L’export agroalimentare italiano va a gonfie vele nonostante il Covid. Lo riferisce il report sui Distretti Agroalimentari di Intesa Sanpaolo. In Romania – che è tra i 30 maggiori Paesi di destinazione dell’alimentare “made in Italy” – nel primo semestre 2020 il fatturato di export ha superato 81,3 milioni di euro con un incremento del 12,1% rispetto al primo semestre dell’anno precedente. Il contributo più importante alla crescita dell’export dei distretti agro-alimentari nel semestre viene da parte della filiera della pasta e dolci. Risultati lusinghieri in particolare per i comparti pasta dell’Alimentare napoletano (+30% nel semestre, 61 milioni in più), dell’Alimentare di Avellino (+52%; 31 milioni di progresso) e dell’Olio e pasta del barese (+22%, quasi 15 milioni in più).
«La ripartenza delle attività post Covid-19 – commenta Giovanni Baldantoni (Associazione Lucani nei Balcani e presidente Palazzo Italia Bucarest) – rappresenta una vera e propria sfida da cogliere per intervenire e rilanciare un settore che, come l’Agrifood, è molto frammentato ma allo stesso tempo offre forti potenzialità di crescita e di sviluppo all’estero. La crisi dettata dall’emergenza Coronavirus deve diventare infatti occasione per ripensare il modello distributivo delle filiere agroalimentari specie delle regioni del Sud e per impostare un nuovo sistema di export, e in particolare per i comparti del ‘food’ e del ‘wine’ che sono l’asse portante dell'”industria” turistica e dell’export made in Basilicata e made in Sud. E’ questa una strada indispensabile da imboccare soprattutto per le piccole imprese alimentari, i piccoli produttori agricoli che da noi sono la stragrande maggioranza e, se non guardano all’estero, rischiano di non reggere questa nuova fase di mercato”.
Per Baldantoni “dobbiamo farci trovare pronti alla ripartenza, progettando sin d’ora nuove sinergie tra le catene della grande distribuzione, le grandi piattaforme distributive dei mercati all’ingrosso, le realtà dei mercati dei produttori e le nuove catene distributive al dettaglio, per rilanciare, in Italia e all’estero, immagine, qualità e vendita del ‘made in Italy'”. In sintesi: sostenere l’evoluzione del nostro modello produttivo e distributivo e creare piattaforme, strutture di servizio e impianti di trasformazione e stoccaggio oggi indispensabili per la tenuta delle filiere e la loro competitività nei mercati nazionali e internazionali. La piattaforma di vendite web “Marketing Italianfood” che abbiamo realizzato a Palazzo Italia Bucarest – evidenzia – è a disposizione delle nostre imprese e dei nostri produttori tenendo conto che il consumatore europeo ha bisogno più che mai di ottenere garanzie circa la sicurezza alimentare: l’origine, la tracciabilità e le certificazioni saranno pertanto elementi da evidenziare sempre più nella comunicazione. La rivoluzione digitale, già in atto, ha subito un’ulteriore accelerazione trovando in alcuni casi le aziende impreparate. E’ auspicabile dunque attivarsi e riorganizzarsi ponendola al servizio della fase di vendita e trasformandola in un’opportunità addizionale per raggiungere i consumatori comunicando in maniera più efficiente”.