“Un progetto all’avanguardia, una pietra miliare su cui costruire il futuro della vitivinicoltura in Basilicata. Per ora la ricerca ha interessato l’Aglianico del Vulture e il Primitivo i vitigni più importanti per la Basilicata e il Sud Italia, per essere in futuro estesa all’intero comparto lucano”.
Lo ha detto l’assessore regionale alle Politiche agricole, Alessandro Galella, concludendo la presentazione sui risultati del progetto Inviniveritas, (Innovare la viti-vinicoltura lucana: verso la rigenerazione varietale, la selezione dei vitigni locali e le proprietà ossidanti dei vini), uno dei 24 finanziati dalla Misura 16 del Psr 2014-2020, che sostiene le buone pratiche nel campo dell’innovazione e della cooperazione in agricoltura e che consegue anche obiettivi di trasferimento delle innovazioni in agricoltura. Inviniveritas nasce dalla collaborazione dei tre Consorzi Vitivinicoli – Consorzio di Tutela Aglianico del Vulture, Consorzio Qui Vulture e Consorzio Matera Dop – in partenariato con l’Università della Basilicata, l’Alsia-Agrobios e il Cnr. Inviniveritas punta alla selezione di cloni tolleranti/resistenti alle principali fitopatie della vite attraverso l’impiego di strategie innovative di miglioramento genetico, applicate sui due principali vitigni della Basilicata che mira alla salvaguardia dell’ambiente e del consumatore per la salubrità del prodotto attraverso le tecnologie di evoluzione assistita, mediante la classificazione di sette nuove varietà autoctone ed altrettante varietà resistenti a Oidio e Peronospora, la cui disponibilità è di particolare interesse per le aziende viti-vinicole della Basilicata.
“La crisi del comparto generata dalla perenospera con i danni incalcolabili procurati ai nostri vigneti – ha sottolineato Galella – ci impone di impiegare strategie innovative di difesa dall’agente patogeno riducendo i trattamenti fitosanitari come ci richiede la stessa Unione europea. Gli esiti raggiunti ci permettono di difendere i vitigni ed esaltare nello stesso tempo la biodiversità e le caratteristiche uniche dei nostri vini. E’ certamente un progetto da continuare, che ha fatto registrare risultati importanti in soli tre anni e che cercheremo di rifinanziare con la nuova programmazione per ampliare la rete sul territorio dei gruppi operativi e coinvolgere nel trasferimento delle conoscenze sempre più aziende per far si che le innovazioni siano sempre più alla portata di tutti”.
Per quanto riguarda la vinificazione, da cui dipende l’ottenimento di un prodotto di qualità, nel progetto Inviniveritas sono incluse attività indirizzate alla selezione di ceppi di lieviti in grado di migliorare il carattere ed il valore del vino ottenuto.
Il progetto ha grandi ambizioni future e potrebbe evolversi in futuro sul potenziamento della divulgazione e della disseminazione dei risultati a tutti i portatori di interesse del comparto vitivinicolo lucano.
“Tutto ciò contribuirà positivamente – ha concluso Galella – alla sostenibilità economica e ambientale della viticoltura lucana con ricadute anche in ambito sociale legate ad un potenziale incremento dei livelli occupazionali nel comparto agricolo”.
Dopo i saluti istituzionali di Emilia Piemontese (Direzione generale Politiche agricole della Regione Basilicata, Raffaele Beccasio (Ufficio Produzioni animali e Vegetali), Vittorio Restaino (autorità di gestione del Psr 2014.-2020 e di Aniello Crescenzi (direttore generale dell’Alsia) ha introdotto i lavori Gerardo Trabocchetti (presidente del Consorzio Qui Vulture). Sono intervenuti in seguito, Caterina d’Ambrosio (Alsia-Metapontum Agrobios), Vitale Nuzzo e Angela Capece (Unibas),e Donato Maio, Leonardo Amato e Francesco Di Trani (Cnr-Imaa, Lucana Sistemi srl).