Pierluigi Diso, Coordinatore Associazione Zes Lucana, in una nota partecipa al dibattito che si è aperto anche in Basilicata per realizzare la Zes Cultura con l’obiettivo di valorizzare la città dei Sassi. Di seguito la nota integrale.
L’Associazione Zes Lucana non può esimersi dal partecipare dal confronto ormai acceso a Matera e Potenza sulla richiesta di una c.d. Zes Cultura indicata come “Smart zone della cultura e della conoscenza” per la città dei Sassi. Dopo averne discusso il 30 settembre 2017 a Matera con il sindaco De Ruggieri e il presidente e il segretario generale della Femoza, Juan Torrents e Maurizio D’Amico. Su suggerimento anche di De Ruggieri, l’Associazione Zes Lucana aveva ripreso l’elaborazione del progetto di smart city in termini di innovazione e cultura. Al sindaco fu consegnata una nota il 14 ottobre 2017 per l’istituendo laboratorio di ricerca del patrimonio e delle industrie cultuali da realizzarsi nell’area Paip di Matera. L’Associazione ha anche redatto il progetto “La Zes culturale di Matera”; la bozza di tale idea fu consegnata anche all’allora europarlamentare Sabine Verheyen, presidente della delegazione della Commissione cultura e istruzione del Parlamento Europeo, al termine di incontri istituzionali a Matera, ritenendo anch’ella l’esperienza unica che la città dei Sassi ha saputo realizzare. L’Associazione era pronta anche all’appuntamento del 13-15 novembre 2017 e presentare a Montecarlo, ove era stata invitata, la bozza del progetto smart city – laboratorio di ricerca del patrimonio e delle industrie cultuali in occasione dell’incontro mondiale Worls Free & Economic Zones Summit organizzato dalla FEMOZA insieme all’UNIDO Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale. Ma il Comune di Matera pur partecipando a tanti incontri in quel periodo, restò sordo a tale invito. Ecco che adesso è doveroso ricordare quanto segnalato dapprima al Presidente Bardi, già all’inizio della sua legislatura regionale, e poi alla consigliere regionale Gerardina Sileo, alla quale furono assegnate da presidente le deleghe alle attività di promozione culturale e cooperazione internazionale. La bozza del progetto è stata recentemente inviata nuovamente al presidente Bardi e alla presidente della Lucana Film Commissione e si spera questa volte di ricevere una risposta. La cultura, nelle sue molteplici forme di espressioni, contribuisce alla valorizzazione di potenziali sia collettivi sia individuali e favorisce la piena realizzazione della personalità; rappresenta, il più efficace vettore dello sviluppo. L’Associazione ha stimolato più volte un’interlocuzione con il territorio, ritenendo di non essere la provincia della provincia, ricordando l’impegno che il Presidente Bardi prese già nella sua prima campagna elettorale, quando visitò l’Associazione Zes Lucana di Matera, che gli aveva prospettato il suo studio di una “Zes culturale”, che fu poi consegnato alla Regione Basilicata ed anche al suo consigliere professor Leonardo Cuoco. Fu ivitata la Regione Basilicata a seguire almeno quell’orizzonte triennale già programmato dal dottor Giampiero Perri per il Comune di Potenza, in grado di orientare gli operatori culturali e l’amministrazione pubblica su direttrici strategiche dotate di copertura finanziaria. La cultura può essere il catalizzatore dello sviluppo regionale, legata al concetto stesso di coesione economica e sociale, cioè i valori su cui si basa la ZES. Nella sua complessità, la cultura esprime l’identità e il potenziale endogeno di una regione o di una località. Le attività culturali sono una caratteristica importante delle città europee e la Regione veniva invitata a non disperdere il target Matera 2019 seguendo gli indici di Culture 2030 Indicators, il documento UNESCO che mette insieme gli indicatori atti a supportare le Amministrazioni e chi fa progettazione a fare scelte consapevoli per i progetti culturali da sviluppare. Gli obiettivi dell’Agenda 2030 sono irraggiungibili se non con il contributo delle città, primo luogo di verifica e innovazione della cultura, nonché primo banco di prova per attività di partecipazione e di inclusione sociale. Per meglio promuovere, valorizzare e gestire sia il patrimonio artistico sia le attività culturali, è necessario che la cultura, uscendo dal ghetto della solitudine e da atteggiamenti elitari, si rapporti anche con la gente comune e il territorio. Attraverso la cultura si possono registrare sinergie operative, proposte e progettualità di sviluppo territoriale ed un qualificato turismo culturale. Anche la cultura ha la capacità di favorire e dinamizzare lo sviluppo, ragion per cui l’Associazione Zes Lucana da settembre 2017 ha studiato un’ipotesi di Zes Culturale da realizzare a Matera, salvo che si applichino i provvedimenti legislativi di fiscalizzazione agevolata e potenziamento logistico che, in forza di una ormai storica predilezione da parte dei più importanti produttori e registi nazionali e internazionali per il suo territorio e i suoi ambienti, dovrebbe specializzare il suo territorio nell’implementazione stabile di un’economia basata sul film industry, per generare sviluppo industriale, creando una struttura permanente che assista le produzioni nei rapporti con le amministrazioni locali, richieda incentivi fiscali e contributivi previsti dalla norma vigente a favore delle industrie del settore, come l’accesso al tax credit ed ai contributi selettivi, fondamentali per il finanziamento di opere cinematografiche e audiovisive. Detti benefici possono essere estesi anche alle industrie straniere a patto che realizzino sul territorio italiano un certo numero di giorni di riprese audiovideo. Per guardare al futuro occorre che l’economia già basata sul turismo e sulla cultura abbia finalmente uno sbocco industriale, sia pure collegato alla vocazione tipica del suo territorio. Una Zes culturale cinematografica, più volte richiesta dall’Associazione, avrà ripercussioni occupazionali sul territorio, come già testato in alcuni punti del mondo. Attualmente le produzioni che si rivolgono alle Film Commission lasciano solo una parte di ricchezza sul territorio, mentre una Zes cinematografica creerebbe occupazione con l’impiego della forza lavoro locale nei set cinematografici incrementando i redditi delle famiglie coinvolte e sarebbe un acceleratore di ricchezza meritevole di attenzione. Nella zona artigianale di Matera (Paip) è sorto e sta deperendo perché inutilizzato il Centro di formazione regionale, forse il più grande d’Europa, di proprietà della Regione Basilicata, insieme ad un altro grande contenitore ormai in disuso da parte della Soprintendenza delle Belle Arti. La location è quella giusta per dare voce ad artiste e artisti per realizzare progetti unici a Matera e per il territorio regionale, che riflettano le loro visioni e la nostra società, posto che anche il tanto pubblicizzato dalla vecchia amministrazione comunale Centro sperimentale di cinematografia (Csc) di Roma non ha mai iniziato la sua attività a Matera. Nel Centro di formazione regionale dovrà reinsediarsi la Mediateca provinciale di Matera che metterà a disposizione degli utenti un cospicuo patrimonio audiovisivo e librario che a tutt’oggi rappresenta un modello di riferimento nel circuito internazionale delle mediateche ed è riconosciuta e specializzata nell’organizzazione professionale di eventi, congressi, mostre, convegni, seminari, workshop e videoconferenze ed ha già avuto il plauso del Ministero per i beni e le attività culturali (MiBAC).