I numeri effettivi delle immissioni in ruolo e delle disponibilità residue dei docenti per l’a.s. 2021/22 rappresentano un fallimento del Ministero prima solo annunciato ora certificato. E’ il commento del segretario regionale Uil Scuola Luigi Veltri.
Questo il quadro (in attesa di suddivisione per province): • Contratti a tempo indeterminato posti comuni e di sostegno: 45.286.
• Contratti a tempo determinato posti comuni e di sostegno dalla I fascia delle GPS finalizzati all’immissione in ruolo: 11.997. Sono attualmente 67.597 i posti rimasti senza un docente con contratto a tempo indeterminato considerando che gli 11.997 sono al momento considerati a tutti gli effetti contratti di supplenza fino al 31/8/2021. Pertanto, sono 45.286 i contratti a tempo indeterminato registrati al Tesoro.
Per l’a.s. 2021/22 risultavano, dal tabulato fornito dal Ministero, 112.883 (di cui 82.590 comuni e 30.293 sostegno) i posti vacanti e disponibili autorizzati dal MEF e su cui era quindi possibile assumere in ruolo: • 45.286 (di cui 42.843 su posto comune e 2.443 su posto di sostegno) è il totale dei contratti a tempo indeterminato per i docenti assunti dai concorsi e dalle Graduatorie ad esaurimento. • 11.997 (di cui 721 su posto comune e 11.276 su posto di sostegno) è il totale dei contratti a tempo determinato al 31/8 finalizzati al ruolo per i docenti della I fascia delle GPS secondo quanto stabilito dalla procedura straordinaria del decreto sostegni bis.
Considerando che ad oggi non è dato sapere quanti degli 11.997 contratti di supplenza saranno poi realmente trasformati in a tempo indeterminato, resta il dato che, ad oggi, su 112.883 posti autorizzati solo 45.286 sono stati effettivamente coperti con un contratto di ruolo.
Per la UIL Scuola i dati confermano quanto già avevamo annunciato in tempi non sospetti: non c’erano (e tuttora non ci sono) le condizioni per coprire tutti i posti vacanti. Pertanto, il precariato cresce e crea falle nel sistema: da un lato, infatti, sembra esserci una rincorsa a chi riconosce per primo che c’è un vuoto enorme di docenti, dall’altro non si sono messe in campo reali soluzioni per consentire l’immissione in ruolo di tutte le persone. E si continua nell’errore perseverando in scelte sbagliate.
Noi diciamo basta narrazione e basta avventure. È infatti caduto uno dei pilastri del decreto sostegni bis, che aveva previsto 6.129 posti da occupare già per l’a.s. 2021/22, e che si è poi dimostrato un disastro annunciato e ha confermato, se ce ne fosse ancora bisogno, il fallimento dell’attuale sistema dei concorsi: prove difficili, modalità d’esame discutibili, mancanza di tempo per rispondere ai quesiti, grosse difficoltà organizzative e soprattutto tante rinunce. Ma evidentemente questo non è bastato, per cui si annuncia un nuovo concorso STEM, con riapertura dei termini per la presentazione delle domande, per cui l’Amministrazione vuole destinare tutti i posti vacanti e disponibili a tali specifiche discipline precludendo una riserva dei posti ai tanti docenti con 36 mesi di servizio e con relativa esperienza che andrebbero solo stabilizzati.
Luigi Veltri sollecita l’attivazione del tavolo sul reclutamento: serve una seria riforma. È dunque urgente un momento di approfondimento e verifica con il ministero a cui chiederemo formalmente l’attivazione del confronto e successivamente del tavolo sul reclutamento peraltro previsto e mai attivato dal patto per la scuola e in cui rilanceremo le nostre proposte per la soluzione al problema del precariato: un nuovo sistema di reclutamento che preveda la stabilizzazione, con concorsi per titoli e servizio, per tutti coloro che vantano un’esperienza lavorativa di almeno trentasei mesi con assunzioni a tempo indeterminato e programmate sulla base di organici triennali e contratto a tempo determinato di analoga durata Solo in questo modo si garantirebbe continuità didattica e il superamento dello squilibrio territoriale tra domanda ed offerta di lavoro e un sistema di reclutamento finalmente in grado di rispettare i tempi della scuola.