A ridosso del Natale le tante vertenze aperte – Datacontact (addetti al Cup regionale), Blutec di Tito, autolinee Liscio, dipendenti dell’Eipli e della grande distribuzione – ci fanno scattare le antenne della solidarietà e della vicinanza per tanti lavoratori, per i cassaintegrati e i disoccupati, per tutti quelli che trascorreranno le festività natalizie in attesa di salari arretrati e alle loro famiglie.
Manca un mese per fare un bilancio di fine anno delle richieste di cassa integrazione e i dati che ne escono sono da una parte confortanti poiché registrano una forte contrazione di ore autorizzate rispetto allo stesso periodo del 2016 (-38,8%) con un ammontare complessivo di ore che è il più basso dal 2009, ma, dall’altra, reputiamo che la forte flessione della cassa integrazione straordinaria (-42,3%) non sia l’effetto di un buono stato di salute delle imprese, quanto dell’aumento dei costi prodotti dalla riforma. Un’interpretazione dei dati che trova in parte riscontro nella contestuale crescita delle domande di disoccupazione.
C’è, inoltre, un mercato occupazionale che, al netto delle buone performance riscontrate negli incentivi (Occupazione giovani e Sud), sta avviando sempre meno rapporti stabili e sempre più rapporti di lavoro temporanei. Pur sottolineando la positività della crescita dei contratti di apprendistato (+26,3%), si conferma la forte crescita di contratti a chiamata nei primi 10 mesi di quest’anno (+126,4% rispetto allo stesso periodo del 2016) ed un aumento complessivo dei contratti a tempo determinato del 28,1%.
C’è, quindi, da fare ancora molto per la buona e stabile occupazione e le politiche da attivare ormai sono note. Occorrono, anche per il prossimo anno, interventi incisivi per dare più certezze occupazionali a lavoratori e disoccupati.
Dunque dal mondo del lavoro segnali discordanti: alle trattative in corso per rinnovare il primo dei contratti delle categorie del pubblico impiego, si aggiunge lo sciopero in alcuni settori del commercio. Le aziende della grande distribuzione, in questa fase, non brillano certo per spirito partecipativo: ormai, è oltre un anno che centinaia di miglia di lavoratori aspettano il rinnovo del loro contratto e ora sono costretti ad incrociare le braccia. Noi siamo al fianco di tutti questi lavoratori e daremo il nostro sostegno alle loro lotte. Quando la dignità del lavoro e gli interessi dei lavoratori non possono essere affermati – come vorremmo – con il dialogo, non ci resta che lo strumento dello sciopero.
Dic 22