Geogastock SpA esprime la propria soddisfazione per l’ Intesa Regionale sulla futura “Concessione Cugno le Macine Stoccaggio” che consentirà alla stessa società di procedere con la realizzazione del progetto di Stoccaggio gas, nel giacimento in via di esaurimento, localizzato nei comuni di Ferrandina e Salandra.
La Società accoglie di buon grado le Prescrizioni aggiuntive volute dalla Regione Basilicata che, pienamente ottemperate dalla Geogastock, consentiranno di dimostrare, concretamente, la totale compatibilità ambientale del Progetto di Stoccaggio gas nel territorio della Valbasento.
Geogastock coglie l’occasione per ringraziare le Amministrazioni Comunali e la Provincia di Matera che, previe approfondite ed attente valutazioni, hanno da subito compreso il positivo impatto del Progetto per lo sviluppo del territorio, adoperandosi fattivamente nella prosecuzione del lungo ed articolato iter autorizzativo.
Al contempo Geogastock intende esprimere apprezzamento per l’operato delle associazioni ambientaliste che, facendosi portavoce delle perplessità di parte della popolazione, hanno innescato sul territorio un dibattito che ha consentito alla stessa Società di diffondere la conoscenza del Progetto, riaffermando la totale sicurezza per il territorio e le popolazioni dell’attività di stoccaggio gas che sarà realizzata.
La Società, infine, intende ringraziare le associazioni imprenditoriali e le rappresentanze sindacali che hanno compreso la valenza del progetto e le positive ricadute che lo stesso avrà per il territorio della Valbasento in termini di rilancio delle attività produttive e di compensazioni ambientali.
Geogastock conferma la propria disponibilità nel proseguire sulla strada di ampia informazione intrapresa, rendendosi sin d’ora disponibile ad ulteriori eventi comunicativi che, su istanza delle amministrazioni coinvolte nel Progetto, si rendessero opportuni.
Geogastock SpA
La Regione Basilicata annuncia l’accordo per l’insediamento di Geogastock in Valbasento.
Nuove prescrizioni ambientali e la Regione dice sì a Geogastock.
La Giunta pone nuove condizioni (anche di compensazioni economiche) nel concedere l’intesa al procedimento autorizzativo che è esclusiva competenza statale
La Regione Basilicata ha imposto a Geogastock misure di tutela ambientali e di compensazione economica superiori a quelle previste dalla Valutazione di impatto ambientale rilasciata dal Ministero dell’Ambiente. Le prescrizioni aggiuntive sono contenute nella delibera con cui la Giunta Regionale ha dato “l’intesa” per la realizzazione del progetto, uno strumento finalizzato alla sola valutazione tecnico-industriale del progetto, ma in cui la Basilicata, dopo una negoziazione col progetto proponente l’investimento, è riuscita a inserire prescrizioni ambientali più stringenti accanto a compensazioni economiche che saranno utilizzate per lo sviluppo delle aree interessate dall’insediamento.
In materia energetica, va ricordato, la competenza è interamente di livello nazionale, con le Regioni e le amministrazioni locali che vengono coinvolte solamente per alcuni aspetti “ordinari”, ma senza potere di autorizzare o meno l’intervento, competenza, questa, riservata al Governo. Nel caso specifico, il progetto già da 2 anni aveva iniziato ad ottenere le diverse autorizzazioni ministeriali finalizzate all’ottenimento della Concessione di Stoccaggio del Ministero dello Sviluppo Economico. Il progetto prevede due concessioni, una nei territori di Grottole e Ferrandina (concessione Cugno delle Macine) con impianti in territorio di Salandra, l’altra in agro di Pisticci (Concessione Serra Pizzuta) ma la Regione Basilicata ha espresso l’intesa solamente sulla prima, rinviando l’assenso sull’ altra, nel rispetto delle sollecitazioni e osservazioni presentate dal Comune di Pisticci.
Sul versante ambientale, la Regione ha imposto a Geogastock uno stringente piano di monitoraggio e un programma di informazione alle popolazioni.
