E’ con grande gioia che leggiamo ovunque entusiastiche previsioni per il settore dell’aerospazio lucano.
Un settore, quello delle tecnologie spaziali, in cui la Basilicata è considerata regione d’eccellenza sia dal punto di vista della ricerca che dell’operatività, un settore a cui vengono giustamente dedicate attenzioni e risorse finanziarie.
Un comparto in espansione, dunque, in una regione vittima di un incessante depauperamento del territorio e del tessuto economico e sociale, causato, tra le altre cose, dalle moltissime aziende che chiudono e licenziano.
Tra queste, purtroppo, dobbiamo annoverare anche un’eccellenza nel campo dell’aerospazio: Space Engineering- Airbus che lo scorso Dicembre ha licenziato per chiusura ,dopo un anno di cassa integrazione in deroga, gli ultimi sei lavoratori ancora in forza nello stabilimento di Tito Scalo.
La Regione, ai cui tavoli si è svolta la trattativa, si è mostrata attenta e solidale rispetto alla questione, ribadendo formalmente l’impegno a tutelare e salvaguardare i posti di lavoro e riconoscendo la necessità e l’importanza di legare le sorti degli ex dipendenti a quelle dello stabilimento di Tito Scalo, da un lato, e ai fondi destinati al comparto dell’aerospazio e al Cluster, dall’altro.
Tuttavia è sempre maggiore la preoccupazione e l’angoscia degli ex lavoratori della Space Engineering- Airbus – in quanto, ad oggi, gli impegni rimangono disattesi e i lavoratori in Naspi non vedono soluzioni incoraggianti per un futuro di lavoro e dignità.
Ci chiediamo e lo chiediamo alle autorità regionali che erano a quei tavoli e che hanno seguito la vicenda, l’ex direttore generale Giandomenico Marchese e l’Assessore Cifarelli, come sia possibile che non si riesca a trovare una soluzione lavorativa per persone (pochissime oltretutto e tutte donne) orfane di un settore per il quale sono stanziati molti milioni di fondi pubblici, volti a favorire sviluppo e occupazione.
E mentre Airbus, contro ogni previsione ed ogni logica ritorna (o resta?) in Basilicata, questa volta a Matera, all’interno della nuova stazione di terra Mugs, operativa dal 2019, mentre il cluster si consolida e rinnova i propri organi, (e ci domandiamo se Space Engineering- Airbus ne faccia ancora parte), agli ex dipendenti del gruppo non vengono fornite risposte.
Chiediamo dunque, ancora una volta, un tavolo in Regione volto a risolvere la questione, come da accordi sottoscritti lo scorso Dicembre.