Nella mattinata dell’ultimo giorno dell’anno il Vice Ministro dell’Economia e Finanze, Laura Castelli, ha incontrato presso la sede di Confapi Matera una folta delegazione di imprenditori appartenenti a diversi settori produttivi e di servizi.
Nell’occasione, il presidente dell’Associazione, Massimo De Salvo, ha consegnato al rappresentante del Governo un documento contenente una selezione delle principali emergenze che la Piccola e Media Impresa vive nel Paese e in Basilicata.
Il documento, di cui si riportano di seguito ampi stralci, è incentrato sulla carenza di infrastrutture della mobilità, per quanto riguarda l’aspetto locale, e sulla necessità di una politica industriale per la Piccola e Media Impresa, per quel che concerne l’aspetto nazionale.
“È noto che la Basilicata e, soprattutto, la provincia di Matera, terra ricca di risorse naturali, custode di un inestimabile patrimonio storico, architettonico e culturale, fucina di giovani talenti che esporta in tutto il mondo, pregna di centri di eccellenza di livello mondiale, laboratorio di imprese innovative, sconta tuttavia una carenza atavica di infrastrutture, materiali e immateriali, che le conferiscono una connotazione negativa soprattutto per quanto riguarda le infrastrutture della mobilità, cioè i collegamenti.
Matera, capitale europea della cultura per il 2019, già da diversi mesi protagonista di un vero e proprio exploit del settore turistico, è la prova lampante del disagio che i turisti e i cittadini materani stanno vivendo per la difficoltà dei collegamenti.
Il Governo nazionale dovrebbe, dunque, farsi carico di colmare questa notevole lacuna e dotare l’intero territorio di strade, ferrovie, aeroporto, così come accade in tutti i Paesi civili. La Strada Statale n. 7 Matera-Ferrandina, la S.S. n. 655 Bradanica, il collegamento Murgia-Pollino con all’interno la strada Matera-Gioia del Colle, la ferrovia dello Stato, sono gli esempi più eclatanti della nostra limitatezza.
Lo scempio ambientale e del territorio che le estrazioni petrolifere producono in Basilicata, soddisfacendo gran parte del fabbisogno nazionale di idrocarburi, dovrebbe quanto meno essere compensato da una politica statale meno miope nei nostri confronti.
Passando dal livello locale a quello nazionale, si evidenzia una scarsa attenzione degli ultimi Governi nazionali, compreso quello attualmente in carica, nei confronti della Piccola e Media Impresa, che proprio il M5S aveva elevato al rango di priorità in campagna elettorale.
Confapi rappresenta oltre 83mila aziende, circa 900mila lavoratori ed è presente a tutti i tavoli ministeriali. Dal nostro punto di vista si avverte fortemente il bisogno di una politica industriale che tenga conto dell’aspetto dimensionale delle imprese, cioè una politica a sostegno delle piccole e medie imprese. Oggi si parla genericamente di taglio delle tasse, di riduzione della spesa pubblica e del debito pubblico, di abbattimento del cuneo fiscale; ma l’imposizione fiscale, ad esempio, andrebbe parametrata, come già accade in Spagna, in Olanda o negli Usa, alla grandezza dell’azienda, cioè al numero dei suoi dipendenti e al suo profitto. Per questo Confapi propone la progressività dell’Ires, a seconda delle dimensioni aziendali, così come l’adeguamento dell’Ace (l’agevolazione fiscale per gli investimenti straordinari nella propria impresa) con rendimento progressivo in base alle dimensioni dell’azienda. Altre proposte concrete sono l’introduzione del credito d’imposta per le aggregazioni aziendali e la rottura del tabù dei 15 dipendenti: bisogna portare quel limite da 15 a 30, in modo da eliminare le ganasce che comprimono la libertà di esercizio di un piccolo imprenditore e da incoraggiare di conseguenza le assunzioni. Altri aspetti sono il rilancio della domanda interna, ad esempio detassando gli aumenti contrattuali; la modifica del Ttip, per evitare che vengano penalizzati i nostri prodotti e favoriti quelli americani, anche per diverse norme sulla sicurezza alimentare; incentivare i pagamenti alle Pmi sia da parte dello Stato che da parte delle grandi aziende, che continuano a trattare le piccole imprese come banche da cui attingere e a cui restituire i debiti con tempi lunghissimi. E invece questo Governo demolisce Industria 4.0, l‘iperammortamento e il superammortamento per gli investimenti. In generale noi diciamo sì a qualsiasi forza politica o di governo che si interesserà in pratica delle Pmi, con proposte concrete.
Abbiamo bisogno di fiducia, non serve una politica antindustriale. La politica ha il dovere di ascoltare e dopo il diritto di fare le proprie scelte. La manovra economica è stata affrontata come un tema sociale, ma il lavoro è l’unica cosa che dà dignità e il lavoro lo danno le imprese. Il presidente di Confapi, Maurizio Casasco dice: “diamo la canna da pesca, non il pesce”. Non serve, infatti, dare ai giovani il reddito di cittadinanza di 780 euro, meglio agevolare la formazione dei giovani e le assunzioni da parte delle imprese, cioè agevolare il lavoro.
Occorre snellire la burocrazia e semplificare il Codice dei Contratti; non dimezzare il credito d’imposta sulla ricerca e sviluppo, perché il nostro Paese ha bisogno di brevetti, l’innovazione arriva dai prodotti e nuovi prodotti portano a nuovo lavoro. Anche l’Italia potrebbe essere una Silicon Valley, ma come può se non ha quell’humus di infrastrutture, cultura, ricerca, investimenti? Il superammortamento per gli investimenti tolto alle imprese sottrae 2 miliardi agli investimenti produttivi, soldi che lo Stato destina al reddito di cittadinanza, e intanto le imprese non investono e non assumono.
In conclusione, dopo che il precedente Governo ha di fatto oscurato i corpi intermedi, cioè le associazioni imprenditoriali e le organizzazioni sindacali, è opportuno che il Governo in carica ridia alle associazioni datoriali quel ruolo centrale nei tavoli di concertazione che nel passato ha portato buoni risultati. Ma soprattutto occorre che sia data dignità alla Piccola e Media Industria e alla sua rappresentanza, cominciando dalle riforme in atto, come per esempio quella di Inps e Inail dove le associazioni delle Pmi dovrebbero ritrovare centralità”.
Dic 31
La Castelli ci ha capito poco ma ha preso appunti poi va a dopo-scuola da Padoan o anche da Tria, per non far parlare le male lingue!