Il piano di monitoraggio, previste, in aggiunta alle prescrizioni della “Via” nazionale, che siano realizzati specifici programmi per il controllo delle vibrazioni al suolo, delle eventuali emissioni che possono esserci tanto dal sito di stoccaggio che dagli impianti realizzati, delle condizioni della falda acquifera e della qualità dell’aria, e che tanto avvenga già prima della realizzazione e della messa in esercizio dell’impianto di stoccaggio, in modo da individuare una linea di base ambientale con cui raffrontare i valori che saranno rilevati quando l’impianto sarà realizzato e in esercizio. Le attività di monitoraggio saranno realizzate a spese di Geogastock, ma a cura di Regione, Arpab e Comuni interessati dall’insediamento, con, in particolare, una marcata responsabilità posta in capo proprio alle amministrazioni municipali. Prescrizioni che si sommano a quelle già contenute nel decreto di Via, che impone, tra l’altro, di limitare gli scavi per la realizzazione del metanodotto alla fascia strettamente necessaria, di utilizzare le migliori tecnologie disponibili tanto per la realizzazione che per l’esercizio dell’impianto, di comunicare all’Arpab i luoghi dove saranno smaltiti i vari rifiuti prodotti compresi quelli derivanti dalla perforazione e le terre da scavo non riutilizzate nonché il volume per ciascuna tipologia di rifiuto prodotto, di non superare, nella fase di stoccaggio, i valori di pressione originari dello stabilimento. Prevista anche una “tutela archeologica” con obbligo di preventiva comunicazione degli scavi da fare alla relativa sovrintendenza affinché possa inviare un proprio rappresentante ad assistere ai lavori. Sempre la Regione Basilicata ha anche aggiunto alle prescrizioni già presenti nel decreto di Via l’obbligo di dover ricorrere ad una nuova intesa con Regione Basilicata e Ministero dello Sviluppo economico per eventuali variazioni del progetto di stoccaggio sebbene nelle aree oggetto delle concessioni.
Sempre con riguardo ai territori direttamente interessati all’attività, la Regione ha imposto a Geogastock di dare vita ad una puntuale campagna di informazione che dovrà riguardare tanto il progetto di realizzazione tanto le fasi di esercizio dell’attività, innescando un rapporto di trasparenza totale su tutto quanto verrà fatto nell’area.
Accanto alle misure di tutela e monitoraggio ambientale, l’intesa approvata dalla Giunta Regionale prevede anche compensazioni economiche. Nella fase di avvio del progetto, la società dovrà corrispondere un milione a ciascuno dei comuni interessati (Ferrandina, Grottole e Salandra) e 6 milioni alla Regione, a cui si aggiungeranno altri 250mila euro l’anno (a valore indicizzato) per tutta la durata della concessione. In totale si tratta di 14 milioni di euro, a cui si aggiungeranno altri 5-6 milioni di euro di compensazioni per il mancato utilizzo alternativo del territorio, e i proventi da quote aggiuntive di tassazione ordinaria, ossia Irap, Addizionale Irpef, Imu e oneri di urbanizzazione, a livello locale (per un valore stimato che si aggira sul milione annuo), Iva, Irpef e Ires a livello nazionale. Ma la sola parte di compensazioni alle comunità locali negoziata con la società (14 milioni di euro) rappresenta il massimo vantaggio mai ottenuto da un ente italiano per opere analoghe. L’incidenza della compensazione sull’investimento è pari al 3,5%, ben 4 volte la compensazione ambientale (di questo tipo) più alta in Italia accordata a Cornegliano nel 2010 (5 Milioni di euro su un totale di investimento pari a 600Milioni, ossia lo 0,83%). Tanto le compensazioni destinate ai Comuni che quelle per la Regione saranno utilizzate a totale vantaggio dei territori interessati dall’insediamento. La Giunta Regionale ha, infatti deciso di destinare le somme di propria competenza alla costituzione di un fondo di garanzia a vantaggio delle imprese dell’area della Val Basento destinato a favorire efficientamento energetico, autoproduzione in loco da fonti rinnovabili, cogenerazione, utilizzo di motori ad alta efficienza. In tal modo saranno realizzati interventi che consentiranno la riduzione del costo energetico per le imprese che si localizzano nell’area, innescando un meccanismo di forte attrattività per nuovi insediamenti produttivi.
Infatti, uno dei principali ostacoli alla diffusione a favore delle imprese industriali di impianti per la realizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili è proprio la difficoltà di accesso al credito. Tale difficoltà incide anche sulla possibilità di ridurre i costi energetici da parte delle imprese con interventi di efficientamento energetico e infrastrutturale e autoproduzione energetica. Il fondo di garanzia rotativo a vantaggio delle imprese dell’area della Val Basento consentirà appunto il superamento di questa criticità.
Scheda – Il progetto di stoccaggio a Grottole-Ferrandina
Sui 68 pozzi esistenti ne saranno utilizzati solo 14. Circa 700 milioni di metri cubi di capacità di stoccaggio a fini commerciali
Il progetto di Geogastock si articola su due concessioni, il Campo di Grottole Ferrandina e il Campo di Pisticci, ma l’intesa data dalla Regione è definitiva solo per il primo, mentre per il secondo prevede ulteriori valutazioni. Si tratta in entrambi i casi di siti naturali dai quali si era provveduto all’estrazione del gas.
