Riceviamo e pubblichiamo la nota inviata dal Consigliere regionale dell’IDV Nicola Benedetto in cui viene contestata la scelta di destinare a Potenza l’unica stazione appaltante per la regione Basilicata.
“La scelta del Dipartimento Infrastrutture, con determina dirigenziale del 18 aprile scorso, di individuare Potenza come unica stazione appaltante è incomprensibile ed ingiustificata e comporta che, mentre sinora per interventi a gare ristrette si tenevano in considerazione le piccole imprese del territorio, oggi si verificano bandi di gara che spostano l’attività sugli uffici di Potenza depotenziando Matera, e di fatto favorendo imprese che arrivano solo da Potenza, se non da fuori regione”. E’ quanto sostiene il presidente del Gruppo IdV in Consiglio Regionale Nicola Benedetto, per il quale “se è stato archiviato il dibattito di lunedì 28 maggio in Consiglio sul Patto di Stabilità Interno, in attesa comunque di un documento di intenti per impegnare la Giunta a fare di più e meglio specie per le pmi, altrettanto non ritengo si possa fare per la questione che ho sollevato nel mio intervento in aula. Voglio ricordare – evidenzia Benedetto – che l’Ufficio Difesa del Suolo di Matera ha sempre avuto un ruolo rilevante: si occupa della ricognizione delle opere infrastrutturali regionali esistenti, individua le opere rimaste incompiute e da tale ricognizione scaturisce la pianificazione regionale degli interventi da realizzare; approva e finanzia i progetti candidati dagli enti sub regionali interessati alla realizzazione di infrastrutture compatibili con la pianificazione regionale; effettua il monitoraggio dell’esecuzione delle opere, dando il supporto tecnico agli enti locali; cura le relazioni con gli organi statali per il reperimento dei fondi necessari per finanziare gli enti locali. L’Ufficio di Matera inoltre è sede operativa del commissario straordinario per il rischio idrogeologico.
C’è anche un altro aspetto non secondario: invece di sburocratizzare e ridurre i tempi relativi alle gare di appalto l’unica stazione appaltante, accentrando ogni compito-funzione – aggiunge il capogruppo IdV – rischia di aggravare ancora la situazione contrassegnata da lungaggini. Diventa più difficile controllare. Solo qualche giorno fa i costruttori edili aderenti all’ANCE hanno promosso il D-Day, il giorno dei «decreti ingiuntivi» – ritirati dopo i quattro provvedimenti Monti – per denunciare proprio che le stazioni appaltanti centralizzate producono intralci e ritardi. Infine – conclude Benedetto – bisogna mettere un freno al meccanismo del ribasso che provoca non pochi problemi alle imprese del territorio che proprio perché conoscono bene il territorio possono garantire maggiori risultati soprattutto a vantaggio dell’economia locale e dell’occupazione”.