Unione coltivatori italiani della provincia di Matera: “Crescono dubbi di irregolarità nella conduzione del Consorzio di bonifica della Basilicata”. Di seguito la nota integrale.
A distanza di circa due anni, bisogna ammettere che la Confederazione italiana agricoltori (Cia) fu facile profeta quando evidenziava che: “Quanto si è verificato lo scorso 8 agosto alla prima seduta dell’Assemblea è la riconferma che il Consorzio di Bonifica della Basilicata è sostanzialmente un Ente strumentale di servizio ed al servizio della Regione Basilicata.” Ed inoltre, come non dare ragione alla medesima Organizzazione quando evidenziava come il mondo agricolo regionale: “pur avendo la possibilità di praticare rilevanti istituti quali l’autogoverno, la sussidiarietà, l’autonomia impositiva, consegna di fatto ad altri il Consorzio, limitandosi a prendere solo atto di decisioni assunte altrove.”
A sostenere questa tesi e condividere le posizioni,a suo tempo assunte,dalla Cia di Basilicata è Saverio Buono, da qualche mese presidente provinciale dell’Unione italiana coltivatori (UCI).
Una prima e più evidente conseguenza di questa impostazione, che stravolge gli obiettivi e le finalità dell’Ente consortile è la delega regionale alla gestione della cosiddetta forestazione, che l’amministratore unico del Consorzio di bonifica regionale ha accettata supinamente e senza alcun preliminare confronto con gli associati e con il mondo agricolo lucano. – ha inteso precisare il presidente Buono – Di fatto, caricando il Consorzio di una funzione impropria perché non ricompresa tra quelle elencate all’art. 2 dello statuto, adottato con delibera dell’Assemblea dei Consorziati n. 5 del 19.12.2019. E, in taluni casi, rinunciando del tutto a svolgere le attività proprie e primarie dell’Ente quali:salvaguardia ambientale e paesaggistica, di valorizzazione economica sostenibile, risanamento delle acque,elaborazione ed attuazione dei piani di riordino fondiario; di informazione e formazione degli utenti e di diffusione delle conoscenze circa la bonifica e l’irrigazione finalizzate anche ad un uso corretto e responsabile della risorsa idrica, etc.
Non possiamo accettare, in silenzio, che l’amministratore Musacchio continui ad operare in perfetta solitudine, con il solo sostegno della Coldiretti che lo ha voluto in quel posto, assumendo discutibili decisioni come per esempio i consistenti aumenti dei canoni presi con provvedimento n. 227 del 30 aprile u.s., dimenticando il confronto con il restante mondo agricolo regionale. Anche perché, sono subentrate condizioni che richiedono un sostanziale e definitivo chiarimento, in sede amministrativa, da parte della Regione. Ci riferiamo alla regolarità della composizione dell’attuale consiglio di Amministrazione del Consorzio. Aspetto, questo, già oggetto di interrogazione dei Cinque Stelle, alla quale, però, il Dipartimento Agricoltura della Regione si è ben guardato dal dare una qualche risposta (a dimostrazione che quanto si è opposizione si promettono agli elettori cambiamenti radicali nei modi di operare; quanto si è al governo, come oggi il centrodestra, ci si dimentica degli impegni assunti). Tuttavia, é notizia nota ai più – ha così proseguito Buono dell’UCI – che un consigliere, purtroppo, deceduto da tempo non venga sostituito. Anzi, pare non esserci stata nemmeno una presa d’atto da parte del consiglio. Così come l’ex sindaco del Comune di Senise, non più in carica, venga regolarmente convocato alle sedute di consiglio.
Ma, a destare fondate preoccupazioni sulla regolarità degli atti assunti dall’attuale Consiglio di amministrazione sono le notizie che ci pervengono da più parti di una rilevante presenza di amministratori morosi che, conseguentemente, dovrebbero essere considerati decaduti. Ma, che sia l’amministratore unico sia il Consiglio si guardano bene dal farlo, perché sommando i morosi con i dimissionari ed i deceduti, da tempo, non via sarebbe più alcuna maggioranza in senso al consiglio. Anzi, l’avv. Musacchio prosegue, come se nulla fosse, perché ci rifiutiamo di pensare che non abbia contezza della reale situazione consiliare, nella convocazione delle riunioni di consiglio facendo assumere, ai consiglieri, atti per i quali mancherebbero i presupposti giuridici elementari. Per martedì è partita una nuova convocazione. Vedremo se il consiglio raggiungerà il numero legale e se delibererà, ignorando il rispetto delle norme statutarie. Poi, evidentemente ci toccherà agire nelle dovute forme e modalità di legge per ripristinare una corretta gestione del Consorzio. – ha precisato Buono – Naturalmente, il nostro auspicio è di avere assieme, in questa iniziativa, anche la Cia, la Confagricoltura, il Copagri e le altre Organizzazioni ed associazioni di categoria del mondo rurale per concretamente contribuire a ristabilire una gestione democratica del nostro Consorzio.