In particolare, il Campo di Grottole-Ferrandina risale al 1958 ed entrò in produzione nel 1962. in totale sono stati perforati 68 pozzi ma quelli che saranno utilizzati per la produzione e lo stoccaggio sono in totale 14.
Per il campo di Grottole-Ferrandina, infatti, il livello considerato idoneo per lo stoccaggio di gas è un livello costituito da depositi di età pleistocenica, da considerare una trappola di tipo stratigrafico strutturale, con una tavola d’acqua individuata a – 656 metri sul livello del mare. Lo stesso livello fu utilizzato come stoccaggio da parte di ENI nel periodo 1977-1985, in seguito, per ragioni di strategia aziendale, il giacimento fu nuovamente destinato alla produzione primaria di gas.
La riconversione in campo di stoccaggio del Campo a gas Grottole–Ferrandina prevede interventi sui 14 pozzi individuati con realizzazione di nuovi completamenti e sostituzione delle tubazioni di produzione con altre di maggior diametro, la costruzione della Centrale di Compressione e Trattamento di Salandra Scalo, la sostituzione delle tubazioni esistenti (metanodotti) tra i pozzi del campo Grottole-Ferrandina e la Centrale (utilizzando i medesimi tracciati) e la posa del metanodotto di collegamento tra la Centrale e la rete nazionale alta pressione di SNAM Rete Gas.
Il deposito avrà una capacità di accumulo complessiva di un miliardo e 200 milioni di metri cubi di gas, ma solo 700 milioni di metri cubi rappresentano la capacità di utilizzo a fini commerciali, poiché i restanti 500 milioni servono a tenere il deposito in pressione per il funzionamento. Giornalmente, inoltre ci sarà una portata massima di 5 milioni e 856mila metri cubi
I COMMENTI POLITICI DOPO LA DECISIONE DI AVVIARE IL PROGETTO GEOGASTOCK IN VALBASENTO
Geogastock, consigliere regionale Luca Braia (PD): “Con lo stoccaggio di gas naturale inizia una nuova fase di sviluppo in Val Basento”.
La polemica messa in campo sulla vicenda Geogastock, preannunciata da mesi, la trovo tanto inopportuna quanto strumentale, persino irrispettosa del proficuo lavoro svolto dal presidente De Filippo e priva di contenuti di merito ma funzionale esclusivamente a quella logica che vuole costruire un contrasto a tutti i costi, senza neanche risultare in grado di offrire, alla valutazione dei comuni cittadini, argomenti sufficienti e di confronto con simili operazioni effettuati in giro per l’Italia e non solo.In un momento di crisi straordinaria come quello che stiamo vivendo, lavoratori, imprese, associazioni di categoria , rappresentanti sindacali, tutti chiedono continuamente ed a gran voce, in ogni modo ed in ogni luogo, che i rappresentanti istituzionali facciano fino in fondo il proprio dovere assumendosi le necessarie responsabilità e cercando di coniugare tempismo ed efficacia nelle scelte da compiere.E’ giunto quindi anche in Basilicata il tempo delle decisioni, del coraggio delle scelte, di mostrare che si può diventare attrattivi non solo regalando sostegni economici a pioggia, ma mettendo a valore le risorse che un territorio come la Basilicata ha e che devono diventare volano di sviluppo economico e sociale senza mortificare e deturpare un territorio il cui ambiente non va considerato immodificabile, ma neanche stravolto e piegato a logiche miopi e oltremodo proiettate esclusivamente al profitto. Solo qualche settimana fa anche il luminare Jeremy Rifkin ha indicato la strada che la Basilicata prima e meglio degli altri può e deve percorrere per arrivare preparati alla sfida della terza rivoluzione industriale: la ”green economy”; un percorso che, con logiche rinnovate e strategie definite, utilizza al meglio le indispensabili ed ingenti risorse economiche rinvenibili dalle attività dirette ed indirette legate all’estrazione petrolifera e del gas per effettuare investimenti che traguardino ad uno sviluppo ecosostenibile , possibile ma complesso ed a lungo termine.La Regione Basilicata, da una parte , anche in questi ultimi due anni ha messo in campo quasi 200 MEuro di risorse economiche proprie per sostenere , finalmente anche in maniera automatica ed innovativa, gli investimenti delle PMI, dall’altra con lungimiranza, sta provando a rendere convenienti per la nostra regione anche l’utilizzo di preesistenze infrastrutturali come i pozzi, oggi esausti , utilizzati decenni fa per l’estrazione del gas, che hanno suscitato l’interesse di investitori di livello