Per il decollo delle ZES al Sud non è più un problema di soldi ma di governance, con i commissari da nominare al più presto, di programmazione e di progetti. E’ quanto sostiene Alfredo Cestari (presidente Camera ItalAfrica e Gruppo omonimo) che attraverso proprie società specializzate in Italia e all’estero, da tempo sta lavorando nel campo “Protocolli energetici” per ridurre il costo dell’energia per le imprese operanti nelle Zes e più in generale per l’ incremento della competitività delle imprese, sia in maniera diretta, attraverso la consulenza e l’assistenza tecnica per il sostegno finanziario agli investimenti, sia in maniera indiretta, attraverso azioni volte al potenziamento delle infrastrutture materiali ed immateriali. Un’attività – battezzata “International Green Zes” – che si svolge in forma sinergica per offrire pari opportunità alle imprese che investiranno e quindi si localizzeranno in ciascuna delle tre Zes del Sud con i rispettivi porti di riferimento: Zes Calabria (Gioia Tauro), Zes Campania (Napoli), Zes Jonica Puglia-Basilicata (Taranto).
Purtroppo – aggiunge – non c’è ancora piena consapevolezza su ruoli, funzioni, compiti delle Zes. Dal gruppo di esperti che lavora in ItalAfrica e Gruppo Cestari alcuni dati: l’export globale stimato nelle Zes già operanti nel mondo è di 200 miliardi di dollari; 130 Paesi hanno individuato aree Zes per circa 4000 Zes complessive di cui 91 in Europa; i cinesi hanno investito 5 miliardi di dollari per realizzare una decina di Zes in diversi Paesi Africani. Sono cifre – commenta il presidente IItalAfrica – che da sole dovrebbe produrre uno scatto di reni e far superare ritardi, inadeguatezze, sottovalutazioni e inadempienze. Noi di ItalAfrica partiamo dalle esperienze positive e consolidate negli anni delle Zes realizzate in ambito Ue ed extra Ue per indicare come rafforzare il ruolo strategico di queste aree a cominciare dalla ‘governance’. Ed è quello che il Ministro Carfagna intende fare – aggiunge Cestari – dando attuazione al Piano nazionale di ripresa e resilienza puntando su maggiori poteri ai commissari. Si punta ad una reale semplificazione amministrativa, con un’autorizzazione unica rilasciata dai Commissari Zes ai quali la riforma assegnerà più poteri: saranno l’unico interlocutore degli investitori, presiederanno la Conferenza unica dei servizi e avranno una struttura di supporto propria.
L’altro nodo da sciogliere è l’infrastrutturazione. Anche su questo va dato atto di una svolta del Governo che ha messo a disposizione 600 milioni di euro destinati per l’infrastrutturazione delle Zes per assicurare, per queste aree, opere di urbanizzazione primaria e di connessione alla rete stradale e ferroviaria infrastrutture fondamentali.
“Il nostro team di lavoro con esperti – riferisce l’ing. Cestari – parte dall’analisi e dalla lettura dell’attuale situazione che riguarda la produzione di energia e quindi dagli attuali punti di debolezza che sono ampiamente diffusi in queste aree meridionali. Stiamo pensando ad incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili, con sistemi fotovoltaici ed eolici. Altri servizi fondamentali riguardano la gestione dell’acqua e lo smaltimento dei rifiuti prodotti. Intorno a questi fattori si creano le condizioni di attrattività specie per investitori esteri oltre che di competitività”.