Sabino De Razza di USB Lavoro Privato – Puglia interviene sulla Vertenza Natuzzi e spiega perchè il sindacato è contrario alle New.Co.
Dirigenti sindacali di Cgil, Cisl e Uil, dichiarano pubblicamente la propria delusione per la non adesione dei lavoratori della Natuzzi al progetto di New.Co., definita nell’ultimo accordo del 15 novembre scorso.
Non ci stupisce tale delusione, infatti siamo sempre più convinti che il collaborazionismo che i sindacati confederali hanno avuto con l’azienda era ed è evidente a tutti.
Stupisce invece la debolezze delle Istituzioni, in primis Regione Puglia e Basilicata, che hanno assecondato tutta questa vicenda, consapevolmente e caparbiamente ostinate a non ascoltare le ragioni dei lavoratori della Natuzzi che si sono organizzati con l’USB (Unione Sindacale di Base).
Oggi si pone una domanda. Chi rappresenta chi? Se 190 lavoratori su 215 rifiutano la proposta di adesione alla nuova società del gruppo Natuzzi, probabilmente quelle Organizzazioni sindacali e gli accordi sottoscritti da Regioni e MiSE non rappresentano una valida risposte alla vertenza. La “mancata” accettazione da parte dei lavoratori di clausole capestri, contenute nell’accordo del 15/11, ci dicono chiaramente che è necessario riaprire tutta la vertenza Natuzzi coinvolgendo effettivamente gli interessati e chi li rappresenta.
La smentita clamorosa dell’accordo, parla chiaramente della non rappresentatività dei sindacati Confederali, infatti come abbiamo sempre detto in quel accordo non c’erano garanzie per i lavoratori, ma ancora più grave vi era l’obbligo di rinunciare ad ogni contenzioso legale con la Natuzzi SpA. Un vero e proprio ricatto nei confronti dei lavoratori! Ed ancora la “nuova” società nascerà con l’avvio dei lavoratori, non al lavoro, ma alla Cassa Integrazione.
E’ evidente che in questo contesto è necessario un ruolo, di primaria importanza, da parte di Regione Puglia e Regione Basilicata che devono riaprire l’intera vertenza coinvolgendo tutte le parti in causa a partire dai lavoratori attualmente in mobilità.
Vertenza Natuzzi, lettera aperta dell’ex dipendente Giovanni Porfido.
In merito al comunicato della Natuzzi Spa con il quale si incolpano i lavoratori di non voler andare a lavorare io sottoscritto Porfido Giovanni ex dipendente della Natuzzi chiedo alla stessa, non solo, ma anche a tutti gli altri attori coinvolti in questa vertenza del tipo: Silvano Penna, ma anche al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, a Loredana Capone, a Leo Caroli, alla Cisl e alla Uil e allo stesso Antonio Cavallera di rendere notizie ufficiali circa la scomparsa di 108 manifestazioni di interesse per le quali l’Accordo di Programma del 10 ottobre 2013 aveva destinato 101 milioni di euro per creare nuova occupazione nel nostro territorio.
Come mai, noi che siamo la parte interessata, non siamo tenuti a sapere a chi appartenessero dette manifestazioni di interesse, che tipo di lavorazioni avremmo dovuto fare e con quale contratto? E come mai ora non ci sono più?
Perché siamo incolpati noi di non voler andare lavorare alla New Co, che poi è sempre la Natuzzi SPA quando invece è stata essa stessa ad averci licenziato? E per fare cosa poi?
Per continuare a stare in cassa integrazione quando noi chiediamo di poter LAVORARE come tutta la gente normale.
Spero di ottenere risposte pubbliche dalle stesse persone che ho scritto sopra.
Almeno questa volta!
Chi scrive è Porfido Giovanni ex dipendente della Natuzzi “accusato di non voler stare più in cassa integrazione”.
Inoltre mi preme sapere cosa è mancato al nostro territorio tanto da aver costretto 108 manifestazione di interesse a desistere dal generare nuovo sviluppo in loco, motivo per cui, evidentemente, sono disoccupato.