Si è tenuto oggi l’incontro tra le segreterie confederali di Cgi, Cisl e Uil e di Fim, Fiom e Uilm per discutere la complessa vertenza che riguarda i lavoratori ex Firema (oggi TFA) di TITO che hanno maturato il diritto alla pensione in quanto esposti all’amianto ma che, per una storia tutta italiana, sono costretti a continuare a lavorare subendo anche gli ammortizzatori sociali.
La storia nasce nel 2017 con la legge 205 che assegnava alcuni periodi contributivi aggiuntivi ai lavoratori esposti all’amianto. I lavoratori Lucani hanno presentato le domande in tempi utili e queste sono state accolte dall’INPS, ma a causa della mancata applicazione della norma da parte del governo si trovano nella surreale situazione di dover proseguire il lavoro.
C’è anche chi sta peggio: i lavoratori e le lavoratrici che in seguito al passaggio da Firema trasporti a TFA sono rientrati nel “bacino Firema” hanno terminato ogni forma di ammortizzatore sociale e sono oggi senza reddito con il diritto alla pensione in tasca.
Le organizzazioni sindacali di categoria Fim, Fiom e Uilm hanno percorso ogni possibile strada per chiudere la vertenza ma, a oggi, per responsabilità della politica e delle istituzioni non si intravede nessuna concreta soluzione per i lavoratori. Fim, Fiom e Uilm, unitamente a CGIL CISL e UIL, chiedono pertanto con urgenza un incontro al prefetto di Potenza affinché lo stesso possa intercedere verso il governo per una definitiva soluzione che assicuri il diritto maturato dei lavoratori alla pensione. Giovedì 11 Giugno a partire dalle 10 i lavoratori TFA terranno un presidio in piazza Prefettura a Potenza per difendere i loro diritti.