Domenica 20 luglio alle ore 18,30 Leonardo Conte inizia il suo sciopero della fame in piazza Eraclea a Policoro che porterà avanti fino a quando non si terrà il tavolo di compromesso su cui chi ha fatto l’offerta per comprare all’asta la sua terra si era impegnato e che è andato deserto per ben due volte nonostante la convocazione da parte del Sindaco di Tursi perchè la controparte non si è presentata.
Leonardo Conte ha inviato stamattina una lettera al Vescovo di Tursi, Monsignor Nolè ed alle parrocchie della Diocesi, in cui si fa appello ad un suo intervento in nome della sua autorità morale dal momento che non tutte le questioni possono essere ricondotte solo alla speculazione ed al denaro ma l’etica delle azioni è base fondante della convivenza pacifica nelle comunità.
La lettera questa mattina (domenica) è consegnata ai parroci di Policoro e lo sarà nei prossimi giorni a tutti i parroci. Nella giornata di oggi verrà inviato un fax/telegramma alla controparte con la richiesta di chiedere al tribunale la sospensione delle procedure esecutive e di sedersi al tavolo di mediazione.
Lo sciopero della fame di Leonardo Conte è sostenuto e supportato dal Comitato per la Difesa di Angela e Leonardo e delle aziende agricole” che sta attivando tutta una serie di iniziative.
Il Comitato per Angela e Leonardo e contro le vendite all’asta si è incontrato ieri sera come annunciato nella Sala Parrocchiale della Chiesa Madre di Policoro in Piazza Heraclea ed, alla fine, con un documento che sarà inviato alla Regione Basilicata, ai consiglieri regionali, ai parlamentari lucani ed al Governo Nazionale ha ribadito che: “la vicenda di Angela e Leonardo è solo la punta di un iceberg che nasconde una realtà gravissima in tutto il Metapontino come nelle aree agricole di tutto il Paese in cui nei decenni scorsi sono stati fatti grandi investimenti da parte degli agricoltori. Una intera generazione di agricoltori ha creduto alla promessa di grandi opportunità che la globalizzazione dei mercati e l’apertura delle frontiere per favorire la competizione avrebbe portato. Promessa fatta loro dalla politica, ovvero da chi ha avuto responsabilità di governo ma anche da tutte le organizzazioni professionali agricole, che avevano garantito un meraviglioso futuro di modernità a condizione che gli agricoltori italiani avessero smesso di fare i contadini e fossero diventati imprenditori investendo sulle imprese agricole capitali. Gli investimenti per gli agricoltori sono possibili ad una sola condizione: smobilizzando e portando a garanzia i patrimoni di terra e proprietà degli agricoltori. Nei decenni scorsi una enorme mole di denaro è stata investita sulla scommessa del mercato globale in una grande innovazione di processo e prodotto da parte degli agricoltori ricorrendo al debito bancario garantito dai patrimoni accumulati dalle generazioni precedenti (padri, nonni, madri) sulla base di una logica forse antica ma per secoli vincente: quella dell’oculatezza e del risparmio contadino legato al lavoro della terra e non certo alla finanziarizzazione dei processi economici. La verità si è purtroppo svelata come la più grande delle menzogne operate in danno degli agricoltori e dei cittadini/consumatori: il crollo dei prezzi al campo e l’aumento vertiginoso dei costi produttivi sono stati solo una cartina di un quadro in cui l’Europa e l’Italia scelgono di poter fare a meno delle nostre aziende produttive che rimangono sempre di più caricate di debiti non remunerati dagli andamenti di mercato. E’ questa la vera natura dell’indebitamento dell’azienda agricola nelle aree produttive una volta forti del nostro Paese: è conseguenza non della capacità degli agricoltori di fare il proprio mestiere ma della incapacità della politica di garantire un quadro in cui gli investimenti abbiano un senso”. Con questo convincimento il “Comitato per la Difesa di Angela e Nando e dell’agricoltura lucana” ha rivendicato tutte le iniziative condotte in questi anni insieme ad Altragricoltura e a molte altre realtà sociali, sindacali e culturali e si rivolge direttamente alla Regione Basilicata ed al Governo con un documento che sarà presentato domattina (21 luglio) alle ore 9 a Potenza all’Assessore Regionale Michele Ottati ed inviato ai Parlamentari lucani in cui, al primo punto, si chiede la Moratoria delle esecuzioni contro le aziende agricole per il tempo necessario a ricontrattare in Europa e con il Governo Nazionale le condizioni di un rilancio vero che assicuri reddito e futuro per chi lavora la terra.
