Sono una trentina tra delegati ed invitati i rappresentanti della Cia-Agricoltori della Basilicata presenti a Roma alla VII Assemblea nazionale della confederazione che porterà a ridisegnare governo e mission dell’organizzazione. Lo slogan scelto per l’Assemblea è “Agricoltura. Innovare per un futuro sostenibile”. La delegazione – composta da agricoltori, giovani imprenditori ed imprenditrici, pensionati, tecnici – presenterà ai lavori il modello di “sindacato del territorio” che è stato varato con le recenti assemblee provinciali di Potenza e di Matera con l’obiettivo di adeguare la Cia a misurarsi e governare le nuove sfide che riguardano il comparto agricolo e rurale in Basilicata.
Lo snodo delle future sfide dell’agricoltura e del nostro territorio di Basilicata totalmente a vocazione rurale, risiede nella capacità di coniugare, produttività (produrre alimenti sufficienti e di qualità), competitività (fornire il giusto reddito agli Agricoltori), sostenibilità (tutelare il capitale naturale e le sue risorse), questo nuovo paradigma deve basarsi su due rilevanti capisaldi, le innovazioni (digitali, ricerca, organizzativa, sociale ecc.), il legame con i territori, fattori che consentono nuovi equilibri e rinnovata centralità dell’impresa agricola nelle filiere.
La nuova governance della Cia-Agricoltori di Basilicata, testimone dei valori e della storia della Confederazione, radicata nel territorio coniuga un e che celebra il 40ennale di vita associativa, si basa sulle due strutture provinciali, si articola su 6 Poli di servizi 4 a Potenza e 2 a Materia e 18 strutture zonali (12 in provincia di Potenza e 6 in quella di Matera) e oltre 40 uffici comunali, oltre ad un coordinamento regionale che ha funzioni di raccordo dell’azione sindacale e di progetto rurale, con tutte le sue articolazioni di sistema, dalle Associazioni di persone Donne, Giovani e Pensionati, i Gie (Gruppi di interesse economico per comparto di prodotto) e gli Istituti e le società di servizi, guarda e intende governare il cambiamento e attuare i processi di consolidamento dell’azienda agricola nelle campagne lucane.
Più risorse per l’innovazione, favorire l’aggregazione di filiera e di mercato, spingere sulla semplificazione, rivedere la fiscalità agricola e difendere il budget della Pac. Queste le richieste alla politica lanciate dal presidente di Cia-Agricoltori Italiani Dino Scanavino, durante la VII Assemblea elettiva. Davanti a una platea di 800 persone tra ospiti e delegati, alla presenza dei ministri Maurizio Martina e Giuliano Poletti e con le elezioni del 4 marzo alle porte, Scanavino ha illustrato proposte e bisogni dell’agricoltura, un settore driver della crescita con oltre 30 miliardi di valore aggiunto e un’incidenza del 9% sull’export Made in Italy, ma che deve diventare più efficiente e competitivo per rispondere a sfide globali come i cambiamenti climatici, la globalizzazione dei mercati, la scarsità di risorse naturali e la crescita della domanda alimentare mondiale.
INNOVAZIONE – “Bisogna garantire la sostenibilità sia ambientale che economica delle imprese agricole -ha detto Scanavino-. E’ necessario innovare per un futuro sostenibile, come recita lo slogan dell’Assemblea. Un titolo nato dalla convinzione che il futuro si giochi proprio intorno al tema dell’innovazione e delle sue diverse applicazioni”. Per Cia, infatti, il prossimo governo dovrà garantire più finanziamenti prima di tutto sull’innovazione tecnica, che per il settore primario significa digitalizzazione, automazione e ICT-Information and Communications Technology; risparmio idrico e riciclo di risorse per ridurre le emissioni; ricerca sulle biotecnologie e sulla nuova frontiera della cisgenetica. Urgenti, poi, misure legate all’innovazione organizzativa, favorendo l’aggregazione delle filiere agroalimentari per ottimizzare i processi e razionalizzare i costi; sostenendo percorsi di stabilità contrattuale tra la parte agricola e quella industriale; introducendo strumenti per agevolare accordi tra agricoltura, artigianato, commercio, logistica ed enti locali creando “network dei valori” connessi al territorio. Serve anche supportare gli imprenditori in tema di innovazione sociale, sia promuovendo i percorsi di agricoltura sociale inclusiva e welfare in campagna, sia facilitando il rapporto agricoltore-consumatore tramite lo sviluppo di nuovi canali di vendita diretta, mercati di prossimità ed e-commerce dedicato.
SEMPLIFICAZIONE – Altro tema fondamentale la semplificazione a 360° su cui Scanavino ha sollecitato nuovamente le istituzioni in Assemblea. “All’agricoltura -ha spiegato il presidente Cia- occorre in primis una modernizzazione amministrativa, con l’attuazione di un Codice Unico dell’Agricoltura per costruire effettivi percorsi di de-legiferazione e semplificazione burocratica”. Non solo, il settore necessita di una semplificazione del sistema dei pagamenti “con una radicale e urgente riforma dell’intero sistema Agea” e del sistema assicurativo “con modelli di gestione più innovativa, polizze libere e flessibili che partano dal singolo rischio fino al rischio aziendale, adeguate ai bisogni delle diverse aziende e delle realtà territoriali”. Infine bisogna ripensare al lavoro agricolo, tra i più esposti alle irregolarità, “con uno snellimento delle pratiche di assunzione e strumenti meno ingessati, più adeguati alla stagionalità e alle caratteristiche del comparto”.
FISCO – La Cia ha quindi chiesto ai politici di impegnarsi per avviare un processo di revisione della fiscalità agricola “al fine di creare un sistema virtuoso -ha aggiunto Scanavino- in grado di premiare, assicurando agevolazioni tributarie, le imprese che creano realmente valore”.
UE – Scanavino non dimentica l’Europa, perché “gran parte delle decisioni si prendono in ambito comunitario, per cui “è necessario che chi governa l’agricoltura italiana trascorra più tempo a Bruxelles che a Roma”. E su questo fronte, due sono i capitoli aperti: i negoziati di libero scambio e la Pac post 2020. “La Cia è favorevole agli accordi commerciali per aumentare l’accesso ai mercati con la riduzione delle barriere doganali. E’ chiaro, però, che le trattative bilaterali -ha detto il presidente Cia- devono sempre garantire il principio di reciprocità, la tutela dei prodotti sensibili e la clausola di salvaguardia”. Quanto alla nuova Pac, “il primo grande obiettivo è quello di mantenere il budget complessivo dedicato al settore agricolo, nonostante i timori per la Brexit -ha concluso Scanavino-. Bisogna, poi, riformare il sistema dei pagamenti diretti accrescendo il sostegno all’innovazione, al mercato, all’organizzazione di filiera; migliorare le politiche di gestione del rischio e di stabilizzazione del reddito e rendere i Piani di sviluppo rurale più flessibili. Un’elasticità che serve anche su greening e inverdimento”.