Si è conclusa intorno alle 11 e 30 la mattinata di mobilitazione contro lo sciacallaggio che era iniziata alle 9 da Piazza Heraclea, quando un corteo di macchine e automezzi di lavoro con uomini, donne, agricoltori e persino il Parroco della Chiesa Madre di Policoro (Don Antonio) si era mosso per recarsi verso l’azienda di Leonardo Conte e Angela Ergastolo chiusa da un cancello dietro cui oltre 300 maiali pascolavano in libertà per l’occasione.
Un nutrito gruppo di cittadini e agricoltori, alla presenza di Carabinieri, Agenti di Polizia e Vigili Urbani ha ricevuto, così, l’Ufficiale Giudiziario, gli avvocati delle controparti e del Giudice delle esecuzioni del Tribunale di Matera, il Commercialista che ha eseguito la vendita dei beni e le persone (moglie e marito) che hanno comprato all’asta i beni della famiglia Conte.
Mentre Leonardo Conte, che nel frattempo era al decimo giorno di sciopero della fame era stato portato dall’ambulanza del 118 per un malore in ospedale e sua moglie Angela Ergastolo lo stava assistendo, l’Avvocato del Soccorso Contadino, Avv. Antonio Melidoro, ha eccepito all’Ufficiale Giudiziario le ragioni tecniche e giuridiche di irregolarità della procedura che si pretendeva di eseguire ed ha preteso che fossero messe a verbale chiedendo di sospendere il procedimento.
L’Ufficiale Giudiziario non ha sentito ragione nonostante che Gianni Fabbris, nella sua veste di Dirigente di Altragricoltura (l’associazione sindacale cui Leonardo Conte è iscritto) e di Presidente dell’Associazione di Agricoltori Rinascita Lucana che rivendica il possesso della terra, continuasse a chiedere che fossero messe a verbale le ragioni per cui la controparte si era sottratta dall’impegno. Nessuno spazio alla mediazione offerto alle Ragioni di chi si sta battendo per chiedere un compromesso a chi ha comprato.
E’ cosi che, quando l’Ufficiale Giudiziario ha intimato di aprire la porta chiedendo l’intervento dei fabbri, i presenti si sono disposti tutti davanti al cancello con le braccia conserte fermamente determinati a non muoversi.
La richiesta fatta dall’Ufficiale Giudiziario alle forze di polizia presenti di usare la forza per aprire il cancello, non è stata accolta dal Responsabile delle Forze dell’Ordine che, dopo essersi consultato con la Questura, ha valutato come non ci fossero le condizioni per eseguire in sicurezza le operazioni di accesso.
Gli avvocati presenti e l’Ufficiale Giudiziario si sono riconvocati per il 25 Agosto aggiornando le procedure di accesso.
E’ finita cosi la mattinata che le controparti (sia chi ha comprato che il loro avvocato) avevano preparato facendo crescere un clima di intimidazione e da ultima spiaggia. Nelle ore precedenti in diversi li avevano contattati, anche alla luce delle diverse prese di posizione a favore di una soluzione concordata e soprattutto di quella del Presidente Marcello Pittella, per favorire una soluzione. A tutti erano state date risposte sprezzanti e chiusure al dialogo con la promessa che oggi si sarebbe compiuto l'”inevitabile” e che solo dopo entrati in possesso dei beni si sarebbe è potuta aprire, semmai, una discussione.
Invece è stato, per la IV volta, evitato e, aggiunge Fabbris “sarà evitabilissimo anche per molto tempo nel futuro”. “Noi chiediamo la mediazione e il compromesso da un anno e mezzo pronti a fare ogni passo per trovare una soluzione e loro cercano lo scontro. Noi facciamo appello alla ragionevolezza e loro pensano di poter mostrare i muscoli senza dover rispondere dell’atto immorale di sciacallaggio che hanno compiuto ma solo mossi da avidità e spirito di cupidigia. Che pena vedere la scena della persona che ha comprato all’asta ostentare le catene e il lucchetto nuovo che, provocando, mostrava di voler mettere al cancello una volta entrato in possesso della proprietà. Una scena di miserabile disumanità che evidentemente risponde a tutti gli appelli fatti in questi giorni” con queste parole Fabbris ha annunciato nell’incontro al presidio in Piazza Eraclea, il cambio di strategia: “Finora abbiamo usato la ragionevolezza e il buon senso per sostenere la necessità di una mediazione, non vorremmo che qualcuno pensi di approfittare e speculare sulla nostra disponibilità magari per alzare il prezzo e, dopo aver comprato per quattro soldi, pensa di guadagnarci ancora di più rivendendo i beni. Prendiamo atto della risposta provocatoria e cambiamo strategia: dai prossimi giorni parte la più efficace campagna e iniziativa che saremo capaci di sviluppare perchè in tutta Italia tutti conoscano la storia di Peppe lo Sciacallo e dei suoi sodali. Il riflettore che apriremo impedirà a questa storia di avere l’epilogo in cui molte altre cosi si sono consumate o si stanno consumando, quello per cui nel silenzio e nell’ombra alimentata dalla vergogna e dalla paura, gli sciacalli e gli usurai approfittano delle disgrazie di quanti stanno pagando il prezzo della crisi. Al contrario ognuno dei protagonisti dovrà metterci la faccia e chi ritiene che sia lecito compiere azioni di sciacallaggio dovrà rispondere al giudizio etico della collettività”.
Fabbris ha annunciato una serie di iniziative, fra cui quelle del rilancio dell’azienda di Leonardo e Angela che sarà messo in atto nei prossimi giorni ed ha promesso “Il 25 Agosto, quando torneranno, se torneranno, ci troveranno in molti di più e troveranno un’azienda nuovamente attiva ed al lavoro”.
Alla fine dell’incontro in Piazza Heraclea, Leonardo Conte che ha ringraziato tutti commosso insieme alla moglie Angela, ha smesso al suo decimo giorno lo sciopero della fame. Lo aveva iniziato per chiedere che si componesse il tavolo di mediazione ma, vista la risposta avuta stamattina, evidentemente non servirebbe continuare. “Quel tavolo rimane l’obiettivo da raggiungere per discutere di una soluzione” dichiara Gianni Fabbris “fino a quando non si terrà, però, noi non staremo più ad aspettare le disponibilità di chi non da segnali e ci prepariamo ad alzare il tiro della nostra iniziativa in tutte le sedi, politiche, sociali ed anche legali”
Lug 29