Vaccini anti Covid, Fp Cgil: “Si pensi ai lavoratori dei servizi essenziali e a testare gli operatori sanitari già sottoposti a vaccinazione”. Di seguito la nota integrale.
Bene l’inizio della campagna vaccinale per i lavoratori delle forze dell’ordine, della polizia penitenziaria e della polizia locale. Nella giornata odierna è partita anche nella provincia di Potenza la campagna vaccinale per gli operatori della sicurezza, che hanno svolto e continuano a svolgere in prima linea un servizio essenziale quale l’ordine pubblico e la sicurezza e chiamato a eseguire, in prima linea, i controlli per il rispetto delle limitazioni della mobilità sul territorio e il rispetto delle norme anticontagio.
Con l’approvazione del vaccino di AstraZeneca, Governo, commissario Arcuri e Regioni hanno ridefinito il piano di vaccinazioni, stabilendo che alla vaccinazione dei soggetti più a rischio già ricompresi nella fase 1 come gli operatori sanitari, gli ospiti delle Rsa e gli anziani, si affianchino anche quelli della fase 3, ovvero il personale delle forze armate e della sicurezza, la polizia locale, la polizia penitenziaria e il personale scolastico.
Crediamo sia necessario ora ricomprendere anche alcune categorie di lavoratori dei servizi essenziali particolarmente esposti, qualunque sia il loro rapporto di lavoro. La nostra attenzione prioritaria va alle tante categorie di lavoratrici e lavoratori, nel settore pubblico così come nel privato, che analogamente a quelli di altri settori a rischio dovrebbero avere maggiori garanzie: igiene ambientale, servizi educativi, cooperazione sociale, e in generale lavoratori dei servizi pubblici addetti ad attività che prevedono il contatto diretto con il pubblico (sportelli, assistenza diretta, etc).
Al contempo sollecitiamo la Regione a dettare alle Aziende del servizio sanitario nazionale le linee guida per testare gli operatori già sottoposti a vaccinazione, anche in considerazione dei tempi e delle modalità differenti con le quali le Aziende del servizio sanitario regionale si sono mosse per analizzare la risposta immunitaria degli operatori vaccinati. A tal proposito, preme sottolineare che gli operatori della sanità privata non sono stati sottoposti, ad oggi, ad alcuna misurazione dei titoli anticorpali.
Sarebbe necessaria la sottoscrizione di un protocollo che stabilisca le esatte modalità di ricerca attraverso i test sierologici negli operatori per un arco temporale di medio termine, al fine di permettere con maggiore sicurezza di stabilire quanto il vaccino sia in grado di stimolare la produzione di anticorpi neutralizzanti e la durata della risposta immunitaria, al fine di poter fare stime e previsioni su eventuale durata e possibili nuovi richiami, che mettano in sicurezza i lavoratori e di riflesso tutti i cittadini, non trascinandoci in una devastante nuova ondata di contagi dei lavoratori dei servizi pubblici essenziali.
Non possiamo, tuttavia che essere soddisfatti per gli sforzi messi in campo in questo delicato momento da tutti gli operatori dei servizi essenziali e in particolare di quelli impegnati nell’esecuzione dei tamponi e nella somministrazione dei vaccini, lavoratori in prima in linea grazie al cui impegno iniziamo a vederci traghettati, in prospettiva, verso l’auspicabile uscita dall’emergenza pandemica.