Riceviamo e pubblichiamo la nota inviata dalla Fiom Cgil in merito alla vertenza che riguarda la Pcma di Pisticci Scalo.
Lettera ai lavoratori e alle lavoratrici
La FIOM CGIL di Matera reputa i contenuti dell’ipotesi di accordo sottoposta ai lavoratori in assemblea il 13 luglio 2012 “al massimo ribasso”.
L’azienda, armandosi di un’autorità imbarazzante e prevaricatrice, si permette di evitare tavoli istituzionali colla balzana e risibile scusa che essa non siede ai tavoli a cui può essere presente la CGIL.
Ma, cosa più grave, è affermare che compete ad essa scegliersi gli interlocutori disconoscendo la possibilità di potere essere presente a tavoli istituzionali.
Siamo al paradosso, alla pura follia, alla esaltazione del potere padronale che risale ad epoche ottocentesche.
Impedire alle Istituzioni locali di svolgere il loro ruolo di mediazione e di tutela del proprio territorio e del lavoro è un atto di onnipotenza di questa azienda che non può essere passivamente subito dai lavoratori e dalle istituzioni.
Non volersi confrontare colle istituzioni e con tutte le parti sociali rispetto alla drammatica decisione unilaterale di chiusura e di negazione di 81 posti di lavoro nel nostro territorio è un’offesa verso la nostra terra e la nostra Regione che hanno accolto questa azienda mettendo a sua disposizione braccia, menti e spazi del territorio regionale e provinciale.
Ma è soprattutto sintomo di debolezza delle argomentazioni usate rispetto al prepotente e unilaterale disegno di chiudere il sito in Pisticci: per questo balza evidente il timore aziendale di confrontarsi con tutti i livelli.
I lavoratori non possono restare immobili e ritenere che quell’ipotesi vada accettata senza mediazioni istituzionali (Regione e Ministero dello Sviluppo Economico)
Sarebbe la prima volta che una crisi aziendale così pesante venisse gestita da pochi eletti e per di più scelti dall’azienda. Non lo si può permettere!
Abbiamo rispetto per il ruolo che stanno svolgendo le organizzazioni sindacali ammesse al confronto ma al contempo il nostro senso di responsabilità ci impone di dire a quei lavoratori che non si può rimanere in silenzio di fronte a 81 posti di lavoro che si perdono e di fronte ad un’azienda che agisce nel suo esclusivo interesse temendo i confronti istituzionali e preferendo la via più semplice : imporre la sua volontà.
Quell’accordo è poi contro il lavoro delle donne.
Marchionne ha intrapreso una battaglia contro le donne in fabbrica e PCMA, servilmente, aderisce a quella posizione. Dire, in maniera tra l’altro vaga, che il personale verrà trasferito in altri siti equivale a fare rinunciare tante donne al lavoro poiché quelle donne sono lavoratrici, mogli, madri e non potranno accettare un posto di lavoro troppo lontano dalla sede attuale.
Quell’accordo rinnega gli impegni sottoscritti il 9 aprile 2009 in Prefettura a Matera.
Quell’accordo è figlio dell’incoerenza aziendale che, nonostante non abbia un sito in crisi, lo dichiara tale per chiudere, per risparmiare sul costo del lavoro e per liberarsi di un’unità produttiva per la quale essa stessa aveva improntato una strategia di rilancio.
L’azienda rinnega se stessa e, nell’assumere tale comportamento irresponsabile, precipita la vita di 81 persone, donne e uomini, lavoratori e lavoratrici, per i quali in assemblea si è parlato solo di ammortizzatori sociali e della speranza di un trasferimento che chissà se potrà mai avvenire.
Davanti all’assessore Pittella, CGIL CISL UIL avevano concordato e condiviso un percorso diverso, cioè scongiurare la chiusura dello stabilimento di Pisticci e fare rientrare la crisi di Pcma nella vertenza più complessiva di FIAT e del suo indotto.
Ma di tale impegno nessuna fa menzione, neanche gli RSA presenti all’incontro con Pittella.
Tale impegno doveva essere la pregiudiziale da porre alla trattativa e invece i paletti sono stati posti solo l’azienda.
Il silenzio assordante con cui si sta consentendo di chiudere questa ennesima fabbrica in Val Basento è poi imbarazzante.
Sempre al tavolo con assessore Pittella si era affermato che bisognava combattere l’ennesima spoliazione a danno della Basilicata.
Invece si sta permettendo con facilità che si consumi l’ennesimo dramma di una morte annunciata: cancellare 81 posti di lavoro per creare 81 persone collocate in ammortizzatore sociale. Questo percorso anziché contrastarlo, lo si sta agevolando.
L’accordo parla solo di questo e non di lavoro.
Questa azienda è molto vicina alle parole di Monti: concertare non serve; infatti il non confrontarsi con tutti, il non dialogare, il non contrattare, il non ascoltare determina quanto sta per accadere in Pisticci scalo a danno di 81 uomini e donne, lavoratori e lavoratrici: calpestare la dignità di persone, negare il lavoro, imporre la linea aziendale e creare l’ennesimo dramma del non lavoro in un territorio che non ha alternative e prospettive.
E non si tratta di pura poesia: è la realtà.
Rinunciare a combattere, rassegnarsi ad un’ipotesi di accordo così misera, non avere tavoli istituzionali garantisti della terzietà rispetto all’unico vangelo, quello dell’azienda, equivale a farsi trattare da automi. Non permettetelo.
La FIOM CGIL è con voi.
Dovete reagire e pretendere che tale vertenza sia gestita dall’unità di crisi istituita al MISE (ministero sviluppo economico). Non può decidere l’azienda per il nostro territorio in cui è stata egregiamente accolta ed ospitata, non può prevalere l’atteggiamento sprezzante dell’azienda verso le nostre Istituzioni, verso tutte le parti sociali che devono insieme difendere 81 posti di lavoro.
Reagite!
Subire, rassegnarsi non è positivo per la vostra dignità, per il vostro presente, per il vostro futuro.
81 posti di lavoro vengono negati e gli interessati tacciono.
Non è normale, non è accettabile, non è dignitoso.
Facciamo quadrato e difendiamo insieme 81 posti di lavoro
Fiom Cgil Matera