mondiale che resteranno su questa terra almeno per i prossimi 20 anni , generando posti di lavoro e risorse economiche di gran lunga maggiori a quelli prodotti da investimenti dello stesso tipo fatti in altre regioni ed altre nazioni.Nulla di scandaloso quindi se qualcuno per investire in questo territorio concede qualcosa alla Basilicata piuttosto che solo prendere . Faremmo piuttosto molto bene se ricordassimo e diffidassimo delle numerose imprese a cui abbiamo regalato centinaia di milioni di euro solo qualche decennio fa, tutti poi fuggiti con il bottino “lucano” agli albori delle prime difficoltà.Dovremmo, piuttosto che criticare in maniera sterile ed animare inutilmente fantasmi inesistenti, provare a costruire una relazione forte e continua con i nuovi potenti della terra (i Russi), che in un modo o nell’altro scelgono per convenienze ineludibili la nostra regione per i loro ingenti investimenti, al fine di dimostrare anche a loro che questo territorio può diventare “competitivo” per altri interventi utili a generare un indotto tecnologicamente avanzato e specializzato o in altri settori che meglio esaltano quelle vocazioni economiche della nostra regione legate all’ambiente, al turismo e all’agricoltura.Per il bene della Basilicata, oggigiorno, le “leve economiche” non vanno utilizzate per accattonare qualche voto, ma azionate per generare opportunità e sviluppo , senza seguire facili scorciatoie ma analizzando le convenienze regionali, come hanno fatto gli uffici preposti per oltre due anni (un tempo comunque lunghissimo per investitori di questo tipo che si muovono in mercati mondiali ed in settori sensibili come quello dell’energia) con un ritardo che ha spinto gli stessi sul limite del rifiuto, un rifiuto che sarebbe “costato” alla Basilicata un mancato investimento di 400 milioni di euro provenienti da un paese straniero, un centinaio di posti di lavoro per 1 o 2 anni e 19 posti di lavoro diretti a regime.Quello che dobbiamo invece chiedere al nostro Presidente è di capitalizzare l’azione svolta sino ad ora mettendo in campo strumenti di controllo e monitoraggio di quanto convenuto negli accordi per la tutela ambientale, quindi garantire massima trasparenza e totale coinvolgimento delle imprese del territorio lucano nello svolgimento delle opere e dei servizi di manutenzione ed assistenza degli impianti, formando per tempo le professionalità locali da utilizzare poi nelle attività da eseguire.Fondamentale sarà anche assicurare un particolare coinvolgimento, nell’utilizzo delle risorse economiche regionali rivenienti dall’investimento, anche di quei comuni che insistono nell’area dei pozzi come Grottole, Miglionico e Grassano.Infine, dovremmo discutere approfonditamente per definire le modalità di attuazione di quegli investimenti utili a bonificare la Val Basento e farla ripartire dal punto di vista industriale, utilizzando il “costituendo fondo”, da alimentare ulteriormente con fondi rivenienti anche dall’estrazione petrolifera, provando a coinvolgere anche gli stessi investitori – Geogastock, Total ed ENI – per la redazione di un piano di sviluppo concreto ed efficace di un’area che ha tutte le potenzialità per tornare ad essere il motore trainante dell’economia lucana.
Consigliere regionale Luca Braia (PD)
Geogastock, nota del coordinamento comunale di Ferrandina del PDL
E’ lodevole il comportamento della Giunta Regionale di Basilicata che, finalmente, ha dato il proprio assenso alla definizione del progetto di stoccaggio del gas in Valbasento proposto dalla Geogastock.Si tratta di un progetto che potrebbe innescare nuovi processi di rilancio produttivo in grado di offrire, per la sua esecuzione, la concreta possibilità di occupare per due o tre anni non meno di duecento lavoratori e, a regime, di assicurare una trentina di posti di lavoro a tempo indeterminato, oltre alle possibili ricadute in termini di risparmio energetico per i cittadini e di opportunità di reperimento di risorse per progetti comunali di pubblica utilità. Il PDL di Ferrandina ha sempre creduto e ha continuamente sostenuto le iniziative delle amministrazioni locali tese ad accelerare gli iter autorizzativi necessari.Riteniamo, a questo punto, che la rete di imprese locali debba essere coinvolta direttamente nella esecuzione dei lavori necessari alla realizzazione del progetto e i lavoratori dell’area trovare concreta occupazione.
