I segretari territoriali Eustachio Nicoletti (Cgil), Giuseppe Amatulli (Cisl) e Franco Coppola (Uil) e del comparto servizi della Cgil, Angelo Vaccaro hanno convocato in mattinata i giornalisti a Matera per comunicare le ragioni dello sciopero proclamato per il 12 settembre 2016 e che interesserà 56 persone che lavorano al Centro Unico di Prenotazione dell’Azienda Sanitaria di Matera. Lo sciopero – hanno precisato i sindacati – è stato proclamato per protestare contro l’aggravarsi della situazione di precarietà, con riduzione degli orari di lavoro e dei compensi, e dei mancati interventi “integrativi” da parte di Regione Basilicata e Azienda sanitaria locale. L a protesta assicurerà le prestazioni minime e sarà supportata da attività di sensibilizzazione verso i cittadini.
Di seguito la nota integrale che precisa le ragioni dello sciopero dei lavoratori in servizio al CUP dell’Asm di Matera.
Sembra quasi un ritornello. Ogni spending review, ogni cambio di appalto di servizi, si traduce inevitabilmente in tagli all’occupazione, riduzione delle ore contrattuali e corrispondente riduzione delle retribuzioni, precarizzazione ulteriore di contratti di lavoro già precari, peggioramento delle condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro, riduzione e peggioramento della qualità dei servizi per l’utenza, con conseguenti effetti deleteri sui livelli di salvaguardia del fondamentale diritto alla salute delle persone.
La nostra vertenza di lavoratrici e lavoratori addetti ai servizi in appalto del CUP dell’ASM di Matera riflette emblematicamente tutto questo.
Nel cambio di appalto avvenuto all’inizio di quest’anno ci hanno detto che bisognava tagliare nella misura del 25% l’occupazione o, in alternativa, ridurre della stessa misura le ore lavorate e le retribuzioni. Poiché i nostri contratti si concretizzano in part – time di 24, 20, 18, 16 ed in alcuni casi addirittura di 10 ore settimanali, si comprenderà quanto un taglio del 25% delle ore lavorate e dello stipendio leda la dignità di noi lavoratrici e lavoratori e faccia precipitare il reddito delle nostre famiglie sotto la soglia di povertà.
Chi si fa carico dei figli che dipendono totalmente da questa fonte di lavoro?
Chi si assume la responsabilità di far precipitare queste famiglie al di sotto della soglia di povertà?
Chi può in tutta coscienza dirsi tranquillo quando chiede ai lavoratori il massimo dell’impegno e dell’abnegazione a fronte di stipendi mensili che precipitano anche a 300 euro?
Risale al 9 febbraio 2016, l’impegno della Regione Basilicata, con la mediazione del Presidente della Giunta Regionale, a salvaguardare i livelli occupazionali, chiedendo ai lavoratori un sacrificio in misura di un taglio dello stipendio pari al 10% delle ore contrattuali. Per contro l’ente pubblico garantiva di mettere in atto tutti gli strumenti necessari a tutelare ed implementare i livelli di servizio connessi alla gestione degli sportelli CUP dell’ASM.
Purtroppo a distanza di sette mesi, prendiamo atto che tutti gli impegni assunti da Regione e ASM siano completamente disattesi, con l’immediata conseguenza di un ritorno al taglio del 25% di ore contrattuali e retribuzioni.
Non rimarremo in silenzio a subire quella che riteniamo una ingiustizia sociale !
Ci dispiace, nella giornata di sciopero, creare alcuni disagi (che pure abbiamo, coscientemente, tentato di arginare al massimo, garantendo sportelli in tutti i presidi ospedalieri facenti capo all’ASM), ma siamo certi che gli ammalati e le loro famiglie, gli utenti del servizio sanitario ed i cittadini offriranno la solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori ed alle loro famiglie ormai in ginocchio.
Al Presidente della Giunta regionale non chiediamo l’impossibile. Chiediamo solamente di rispettare e far rispettare gli impegni assunti.