Vertenza Labanca autotrasporti, Filt Cgil Basilicata e Fit Cisl Basilicata: “Chiedere i danni per uno sciopero che non è stato fatto è davvero assurdo e offensivo”. Di seguito la nota integrale.
Restiamo esterrefatti dalla nota emanata dall’azienda Labanca autotrasporti sull’esito della procedura di raffreddamento avvenuta in prefettura. Non pensavamo che esistessero in Italia ancora aziende che hanno un approccio con il sindacato e con le relazioni industriali di questo tipo.
Pur ipotizzando un errore sulla procedura della 146/90, lo sciopero è stato revocato proprio perché sono intervenuti la commissione nazionale di garanzia e il prefetto che, con la convocazione, ha sanato il difetto di procedura, viziata più dalla mancata risposta dell’azienda che dalla mancata citazione del riferimento di legge 146/90.
Dopo la procedura chiusa in prefettura provvederemo alla dichiarazione di sciopero nelle more della procedura stessa e al netto di franchigie, ma il dato oggettivo è che chiedere i danni per uno sciopero che non è stato fatto è davvero assurdo oltre che offensivo. Avevamo teso la mano all’azienda su tutto pur di vedere ritirato un provvedimento ingiusto su un delegato sindacale che poneva fra l’altro questioni legate alla sicurezza. È assurdo leggere che fra le motivazioni del licenziamento per giusta causa che dovrebbero avere motivazioni pregnanti leggiamo che il lavoratore chiamava “bambino” il datore di lavoro. Non possiamo far passare un licenziamento strumentale e intimidatorio stile anni 30′ ,non dopo anni di lotte e di battaglie per i diritti e la dignità dei lavoratori.
Per questo domani lunedì 1 agosto porteremo la questione all’Ispettorato del lavoro. Inoltre abbiamo chiesto l’accesso agli atti a Poste italiane per capire se il disciplinare della gara nel capitolo costo del personale è rispettato negli articoli del Codice degli Appalti e delle leggi regionali di clausole sociali. Infine non escludiamo una grande manifestazione a Latronico per ribadire un principio di rispetto del lavoro e dei lavoratori: il mondo degli appalti è un mondo che va tutelato e difeso perché è l’anello debole di un sistema dove i grossi player scaricano i costi del lavoro decentrando ed appaltando, con conseguente riduzione dei diritti e della sicurezza dei lavoratori.