Quale è la verità fra l’Italia del meraviglioso Made in Italy che tira e i caporali delinquenti?
Se le aziende agrozootecniche italiane stanno chiudendo, cosa c’è nel Made in Italy?
La Marcia per il Riscatto delle Comunità Rurala presenterà l’inchiesta sulla condizione rurale in preparazione della mobilitazione del 31 ottobre a Roma.
Si sta tenendo in Italia la Marcia per il Riscatto delle Comunità Rurali che sta attraversando con quasi settemila km di percorso i territori rurali italiani incontrando gli agricoltori e le comunità delle aree di crisi e le esperienze che cercano di affermare modelli e pratiche per uscire positivamente dalla crisi.
La Marcia è proposta da un forte movimento di base di agricoltori meridionali in mobilitazione insieme ai sindaci, a diverse associazioni ed a tanti cittadini contro la crisi agricola e contro il provvedimento del Governo che, imponendo l’IMU agricola (una tassa arrogante e devastante economicamente e socialmente) da il segno di quanto ancora non sia chiara la profondità e della crisi e i rischi che l’intero Paese corre con un agroalimentare italiano senza agricoltori e in mano agli speculatori.
Una condizione che gli agricoltori e i sindaci conoscono bene, mentre ai cittadini arrivano spesso messaggi confusi che alimentano l’idea di un’agricoltura fortemente assistita e finanziata, di agricoltori che si lamentano solo per strappare qualche obolo in più, di un mondo da Mulino Bianco in cui tutti esportano e vivono felici.
Un mondo da favola raccontato da trasmissioni e format che per descrivere l’agricoltura parlano di sagre, di prodotti di nicchia sempre più improbabili con i nemici sempre all’estero e fuori dalle frontiere come sono i sofisticatori del parmesan o i contraffattori del Made in Italy (salvo, poi, scoprire nelle cronache che, improvvisamente e come funghi, spuntano i caporali, lo sfruttamento del lavoro, i suicidi o le sofisticazioni).
In mezzo a queste due immagini false e distorte c’è la realtà di campagne in cui la competizione di prezzo è la norma generale che scarica sul lavoro la mancanza di riforme, di regole e di reddito e di un made in Italy con sempre meno lavoro dei nostri agricoltori e braccianti anche grazie a regole e norme che lo permettono.
La Marcia per il Riscatto, fra i suoi obiettivi, ha quello di raccogliere dati, testimonianze, storie in tante aree rurali del Paese per impostare una vera e propria inchiesta sociale di cui questi 36 giorni di percorso nella Italia Rurale vera iniziati il 25 settembre a Matera e che si concluderanno il 31 ottobre a Roma saranno l’ossatura.
Il 31 ottobre sarà il giorno in cui chiuderà l’Expo a Milano dove si sarà celebrata “l’agricoltura che sfama il mondo”, gli agricoltori in Piazza grideranno forte che “Gli agricoltori italiani sfamano sempre meno i cittadini” e, in quel contesto, fra l’altro, verrà annunciata la nascita del Centro di Documentazione per la Sovranità Alimentare che si propone di fornire all’opinione pubblica ed agli operatori dell’informazione elementi per comprendere la condizione di chi lavora la terra e vive nelle aree rurali oggettivamente rispondente alla realtà.
Il 15 ottobre 2015 alle ore il team della Marcia del Riscatto (tre agricoltori, un giornalista di inchiesta e il coordinatore del Movimento Riscatto) saranno nella Sala Conferenze della Fondazione Basso alle ore 10 per presentare l’inchiesta e proporre ai giornalisti le prime riflessioni su quanto sta emergendo e sugli elementi già inquietanti che sta raccogliendo nel centrosud italia (prima di ripartire per il Nord nei prossimi giorni).