segnare una svolta soprattutto sull’occupazione locale, tanto più che la tendenza nazionale nell’ultimo anno è di una riduzione nel comparto energia-petrolio di posti di lavoro dell’1,7% (28.457) e dell’1,3% di imprese (465).