Giancarlo Vainieri, presidente Cssel-Uil: “Anticipazioni Svimez confermano le conclusioni del recente secondo congresso regionale della Uil che ha posto al centro del dibattito la assoluta necessità di un rilancio delle politiche di piano di programmazione regionale”. Di seguito la nota integrale.
Anticipazioni “in chiaro-scuro” quelle del Rapporto SVIMEZ 2022 sull’economia e la società del Mezzogiorno . Per la Basilicata Svimez prevede, in una rapida successione, contrazioni del Pil: dal 7,9 del 2021 al 2,1 del 2022 ,fino al 1,1 del 2023 e 1,9 del 2024.
Tutto questo perché la pandemia, le conseguenze della guerra in Ucraina e i rischi di instabilità politica vanno a sommarsi alle storiche fragilità strutturali. Il rimbalzo del PIL 2021, guidato dal binomio di investimenti privati (in particolare nel settore delle costruzioni) ed export, si è diffuso a tutte le aree del Paese, ma è stato più rapido nel Nord.
Contrariamente alle passate crisi per le politiche espansive a sostegno dei redditi delle famiglie e della liquidità delle imprese, il PIL del Mezzogiorno è cresciuto del 5,9% nel 2021,dopo il calo del 2020 di -8%.
Ma il trauma della guerra ha cambiato il segno delle dinamiche in corso a livello globale: rallentamento della ripresa; aumento del costo dell’energia e delle materie prime; comparsa di nuove emergenze sociali.
Con prevedibili impatti più pronunciati sui consumi delle famiglie e sulle scelte di investimento delle imprese, anche con potenziali problemi di continuità aziendale più concreti nel Mezzogiorno.
Dunque nelle previsioni 2022-2024, crollano i consumi al Sud. Gli investimenti crescono al Sud nel 2022 (+12,2%) più che al Nord (10,1%) per poi rallentare significativamente negli anni successivi .
Svimez tuttavia certifica che Il Mezzogiorno, comunque, recupera nel biennio 2021-2022 i livelli di PIL pre-pandemia, risultato che potrebbe disperdersi per l’instabilità politica ,le tensioni sui mercati finanziari, con effetti depressivi maggiori sull’economia meridionale
Nel Sud, la perdita di PIL arriverebbe al punto percentuale, mentre nel resto del Paese risulterebbe più contenuta arrestandosi a sei decimi di punto
Si tratta di scenari e prospettive di un radicale contenimento dei meccanismi della ripresa confermati da un apparente e drogato recupero dell’occupazione nel 2021.Un progressivo peggioramento della qualità del lavoro, con la diffusione di lavori precari ha portato ad una forte crescita dei lavoratori a basso reddito, a rischio povertà. Intervenendo in un mercato del lavoro già segnato da una crescita dell’occupazione «senza qualità».
Complessivamente, lo scenario disegnato da Svimez conferma le conclusioni del recente secondo congresso regionale della Uil che ha posto al centro del dibattito la assoluta necessita di un rilancio delle politiche di piano di programmazione regionale, puntate a compensare i possibili fenomeni di emarginazione di segmenti consistenti del mercato del lavoro con nuove efficaci politiche del lavoro. Le misure sono quelle in qualche modo suggerite da Svimez. Utilizzare il PNRR per colmare il divario di infrastrutture sociali a partire dall’istruzione . Il PNRR delle imprese Le difficoltà delle imprese del Sud nel recepire e sfruttare tutto il potenziale delle misure di politica industriale legate al 4.0 . Interventi come le Zone economiche speciali, i contratti di sviluppo, i fondi per l’internazionalizzazione, gli accordi di innovazione parte integrante di una strategia unitaria di politica industriale attiva. Potenziare e caratterizzare territorialmente le misure di politica industriale del PNRR, integrandoli in una strategia che ne precisi gli obiettivi (sostenibilità, qualità del lavoro) e le priorità settoriali, supporterebbe la capacità attrattiva del Mezzogiorno.