Coordinamento comunale di Ferrandina del PDL
Geogastock, nota del sindaco di Grottole Francesco De Giacomo
Il sindaco di Grottole Francesco De Giacomo, “dopo aver appreso dagli organi di stampa che la Giunta Regionale ha chiuso l’accordo con la Geogastock esprime il suo rammarico e il rammarico dell’intera giunta comunale per il fatto che la Regione non ha ascoltato ne informato i comuni limitrofi all’area interessata”.“Si vuole ricordare – spiega il comunicato diffuso dal primo cittadino di Grottole – che piu’ volte il Sindaco De Giacomo ha sollecitato insieme anche ad altri Sindaci dell’area il Presidente e l’intera Giunta Regionale a convocarlo per la questione Geogastock per essere informato in merito ai veri rischi per i cittadini ed il territorio. Si vuole puntualizzare come questa questione non poteva e non puo’ essere portata avanti interloquendo esclusivamente con il comuni di Salandra, Ferrandina e Pisticci. Vorrei ricordare che il comune di Grottole dista dal pozzo Salandra in linea d’area solo 1000 metri e in caso di pericolo la nostra comunità sarebbe la prima a essere interessata.Per questi motivi il Sindaco De Giacomo spera che il Presidente De Filippo e la sua Giunta lo convochi urgentemente per informare sui veri rischi per i cittadini ed il territorio e quali benefici eventuali potrebbero interessare la comunità”.
Geogastock, Segretario Provinciale di Confimprese Matera Giuseppe Trupo: “Geogastock rapprsenta un’opportunità per il rilancio produttivo della Valbasento”
Al di là dei commenti negativi dettati da preconcetti , pregiudizi ideologici e strategie contrattuali politiche, l’intesa che la Regione Basilicata ha definito con la Geogastok per lo stoccaggio del gas in Valbasento, rappresenta, a nostro avviso, una prima vera e propria opportunità di rilancio dell’area sia per la funzione strategica che potrà essere svolta nella modulazione dell’utilizzo del gas nel sistema italiano , sia per le opportunità di rilancio produttivo del sito industriale e sia per le concrete possibilità che le imprese locali e i lavoratori dei comuni interessati avranno per determinare attività lavorative e occupazionali non più fumose come quelle determinate negli ultimi tempi. Il protagonismo delle realtà municipali e della Regione Basilicata definite con l’intesa porteranno sicuramente benefici alle realtà produttive locali e ai cittadini in termini di dinamismo economico e di benefici diretti in quanto a compensazioni economiche e ambientali.Il coinvolgimento delle imprese locali e i benefici alle popolazioni ,in fase di realizzazione del progetto di stoccaggio del gas, dovranno essere, quindi, opportunamente assicurati.
Il Segretario Provinciale di Confimprese Matera Giuseppe Trupo
Geogastock: Egidio Digilio (Fli), la Valbasento consegnata ai russi
“La Giunta regionale ha deciso, a cuor leggero, di consegnare la Valbasento ai russi e in particolare al discusso Viktor Vekselberg, proprietario della TNK, una delle maggiori compagnie petrolifere russe, sottovalutando che il Parlamento Europeo ha approvato una direttiva che vieta la vendita di infrastrutture energetiche (gasdotti, linee di distribuzione di energia elettrica, ecc.) a strutture non europee”. E’ il commento del coordinatore regionale di Fli, sen. Egidio Digilio, ribadendo “la netta contrarietà al Programma Geogastock per motivazioni legate all’impatto sul territorio (e non solo all’ambiente) e agli interessi internazionali riferiti allo stoccaggio del gas che continua a rappresentare una partita fondamentale nello scacchiere internazionale del gas tenuto conto del massiccio ricorso agli stoccaggi di gas in Italia in seguito alla crisi fra Ucraina e Russia che ha comportato, tra il 2007 e il 2008, in diverse fasi, il blocco dell’import verso l’Italia”.
“In attesa di conoscere il dettaglio del cosiddetto stringente piano di monitoraggio, come del programma di informazione alle popolazioni – aggiunge Digilio – registriamo che il disco verde è stato dato in cambio di un milione a ciascuno dei comuni interessati (Ferrandina, Grottole e Salandra) e 6 milioni alla Regione, a cui si aggiungeranno altri 250mila euro l’anno e, davvero misera cosa, soli 15 posti di lavoro. Per noi lo sviluppo di un comprensorio e il futuro di comunità locali non sono monetizzabili, tanto più che ci auguriamo che tra i rischi di impatto sia stato preso seriamente in considerazione quello sismico.
