Domenico De Stradis, USB Basilicata Lavoro Privato ha inviato una lettera alle autorità competenti (PRefettura, Regione Basilicata, Asp e Universo Salute Opera Don Uva annunciano una manifestazione di protesta per scongiurare il possibile licenziamento di 28 unità e altri 50 dipendenti a rischio.
In seguito all’incontro in video conferenza del 18 Maggio previsto dalla procedura di raffreddamento per la proclamazione dello stato di agitazione da parte di questa O.S. dopo la decisione di Universo Salute di ricorrere agli ammortizzatori sociali per 28 dipendenti della sede di Potenza conclusosi con lo stato delle cose rimasto invariato, ma con l’impegno della Regione e dell’ASP di portare a conclusione in 15 giorni la valutazione dei 180 utenti presenti nei reparti CSSR del “Don Uva” di Potenza e di definirne nuove rette ad hoc,non eravamo fiduciosi ma speravamo in un cambio di rotta da parte dell’Asp Potenza.
Il 20 di Maggio è stato comunicata ufficialmente l’esito dei lavori della commissione UVBR che ha confermato la classificazione RD3 per tutti i pazienti in questione, di conseguenza la riduzione dei setting assistenziali nei reparti del CSSR e il possibile licenziamento di 28 unità e altri 50 dipendenti a rischio come preannunciato da Universo Salute in quella sede.
E di oggi invece la notizia che L’ASP ancora una volta colpisce alle spalle l’ENTE e pretende il pagamento di presunte somme elargite e non dovute,costringendo cosi la dirigenza di Universo Salute a comunicare che a breve si procederà alla cassa integrazione per ulteriori dipendenti.
Il problema restano i soldi. Il problema resta risparmiare pochi euro per ognuno di queste persone, tornare indietro di quarant’anni ,tornare ai manicomi, ai matti, togliere a queste persone ormai anziane e sempre più fragili e malate dignità e valore. In questo particolare momento storico dove tutti fanno a gara per aumentare le assunzioni negli ospedali, aumentare i posti letto ed aumentare l’assistenza e la professionalità nei centri per anziani dopo le stragi avute poche settimane fa non ci aspettavamo assolutamente di dover contrastare tagli alla sanità e alla cura degli ospiti del CSSR, a questi anziani ancora più fragili a cui bisognerebbe dare qualcosa in più solo per ripagarli di una vita tanto difficile, a questi anziani che non hanno nessuno o quasi a cui dovremmo pensare come ai nostri genitori o ai nostri nonni. I quindici giorni voluti dal Prefetto sono trascorsi, chiediamo un incontro urgente per delineare la situazione e procedere con lo sciopero.