Il presidente nazionale di Confindustria, Vincenzo Boccia ha partecipato nel pomeriggio a Matera all’incontro promosso da Cona nell’aula magna dell’Unibas. Di seguito le dichiarazioni rilasciate ai giornalisti.
«Il Paese ha bisogno di crescere e di riappropriarsi di un termine determinante, che si chiama lavoro. A partire dai giovani del Mezzogiorno. Ricordando i dati secondo i quali nel Sud un giovane di due non lavora, Boccia ha detto che questa è “una questione importantissima, che noi abbiamo definito un “grande piano di inclusione dei giovanì”.
Boccia ha sottolineato la necessità, per il Governo, di «affrontare le grandi questioni del Paese. Abbiamo da indicare un commissario di primo livello in chiave europea: sarebbe il caso di farlo quanto prima, in modo da essere protagonisti di una stagione riformista europea. Abbiamo da indicare – ha aggiunto il presidente di Confindustria – dirigenti di primo livello nei nodi decisori di Roma. Sono cose che accadranno nelle prossime settimane e su questo occorre una grande attenzione. E poi preparasi alla manovra di ottobre», ha spiegato Boccia.
Secondo Boccia, l’Italia «può diventare molto di più di quello che siamo. Attenti – ha ripeto Boccia – a non diventare la terza, ma addirittura a diventare una delle prime manifatture al mondo grazie ad accordi di filiera da fare sia con le altre categorie sia con la visione di Paese. Con un’Italia aperta a nord e a sud, non periferia d’Europa ma centrale tra Europa e Mediterraneo, che usi le infrastrutture per collegare territori e includere persone. Vale nel nostro Mezzogiorno, vale per Matera e vale per il Paese».
Di seguito l’intervista integrale.
Presidente, quali sono le questioni più urgenti che sta monitorando Confindustria per la crescita delle imprese? “Le questioni importanti sono tante, a partire dal commissario europeo che dobbiamo indicare come governo italiano, per indicare i dirigenti di primo livello da inserire in Europa nei ruoli di sviluppo decisori per assumere un ruolo da protagonisti in una stagione riformiasta europea e avviarci alla manovra di autunno che nons sarà affatto semplice. Questi sono le questioni fondamentali per il nostro Paese. E’ evidente che il conflitto e le frizioni all’interno del Governo non aiutano questo percorso”.
Cosa è stato fatto e cosa si può fare ancora per il Made in Italy? “Si può fare tanto. Quando entra in gioco gusto, armonia, equilibrip, bellezza, design, tecnologia, entra in gioco l’Italia. Il Made in Italy è uno dei brand più conosciuti al mondo. Se riusciamo a costruire delle filiere a tutto campo e con una politica economica che guarda al mondo il Paese può fare un grande salto di qualità, mettendo come obiettivo il lavoro al centro dell’attenzione del Paese partendo dall’inclusione dei giovani e potenziando la competitività delle imprese italiane a partire dalla centralità della questione industriale e della cultura di impresa”.