Per queste ragioni – afferma il coordinatore di Fli – alla ripresa dei lavori in Senato chiederò al Ministro per lo Sviluppo Economico Passera di riferire in aula su tutti gli aspetti del Progetto, oltre che sull’iter previsto in Valbasento e di fare altrettanto al Ministro Clini per quanto riguarda l’impatto ambientale, con la possibilità di argomentare la mia posizione e di verificare se il parere espresso dalla Regione trova conferme nelle valutazioni del Governo. Ciò anche per stanare il Presidente della Regione dall’alibi che ogni competenza e funzione spettano allo Stato e pertanto, dopo aver disertato le Conferenze di Servizio al Mse, ha dovuto esprimere comunque un parere favorevole, come se gli fosse stato estorto. E vanno chiariti in proposito i dubbi sulle pressioni esercitate dalla potente società russa non solo sui sindaci ai quali sono stati promessi soldi per le casse comunali e posti di lavoro”.
“Ai partiti del Terzo Polo – conclude – chiedo una verifica dei contenuti del Progetto Geogastock rispetto alla strategia di modello di eco-sviluppo tanto caro a Casini e Rutelli”.
Geogastock, Vito De Filippo: Utilizziamo assenso per imporre condizioni
“Consapevoli dell’importanza del progetto per il Paese, ma pretendiamo garanzie e vantaggi competitivi per il nostro territorio”. Mancusi: “Siamo andati oltre le previsioni dello Stato”
“Abbiamo utilizzato lo strumento dell’assenso – ha commentato il presidente della Regione Vito De Filippo – per intervenire nella sostanza di decisioni che la legge italiana riserva allo Stato e posso dire che il risultato è stato convincente. La Basilicata è consapevole dell’importanza, nell’interesse generale del Paese e della stessa Regione, dell’incremento delle capacità di stoccaggio di gas naturale, destinata a migliorare il grado di sicurezza ed affidabilità di utilizzo del gas per le esigenze civili ed industriali della collettività ma, così come in altri casi, chiede che a fronte del suo ruolo di servizio al Paese possa ottenere garanzie assolute e vantaggi di competitività per il proprio territorio. Lo stoccaggio è una tecnica ampiamente provata in tutto il mondo: ripristino un serbatoio naturale ormai esausto con la stessa molecola che ho spillato per anni. Ma noi abbiamo preteso ulteriori misure di tutela ambientale, anche a costo di metterne in campo di ridondanti. E sul versante della crescita, mettiamo in campo un meccanismo per l’abbattimento dei costi di energia alle imprese della Val Basento che unanimemente per gli analisti rappresenta uno dei fattori di maggiore attrattività delle imprese. In questo modo – ha concluso De Filippo – garantiamo energia all’Italia e sicurezza e sviluppo al nostro territorio”.
“La Regione – ha aggiunto l’assessore all’Ambiente Agatino Mancusi – è voluta andare oltre le previsioni dello Stato in materia di garanzie ambientali. L’intesa che eravamo chiamati ad esprimere – ha spiegato – in verità non aveva questo tipo di finalità, ma la lunga fase di dialogo condotta con la società ha prodotto il risultato di condividere misure ulteriori rispetto a quelle imposte dallo Stato. Del resto tutelare l’ambiente non vuol dire bloccare ogni iniziativa, ma individuare le modalità che rendano le attività dell’uomo compatibili con l’ambiente
Geogastock, Nicola Benedetto (IDV): “Valbasento terra tradita!”
