Vaccaro (Uilp): “Aspettavamo il piano sanitario e invece ci rifilano un buco. E sulle strutture accreditate fanelli fa i conti senza l’oste”. Di seguito la nota integrale inviata da Carmine Vaccaro, segretario Uil Pensionati di Basilicata.
“Aspettavamo il Piano sanitario e invece ci hanno rifilato un buco. Che i debiti nella sanità lucana ammontino a 15 milioni di euro o a 40, si tratta pur sempre di una sottrazione di servizi ai cittadini. Che significa assistenza sanitaria depotenziata. E su questo tema non ci sono foglie di fico che tengano. Altro che facili allarmismi, Bardi e Fanelli dovrebbero fare mea culpa. Non solo per aver tentato di addolcire la pillola, ma soprattutto per le conseguenze nefaste che un’amministrazione incapace di gestire le risorse e le professionalità, sta provocando a un anno dalla fine della legislatura e in assenza da quattro anni del Piano sanitario”. Lo dichiara Carmine Vaccaro, segretario della Uil Pensionati di Basilicata, alla luce degli ultimi accadimenti relativi al sistema sanitario regionale che hanno visto il governatore e il suo vice impegnati a Roma con i vertici dell’Economia per sciogliere i problemi sui debiti accumulati dalle aziende sanitarie locali.
“Incapacità o non curanza? Ho la spiacevole sensazione – prosegue Vaccaro – che il governatore sia poco interessato ai problemi veri vissuti da anziani e persone fragili, e in odore di ricandidatura alle elezioni del prossimo anno, sia piuttosto proiettato a risolvere le questioni facendole ricadere sulle spalle di tutte le professionalità delcomparto, attaccando chi come sindacati, l’opinione pubblica, le associazioni di categoria e le opposizioni denunciano i problemi reali”.
“Una messa in scenacon cui si tenta di confondere la popolazione, cercando di ridimensionare i numeri di un buco nelle finanze pur sempre grave e dalle conseguenze dirette sulla qualità del servizio agli utenti. Ci dicano almeno dove troveranno quei soldi per evitare il default e il commissariamento”.
“Restiamo inoltre basiti- prosegue Vaccaro –per il trattamento riservato alla specialistica ambulatoriale. Gli operatori accreditatie tutte le siglecoinvolte, non meritano l’atteggiamento tenuto da Fanelli. Si sbandiera un accordo per il pagamento degli arretrati (soldi necessari per pagare stipendi e costi sostenuti) e invece poi si scopre che quell’accordo è frutto di una delibera regionale non condivisa. Praticamente i privati erano all’oscuro che avrebbero incassato per coprire le spese sostenute, quasi la metà di quanto la Regione aveva assicurato loro: da 40 milioni a 25. Come l’assessore intenda assicurare ai lucani le prestazioni sanitarie mancate in tempi civili, è un dilemma amletico. Sarà impossibile ridurre le liste d’attesa – conclude il segretario – se, invece di venire incontro a quantiin regime di convenzione, dovranno in parte erogare quelle prestazioni, si preferisce non coinvolgerli. Come quel signorotto che decise di pagare l’oste facendo i conti senza il padrone della locanda. Con la sanità non si scherza e i nostri amministratori mi pare lo stiano facendo”.