Carmine Vaccaro, segretario UIL Basilicata, ha inviato una nota in merito alla scelta di un giovane laureato lucano di partecipare al concorso per l’assunzione di cento autisti di autobus, indetto dall’Arst (Azienda regionale trasporti sardi) di Cagliari. Di seguito la nota integrale.
Vaccaro (Uil): “Dietro la scelta di un giovane laureato lucano di “sognare” un posto al volante in Sardegna”.
Dietro la scelta di un giovane laureato lucano di “sognare” un posto al volante, partecipando a Cagliari al concorso per l’assunzione di cento autisti di autobus, indetto dall’Arst (Azienda regionale trasporti sardi), c’è tutto il fallimento della formazione universitaria e dei sacrifici fatti dalle numerose famiglie lucane per mantenere i figli in sedi universitarie lontane da casa. E’ dalla storia personale del giovane laureato lucano, uno dei tremila del concorsone, in compagnia di quasi un centinaio di altri laureati non solo sardi, che è più facile, senza ricorso al sindacalese, capire la situazione che con i suoi crudi numeri ci descrive il Rapporto di Almalaurea, il consorzio interuniversitario composto da oltre 60 Atenei italiani, sull’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro dopo il conseguimento della laurea e sintetizzabile in una disoccupazione giovanile che sale al 41,7%, e una sensibile crescita della differenza delle opportunità lavorative per i neo laureati fra Nord e Sud Italia. Tra le due zone dell’Italia il divario è di 17 punti percentuali – scrive Almalaurea nello studio – in aumento di due punti rispetto a quanto rilevato nella precedente indagine del consorzio: il tasso di occupazione è del 52,5% tra i laureati del Nord (tra i quali il 17% coniuga studio e lavoro) e del 35% al Sud e ciò indipendentemente dalla sede universitaria dove i giovani hanno compiuto i propri studi. Succede così che al sud i laureati triennali, anche nella speranza di un qualche ulteriore sbocco lavorativo, continuano gli studi verso un corso di secondo livello più che al Nord: 59% contro il 51%. Al Centro l’occupazione è pari 47%, mentre la quota che si dichiara iscritta alla laurea di secondo livello è al 55%. Il differenziale territoriale – sempre secondo la ricerca di Almalaurea – si accentua consistentemente nei gruppi educazione fisica, linguistico ed economico-statistico, fino a raggiungere i 24 punti percentuali. Ancora, le donne al Sud sono le più svantaggiate: 10 punti in meno nella occupazione, rispetto ai 4 punti al Nord. Le tradizionali differenze retributive di genere risultano inoltre accentuate al Sud: gli uomini guadagnano infatti il 41% in più delle colleghe (contro il 26% nelle aree settentrionali). Da sottolineare, anche in tal caso, che le retribuzioni (quasi 2.300 euro) di quanti lavorano all’estero (anche a cinque anni pari al 7% del complesso degli occupati) sono significativamente superiori ai colleghi rimasti in madrepatria. La ricerca di Almalaurea conferma anche la tendenza che vede più elevati i guadagni mensili netti dei laureati al Nord (1.086 euro) rispetto alle regioni centrali (1.001 euro) e soprattutto nel Mezzogiorno (900 euro). Rispetto alla precedente rilevazione le retribuzioni risultano in diminuzione in tutte le aree considerate, dal 2,5% al Nord al 5% al Sud. Se si tiene conto del mutato potere d’acquisto dei laureati, registrato nell’ultimo anno, le differenziazioni si accentuano ulteriormente: rispetto allo scorso anno figurano infatti in calo del 5% al Nord e di quasi l’8% al Sud. Inoltre, tra i `fortunati´ giovani che hanno trovato occupazione al Sud, il 45% prosegue la medesima attività lavorativa avviata prima di terminare gli studi universitari; tra i colleghi delle aree settentrionali, invece, la quota è pari al 32%. L’indagine di Almalaurea, infine, rileva ampie differenze tra Nord e Sud anche come diffusione di attività non regolamentate: 5 e 14%. In questi dati c’è tutta la necessità di “scoprire le carte” di quel progetto che ha in testa il Presidente Pittella per dare lavoro ai giovani laureati, anche attraverso gli strumenti nazionali di agevolazione e con il nuovo POR Basilicata 2014-2020, e che prevede anche il “biglietto di ritorno” per quanti si formano e fanno esperienze professionali fuori regione.
Carmine Vaccaro, segretario UIL Basilicata