Mercoledì 10 giugno 2020 dalle ore 10,30 è in programma il presidio degli ex LSU ATA internalizzati della Provincia di Potenza davanti alla Prefettura di Potenza. Di seguito lanota integrale inviata da Rosalba Guglielmi del Coordinamento USB Basilicata.
Nella giornata della manifestazione nazionale della scuola indetta dalla USB per riportare al centro una discussione che affronti in maniera seria e strutturale una nuova politica scolastica al di fuori dall’emergenza, per dare dignità e valenza ad uno dei settori cardini su cui possono fondarsi e crescere i valori costituzionali e civili, a Potenza decidiamo di portare in piazza ad oltre un anno dall’attuazione di un progetto decennale di internalizzazione da noi richiesto, i lavoratori ex LSU ATA della nostra provincia. Per molti di loro il sogno di entrare nella scuola come dipendenti dopo un passato di precariato si è trasformato in una vittoria di Pirro. Il 70% di loro è stato assunto a part time con il 30 % di stipendio in meno di quello percepito dalle imprese di pulizia che con appalti milionari avevano gestito per venti anni il servizio esternalizzato.
Costretti per lo più ad una onerosa mobilità, amareggiati per regole che hanno salvaguardato altri interessi e li ha condannati ad un organico separato e con poche possibilità di trasformare la loro situazione, chiedono che vengano presi dei provvedimenti seri ed urgenti, che portino rapidamente ad una soluzione dei loro problemi partendo anche dalle accresciute necessità di controllo e pulizia che le nuove misure di apertura in presenza delle scuole richiederanno.
Non ci sembra che la loro situazione, su cui la nostra O.S tuttavia non demorde, stia avendo la necessaria attenzione .
Speriamo in un incontro con il Prefetto perché si faccia carico di rappresentare la rabbia e la frustrazione di chi si trova dopo 30 anni di lavoro nelle scuole a guadagnare poco più dell’assegno previsto per i lavoratori socialmente utili, a non poter più sostenere le spese di fitto, a mantenere i propri figli, a parlare con gente che non ha più memoria della loro storia e dei loro sacrifici.