E’ un grido di dolore quello che si legge nelle parole del Consigliere regionale IDV, Nicola Benedetto, contro l’ennesima “pagina nera” scritta, oggi, dalla Giunta regionale sulla pelle dei lucani.“E’ stato fittato a 6.250 euro mensili il sottosuolo della Val Basento. Questa è la cifra che incasseranno i Comuni di Salandra, Ferrandina e Grottole (Pisticci per ora è nel limbo) per aver, con l’avvallo della Giunta Regionale, concesso il sottosuolo, ovvero gli ex-depositi di Metano alla Geogastock. L’accordo prevede che, per 40 anni, i singoli Comuni prenderanno 1 milione di euro.” Questo il commento al provvedimento adottato dalla Giunta Regionale del consigliere Benedetto e aggiunge: “E’ una terra tradita, svalorizzata e offesa da chi invece dovrebbe proteggerla, valorizzarla e tutelarla.” Nel ricordare di aver presentato il 16 novembre scorso una mozione per chiedere al Consiglio di “impegnare il Presidente della Giunta a sospendere ogni attività di concertazione con la società di gestione del Programma Geogastock sino ad ottenere informazioni e documentazioni in merito ai veri rischi per i cittadini e il territorio, alla giusta compensazione economica rispetto all’effettivo valore del territorio e, non ultimo, a conoscere i tempi per i quali affideremmo l’area richiesta, in modo da ricevere pieno mandato dal Consiglio Regionale, solo a conclusione di una valutazione complessiva di tutti gli aspetti”, il presidente del Gruppo IdV sottolinea che “in attesa di capire quali siano le informazioni dettagliate e le garanzie offerte, anche sul piano del metodo, la Giunta, non ha tenuto conto della volontà politica di non esautorare il Consiglio dalla delicatissima decisione assunta con troppa superficialità. Eppure – aggiunge Benedetto – l’atteggiamento del Presidente De Filippo che ha disertato gli incontri al Ministero per lo Sviluppo Economico è stato ben altro lasciando supporre che non si sarebbe piegato alle lobby rappresentate dalla società russa e dai pesanti interessi geo-politici in campo energetico”. Così, purtroppo, non è stato. Oggi, Defilippo, dovrà giustificare al popolo lucano, alle future generazione, ai nostri figli perché “ha svenduto” letteralmente il territorio in un gioco al ribasso che ci deruba di ogni possibilità di rivincita. Di fronte a tal comportamento è giustificato persino il misero 7% delle royality del petrolio. Ma se allora si poteva parlare di inesperienza, oggi no, oggi c’è un atteggiamento di autentica incapacità a gestire operazioni di contrattazione che ci vedono uscir fuori con un risultato a dir poco mortificante.Con un colpo di spugna – dice ancora il capogruppo di IdV – è stato cancellato il vivace dibattito che si è svolto in Consiglio regionale: salute, sicurezza, “green economy” restano parole vuote e senza senso. Ai nostri figli dobbiamo restituire un territorio sano, un ambiente pulito e vivibile, dobbiamo a loro rendere conto di ogni soldo speso o incassato. Oggi abbiamo irrimediabilmente segnato il loro futuro. Oggi li abbiamo condannati alla miseria e all’inquinamento”.
Geogastock: precisazioni degli uffici in merito ai dubbi sul progetto
Concessione e non vendita; durata ventennale e non di 40 anni; contropartite più alte; garanzie ambientali assolute. Approfondimenti fatti tutti. Maggiore occupazione attesa
In merito a notizie circolate a seguito dell’intesa Regione-Geogastock, gli uffici regionali precisano quanto segue:
La concessione non ha durata di 40 anni, ma di 20;le compensazioni in cifra pattuite non ammontano a 3 milioni ma a 14 a cui aggiungere l’indennizzo per il mancato uso alternativo del territorio pari all’1 per cento del valore della capacità di stoccaggio, ossia circa 300mila euro l’annotasse, addizionali e imposte locali produrranno circa un milione di euro annui per gli enti localiconseguentemente, a voler fare un calcolo mensile, le compensazioni incidono per circa 166mila euro/mese;l’occupazione prodotta non è per 15 addetti ma per 19 diretti e un centinaio di indiretti come facilmente prevedibile per un piano di investimenti da 400 milioni di euro che porterà anche ricadute per le imprese del territorio;si tratta di concessione e non di vendita di alcunché ad alcuno;l’accordo non rappresenta un ribasso rispetto alle precedenti esperienze, ma un rialzo del 400% rispetto alla più alta remunerazione per progetti analoghi mai data ad impianti dello stesso tipo in Italia;la mozione tesa a fermare ogni attività di concertazione sul progetto è stata presentata dal proponente al Consiglio ma non discussa e approvata;le informazione e le documentazioni in merito all’inesistenza di rischi sono state chieste, ottenute e valutate prima di concedere l’intesa;alle conferenze di servizio la Basilicata non ha partecipato comunicando al Ministero che erano appunto in corso supplementi di istruttoria sul progetto che hanno prodotto le prescrizioni aggiuntive sull’intesa;a dette conferenze di servizio non doveva partecipare il presidente De Filippo (che quindi non le ha disertate) ma solamente tecnici;il Ministero dell’Ambiente aveva adottato il decreto di pronuncia di compatibilità ambientale già il 9 febbraio del 2009 e la Regione Basilicata ha bloccato il progetto fino ad ora proprio per ulteriori approfondimenti;per una delle due parti del progetto (quella di Pisticci) non è stata data l’intesa;la decisione con cui la giunta regionale ha dato la propria intesa è avvenuta non unicamente in ragione delle contropartite economiche ma innanzitutto in considerazione delle garanzie di tutela del territorio e poi, come già detto e riportato in delibera in considerazione del fatto che “le infrastrutture di stoccaggio di gas naturale svolgono una funzione indispensabile per la modulazione dell’offerta di gas nel sistema italiano”, recependo in questo le motivazioni che portano il tema energetico ad essere materia di competenza statale e mirando ad aumentare la competitività del Paese e del territorio lucano;la competitività del territorio lucano potrà aumentare anche grazie alla maggiore attrattività del territorio verso le imprese che sarà determinata dalla riduzione del costo dell’energia, con ulteriori benefici occupazionali attesi.Tanto al fine di offrire ulteriori chiarimenti nell’ottica di massima trasparenza voluta dalla giunta, ed evitare che possano ingenerarsi dubbi o paure ingiustificate in relazione al progetto.