Sempre alle ore 9 di domattina all’assessore Regionale Michele Ottati sarà consegnato un documento con le proposte per il rilancio dell’Azienda Conte e per alcuni interventi nelle aree di crisi dell’agricoltura lucana. Il documento si intitola “TRASFORMARE LA CRISI RURALE IN OPPORTUNITA’ ECONOMICA E SOCIALE” e contiene un pacchetto di proposte operative e progetti per sperimentare in Basilicata la possibilità di assistere le aziende agricole in crisi verso modelli positivi economicamente gestibili.
rivolge un ulteriore appello a chi ha comprato all’asta: sospendi le procedure e discuti di un compromessoDa domenica mattina Leonardo Conte inizia lo sciopero della fame che andrà avanti fino a quando non si aprirà il tavolo di confronto per trovare una soluzione concordata. Altragricoltura lo sostiene fino in fondo e prepara le ulteriori mosse per una soluzione positiva.Stamattina, 19 luglio 2014, si è tenuta la Conferenza stampa a Policoro in cui Gianni Fabbris, Leonardo Conte ed Angela Ergastolo hanno fatto il punto della situazione sulla vertenza in difesa dell’azienda “Fior di salumi”.
Il fatto: l’azienda costruita dalla famiglia Conte era una delle più importanti aziende allevatrici e di trasformazione dell’Italia meridionale arrivando a far registrare un fatturato di oltre 10 miliardi di lire negli anni ’90 e diventando la più importante azienda biologica del Mezzogiorno.
Quella azienda è entrata in crisi come la quasi totalità delle aziende di quel tipo meridionali per le congiunture del mercato e il quadro delle scelte di politica agricola ma anche per effetto di una profonda ingiustizia contro cui Leonardo Conte ha sempre combattuto e che ha sempre denunciato: l’abbattimento senza alcun indennizzo dei capi per il sospetto di “afta epizootica” che si è poi rivelato infondato ma per cui non è stato pagato alcun risarcimento precipitando l’azienda in una profondissima crisi da cui non si è più risollevata.
Negli anni scorsi, grazie anche all’iniziativa del Soccorso Contadino, quella azienda è stata oggetto di un piano di rilancio e di fuoriuscita dalla crisi su cui si stanno avviando investimenti e progetti perché poss tornare ad essere un’azienda produttiva modello capace di produrre cibo e servizi di qualità nel quadro dei nuovi orientamenti di mercato.
Ad interrompere questo processo è però intervenuto l’evento traumatico della vendita all’asta per cui un vicino di terreno (che dunque conosceva e conosce bene la condizione di Leonardo e Angela ed il fatto che stanno in tutti i modi lavorando alla messa in sicurezza ed al rilancio dell’azienda) ha comprato per 80.000 euro un valore di almeno seicentomila euro.
Non essendo riusciti per motivi “tecnici” ad evitare la vendita, Altragricoltura, che non ha mai contestato gli aspetti formali della vendita avvenuta all’interno delle procedure di legge (su cui comunque avremmo molto da criticare per come sono consentite) fin dal primo momento ha posto un problema in termini chiari: “Se è criticabile ma comunque legalmente lecito e comprensibile il fatto che qualcuno compri all’asta quando l’azienda è morta o cessata cercando di far fruttare al meglio i propri soldi non è moralmente accettabile il fatto che questo avvenga quando i beni sono oggetto dello strenuo tentativo di risanamento, rilancio e difesa di chi non solo non li ha abbandonati ma sta provando a risolvere i problemi”.
E’ il caso dell’Azienda Conte che è stata comprata all’asta da chi sapeva bene la sua situazione e conosceva gli sforzi di Leonardo e Angela. E’, questo, per Altragricoltura un atto immorale intollerabile in una comunità, su cui fin dal primo momento con molte pubbliche iniziative alla presenza di ogni autorità (compreso il viceprefetto invitato nella sala Consigliare di Policoro) è stato chiesto un ripensamento che poteva scongiurare una lesione, una frattura alla convivenza civile e pacifica.
