I sindacati di categoria Filctem, Femca e Uiltec hanno avviato la procedura di raffreddamento e conciliazione finalizzata allo sciopero per i lavoratori Italgas della Basilicata. Un percorso condiviso in assemblea con i lavoratori stessi, i quali stigmatizzano l’atteggiamento dell’azienda incapace di riconoscere e porre rimedio alle evidenti criticità presenti sul territorio rispetto alla copertura dei turni di reperibilità e alla distribuzione dei carichi di lavoro.
Tra le criticità, le attività distintive e le assunzioni, con l’eccessivo ricorso all’esternalizzazione di attività – ricordiamo infatti che l’attività di pronto intervento e reperibilità è una delle attività mappate nel verbale di accordo nazionale di fine 2018 sulle attività distintive e il relativo presidio deve essere svolto in maniera prevalente da parte del personale operativo Italgas, fermo restando il ricorso all’appalto come fattore integrativo e non sostitutivo, e che è previsto, dal citato accordo nazionale, un tempo massimo di 24 mesi per rafforzare gli organici -; i problemi legati alla sicurezza con la scarsità di figure presenti in Basilicata che determina per i pochi lavoratori present la necessità di doversi sobbarcare enormi carichi di lavoro anche nell’attività ordinaria con la pericolosa conseguenza di essere costretti a coprire quotidianamente distanze chilometriche importanti per assicurare il presidio del territorio; la possibilità di affidare fuori regione responsabilità di attività centrali e fondamentali, oltre che di alto contenuto professionale, pur in presenza di ottime capacità professionali presenti in regione, determinando di fatto l’ulteriore svuotamento del presidio del territorio attraverso la migrazione di attività, in un’azienda che gestisce un servizio strategico, universale, pubblico ed essenziale.
Questo accade nell’azienda che è il più importante player della distribuzione del gas nel nostro paese, nell’azienda in cui storicamente le relazioni industriali hanno assunto forma e contenuto di altissimo profilo. Oggi assistiamo increduli a tentativi di ritorsione e subdola intimidazione nei confronti dei lavoratori che legittimamente si oppongono ad una visione sbagliata. Qualcuno ci dica cosa sta succedendo.
Ago 03