Nell’occasione si precisa che erroneamente nel primo comunicato parlando delle contropartite ai comuni si era fatto riferimento ai comuni di “Ferrandina, Grottole e Salandra”, mentre in realtà le attività di stoccaggio e le relative contropartite economiche, riguardano i comuni di Pisticci, Ferrandina e Salandra.
Replica del consigliere regionale Nicola Benedetto alle precisazioni della Regione Basilicata: “De Filippo metta fine alla confusione”
“E’ tale la confusione che circonda l’intesa Regione-Geogastock che è necessaria una informativa completa ed esauriente del Presidente De Filippo e dell’Assessore Mancusi, per la sua competenza, direttamente in Consiglio Regionale, perché la trasparenza non è un termine generico e tanto meno una promessa di essere più buoni nell’anno nuovo”. A sostenerlo è il presidente del Gruppo IdV Nicola Benedetto sottolineando che “le precisazioni diffuse da non meglio precisati uffici regionali non precisano proprio nulla, anzi non distinguono nemmeno i Comuni interessati dal progetto tenuto conto che in un primo momento si è parlato di Ferrandina, Grottole e Salandra e successivamente di Pisticci, Ferrandina e Salandra, salvo a precisare che per una delle due parti del progetto (quella di Pisticci) non è stata data l’intesa. Il Presidente non si nasconda dietro gli uffici ma si assuma fino in fondo ogni responsabilità, almeno per questa volta – continua Benedetto – ci fornisca tutta la documentazione necessaria per conoscere in dettaglio i termini dell’intesa, perché non ci fidiamo più nemmeno dei calcoli dei ragionieri del suo staff che non conoscendo la Valbasento al punto da confondere Pisticci con Grottole non so come abbiano potuto fare i calcoli, pur in possesso (mi auguro) di calcolatrice scientifica. Per quanto mi riguarda giocare sui termini “concessione” e non vendita – dice il capogruppo di IdV – serve a poco, come serve a poco riferire che la “concessione” ha durata di 20 anni e non 40 anni, non certo per volontà regionale ma lo prevede il decreto legislativo 164/00 (dopo che fa Geogastock, “smonta” gli impianti?) perché la sostanza non cambia in quanto nel cosiddetto piano di prescrizioni ambientali non riusciamo a leggere alcun riferimento alla questione centrale che ho posto: quale modello di sviluppo si immagina per la Valbasento e di conseguenza per la Basilicata. A me pare che la scelta sia chiara: far diventare il territorio regionale quella che in gergo tecnico viene definito una piattaforma di risorse energetiche (gli esperti di comunicazione del Presidente preferiscono chiamarla “trappola”) con il petrolio in Val d’Agri e nel Sauro, in provincia di Potenza e il gas in Valbasento, in provincia di Matera. Se è questo il disegno di trasformare la Regione in società energetica lo si dica senza ricorrere ad una nuova campagna di informazione di regime”. “Infine chiedo al Presidente del Consiglio Folino – conclude Benedetto – di esercitare fino in fondo le sue prerogative di garante dei diritti dei consiglieri perché come precisano gli uffici regionali, che dunque ne sono a conoscenza, la mia mozione su Geogastock con la richiesta di coinvolgere il Consiglio, è da tempo protocollata all’Ufficio di Presidenza del Consiglio ma non è stata ancora portata in aula come quella relativa alla centrale Sogenia in Valbasento. Ma sono convinto che questa volta Folino favorirà la mia sollecitazione per un’immediata discussione dell’intesa Regione-Geogastock in Consiglio senza attendere la fine delle vacanze”.
Nicola Benedetto, consigliere regionale IDV