Diverse sono le ipotesi possibili; fra queste, per esempio, quelle di recuperare i soldi investiti da chi ha fatto l’offerta oppure quella di mettere le risorse investite a capitale nella società cooperativa già costituita per il rilancio dell’azienda e che è pronta agli investimenti per fare di quel luogo un’azienda modello di Agricoltura Sociale, Allevamento e trasformazione biologica, servizi agrituristici e di ristorazione al territorio.
Perchè questo possa accadere, però, occorre la disponibilità e la volontà di trovare un compromesso che tuteli tutti e, così, sembrava stesse avvenendo quando l’ultima volta che l’Ufficiale Giudiziario aveva cercato di entrare in azienda, si era sospesa la procedura con un verbale in cui le parti, prendendo atto che il Sindaco di Tursi aveva convocato un Tavolo di Compromesso, si impegnavano ad incontrarsi.
Quel tavolo, però, non si è mai tenuto per le pretestuose motivazioni di chi ha comprato che, evidentemente, dopo aver dato la parola della disponibilità all’incontro in realtà continua ancora a pensare di poter incassare l’affare a facile prezzo senza dover rendere conto e senza voler fare un passo indietro.
Ieri pomeriggio Gianni Fabbris era andato in Questura a Matera per rappresentare la gravità nel Metapontino delle tante aziende in crisi e il fatto che per queste crisi servono soluzioni istituzionali, politiche e comunque concordate fra le parti. Fabbris ha sottolineato ai rappresentanti delle forze dell’ordine che l’azione condotta in questi anni da Altragricoltura sul territorio si è sempre sforzata di ricercare e trovare delle soluzioni di compromesso e negoziate e che questo ha tenuto per molti aperta la speranza. “Se questa azione dovesse fallire, se dovesse venire meno la funzione della mediazione sindacale tutto diventerebbe un problema di ordine pubblico” ha argomentato Fabbris aggiungendo che “i problemi non sarebbero solo per il tentativo di entrare nell’azienda Conte che noi siamo determinati ad impedire assumendocene la responsabilità ma, soprattutto, per le tante altre situazioni di aste aperte che, non avendo prospettive di soluzioni, lascerebbe il campo alla reazione di quanti non sono disposti ad essere semplicemente agnelli sacrificali della crisi ed a perdere il lavoro di una vita”.
Nella conferenza stampa di oggi, dunque, Fabbris ha rivolto direttamente un appello a chi ha comprato: “Sospendi di tua iniziativa la procedura in corso, evita che lunedì l’Ufficiale Giudiziario sia chiamato ad ulteriori passi formali e siediti al tavolo di confronto per trovare un compromesso e rilanciare l’azienda o metteti in condizione di recuperare l’investimento”. Per Altragricoltura e il Comitato di Sostegno ad Angela e Leonardo sarebbe questo un gesto importante di disponibilità che consentirebbe una discussione positiva ma se questo non ci sarà, l’atteggiamento avuto fin’ora cambierebbe. Il Comitato di Sostegno ha discusso ed ha pronta una campagna nazionale dal titolo: TOGLIAMO ANGELA E LEONARDO DALLE GRINFIE DEGLI SCIACALLI, che, evidentemente, avrebbe l’obiettivo (fin qui non praticato per ricercare al contrario una soluzione concordata) di fare in modo che su questa vicenda si apra la più grande attenzione dell’opinione pubblica nazionale cui verrà chiesto se “Trovate morale che il vostro vicino di casa approfitti dei vostri guai comprando all’asta i vostri beni mentre voi cercate di uscire dalla crisi?”.
Nel frattempo il Comitato, con l’obiettivo di tentare fino in fondo la via della mediazione e del compromesso, annuncia il sostegno attivo ad una importante ed impegnativa iniziativa che la la famiglia Conte sta per assumere.
DA DOMATTINA DOMENICA 20 LUGLIO, LEONARDO CONTE IN PIAZZA HERACLEA INIZIERA’ UNO SCIOPERO DELLA FAME CHE ANDRA’ AVANTI FINO A QUANDO NON SI REALIZZERA’ IL TAVOLO DI COMPROMESSO PROPOSTO DAL SINDACO DI TURSI.
A Leonardo ed Angela anche in questo caso non andrà solo la solidarietà ma, anche, l’impegno attivo per cui, nel frattempo, metteremo in campo tutta una serie di iniziative per chiamare la comunità di Policoro e del Metapontino a rispondere al quesito “Siamo davvero disposti ad accettare che un abitante del territorio che ha qualche disponibilità economica possa approfittare della difficoltà del suo vicino e comprare all’asta il lavoro di una vita mentre i suoi confinanti sono impegnati nell’azione di rilancio e risanamento?”.
