Il coordinamento della Fiom Cgil nazionale ha avviato una campagna di assemblee per tutto il gruppo Marelli per informare i lavoratori sulla situazione reale del gruppo dal punto di vista contrattuale, produttivo e delle prospettive occupazionali.
Nei giorni scorsi si sono svolte le assemblee nella Marelli di Melfi, con la partecipazione del responsabile del coordinamento della Fiom Cgil nazionale della Marelli, Alessandro Pagano, che ha sottolineato come la decisione di istituire un coordinamento nazionale del gruppo si è resa necessaria alla luce della cessione alla Calsonic e Kansei, passaggio avvenuto tra il 2018 e 2019 nel silenzio e nell’indifferenza generale del governo e che ha modificato sostanzialmente la condizione dell’azienda divenuta ormai un fornitore autocomponentistica in un mercato in trasformazione che guarda alla riduzione dei costi invece di investire in innovazione tecnologica, ricerca e formazione.
L’industria italiana perde così un pezzo determinante per il rilancio dell’automotive e dell’occupazione in Italia, che conta all’incirca 9mila dipendente nei 14 stabilimenti italiani. Oggi, a pochi mesi di distanza dalla fuoriuscita di Fca, nonostante le dichiarazioni della direzione che ha rassicurato le organizzazioni sindacali sulle future prospettive produttive e occupazionali, si registra un generalizzato calo di attività con conseguente riduzione della saturazione degli impianti: in tutti i siti vi è l’utilizzo di ammortizzatori sociali, compreso quello di Melfi.
Le ricadute dei volumi produttivi di Fca e le ulteriori contrazioni produttive derivanti da
una riduzione della domanda, in aggiunta all’esigenza di messa in funzione di nuovi impianti, produrrà la necessità di un incremento degli ammortizzatori sociali dal 48% al 60%, con una sostanziale perdita salariale per tutti i lavoratori coinvolti.
La Fiom Cgil chiede che si convochi urgentemente l’incontro richiesto il giorno 4 ottobre
alla direzione aziendale per conoscere in tempi brevi le prospettive industriali del gruppo.
Il sindacato chiede l’applicazione del contratto collettivo nazionale, il mantenimento dei livello occupazionali e un miglioramento delle condizioni salariali e di lavoro. La Fiom Cgil chiede inoltre un tavolo al governo nazionale con il settore della componentistica con l’obiettivo di mettere al centro le politiche industriali e promuovere il futuro per l’industria dell’automotive in Italia.