Si è tenuta nella sede di Potenza dell’Ente per lo Sviluppo dell’Irrigazione e la Trasformazione Fondiaria in Puglia, Lucania e Irpinia una partecipata assemblea dei lavoratori dell’Ente appartenenti alle categorie del pubblico impiego e del settore agricolo. Sono circa 150 i lavoratori coinvolti: 80 a tempo indeterminato e 46 a tempo determinato con il contratto Epne, 31 a tempo indeterminato con contratto idraulico-forestale.
Le organizzazioni sindacali Fp Cgil, Csil Fp e UilPa per la categoria del pubblico impiego e Flai Cgil, Uila e la Fai Cisl hanno proclamato lo stato di agitazione e dichiarato che metteranno in atto tutte le azioni consentite dalla norma per rivendicare i diritti dei lavoratori dell’Ente che svolgono un’attività fondamentale per il territorio ma che rischiano il mancato pagamento dei salari a causa di un indebitamento che si aggira intorno ai 67 milioni di euro.
L’incontro tenuto il 28 gennaio scorso con la neo commissaria Guglielmetti non ha rassicurato i rappresentati dei lavoratori perché pare si occuperà solo della liquidazione dell’Ente e non della trasformazione, prevista dall’art.24 del Decreto Crescita di giugno 2019, nella società pubblica costituita dallo Stato e dalle Regioni di Puglia, Basilicata e Campania, una società partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e vigilata dal Dipartimento delegato all’Autorità politica per le politiche di coesione e per il Mezzogiorno, il Ministero per le Politiche Agricole e Forestali e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Le organizzazioni sindacali sono fomente preoccupate anche per la scadenza imminente di alcuni contratti a tempo determinato di lavoratori e professionisti che assicurano la vigilanza sulle otto dighe gestite dall’Ente che garantiscono l’erogazione idrica alle popolazioni di Puglia, Basilicata, Irpina e Calabria settentrionale, nonché a importanti stabilimenti industriali come l’Ilva e la Fca.
Per questo Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa e FlaI Cgil, Uila e la Fai Cisl hanno chiesto a tutte le autorità coinvolte a vari livelli di aprire un tavolo di crisi che intervenga su tutte le problematiche che investono l’Ente. In mancanza, sono pronte ad attivare ogni forma di protesta per garantire ai lavoratori di recuperare una condizione dignitosa dal punto di vista economico che metta in sicurezza la condizione lavorativa futura.
Feb 11