Domattina, in occasione dell’avvio del presidio in sostegno dello sciopero della fame di Leonardo Conte alle ore 12, sarà diffuso l’agenda delle iniziative per lunedi mattina in attesa di sapere se l’appuntamento con l’Ufficiale Giudiziario sarà sospeso o meno. Se non lo sarà ci troveremo tutti alle ore 13 all’Azienda Conte per preparare il Caffè per gli ospiti.
Una ventina di persone del Comitato TerreJoniche ha partecipato dalle 10 di ieri mattina (18 luglio) alle iniziative a Montescaglioso in preparazione del Forum che si terrà a Bernalda fra il 25 e il 28 luglio 2014.
Il progetto era di informare e coinvolgere i cittadini in tre passaggi: in mattinata il volantinaggio al mercato (vedi l’allegato e il volantone alle pagine http://terrejoniche.maipiu.eu/terrejonichenews-luglio-2014/) e lungo le strade e i negozi del centro, il pomeriggio con lo speakeraggio in paese e la sera con un’assemblea aperta in Piazza Roma.
“Sapevamo di trovare le difficoltà che si trovano a condurre le iniziative in tutti i paesi: difficoltà alla partecipazione e il muro della diffidenza alimentato da anni di ritardi e di vuoti nelle risposte alle comunità” ha commentato Mimmo Prencipe che dalla mattina è stato impegnato insieme agli uomini e le donne alluvionati nell’azione a Montescaglioso per spiegare e raccontare l’esperienza di lotta che va avanti ormai da tre anni e mezzo. Il Comitato, dunque, era andato a Montescaglioso con l’obiettivo di superare e rompere quel muro e di coinvolgere i cittadini nella battaglia comune con tutti gli altri dei comuni della fascia jonica, perchè “Non c’è risposta per i problemi della frana di Montescaglioso se non c’è anche alle alluvioni ndel bradano, a Marconia, nel Ginosino o negli altri paesi. O si vince tutti insieme o si perde tutti insieme. La possibilità di vincere è molto funzione di quanto sapremo superare i particolarismi e i campanilismi in cui la cattiva politica ci ha tenuto in questi anni” ha spiegato Gianni Fabbris nell’intervento in piazza la sera alle 21. Il Comitato era andato in Piazza Roma con l’idea di tenere un’agorà, un incontro pubblico vecchio stampo in cui ognuno dice la sua ed ha la possibilità di confrontarsi ma, alla fine della bella, lunga e partecipata serata in Piazza, Francesco Lomonaco, uno dei componenti il Coordinamento del Comitato TerreJoniche ha commentato ” ieri sera in piazza Roma a Montescaglioso il Comitato Terre Joniche ha fatto di meglio. L’onda di passione che sprizzava dalla voce di Gianni Fabbris si è infiltrata fra gli ascoltatori, le donne e gli uomini che erano intervenuti. Le parole hanno inondato anche i passanti distratti e tutti coloro che erano lì per controllare “quanti e quali” montesi fossero presenti. Quando le parole sono fresche sono come gocce d’acqua… passano dapertutto. Ecco: abbiamo superato gli argini…”.
Ed è così che, alla fine dell’intervento dopo che Fabbris a nome del Comitato aveva annunciato un prossimo incontro organizzativo a Montescaglioso per “aprire” le porte del Comitato alla partecipazione sia di quanti sono stati colpiti dalle alluvioni e dalla frana sia al contributo delle migliori energie democratiche e tecniche che hanno a cuore le sorti del paese, nel capannello di discussione si è affrontata operativamente una delle proposte avanzate dal Comitato: quella di chiedere al Sindaco di Montescaglioso un incontro per aprire un tavolo partecipato con i cittadini che hanno il diritto di essere informati e di essere coinvolti nelle scelte che si stanno operando ed in quelle che dovranno essere assunte per rispondere ai grandi problemi aperti dalla frana e dalle alluvioni.
Il “limo” della partecipazione portato a Monte dal Comitato Terre Joniche si è mescolando alla buona terra di Montescaglioso, sembra tutto pronto per la semina. Anche da Montescaglioso siamo pronti per il FORUM di Bernalda del 25, 26, 27 e 28 Luglio 2014