Pierluigi Diso, Coordinatore Associazione ZES Taranto-Basilicata, in una nota fa il punto sullo stato dell’arte nell’area che presto diventerà la zona economica speciale di Matera. Di seguito la nota integrale.
L’invito all’inaugurazione dei sistemi di sicurezza nella zona industriale Jesce di Matera, ricevuto dal Consorzio per lo sviluppo industriale della Provincia di Matera che qualcuno vuole accorpare a Potenza per uno strano disegno di inclusione regionale, mi ha dato l’opportunità di verificare sul campo lo stato dell’arte in quell’area, che sarà presto la zona economica speciale di Matera. Lì i mezzi movimento terra sbancano e scavano per adeguare la carreggiata al passaggio di mezzi pesanti, che devono compiere una breve deviazione per raggiungere il sito produttivo interregionale. E’ questo un altro dato positivo per il futuro della zona e per la viabilità interregionale in quell’area cerniera tra Puglia e Basilicata e a due passi anche dalla Zes adriatica. Da lì deve assolutamente partire un binario per Taranto che velocizzi i trasporti merci (ma anche di persone verso Matera visto che a Taranto fanno già scalo alcune navi da crociera) e liberi le nostre strade dai trasporti pesanti su gomma. L’aver visto lì presenti ieri gli enti e associazioni di categoria che spingono per lo sviluppo dell’area industriale di Jesce, dev’essere da monito per il Comune di Matera e di quelli del comprensorio murgiano: non solo Matera è in questo senso città cerniera con la Puglia ma lo è quell’importante sito produttivo. E’ opportuno che le due regioni facciano fino in fondo la loro parte con l’ammodernamento dei servizi alle imprese. Matera ha oggi più che mai bisogno delle sue realtà imprenditoriali e deve sviluppare nuove politiche industriali per i suoi insediamenti produttivi con una nuova cultura d’impresa che le permetterà diessere non solo la già capitale della cultura, ma di sviluppare presto una cultura del capitale. Proviamo a chiederci, cosa può fare Matera con la Basilicata? Quali sono i rapporti esistenti e come può svilupparli in futuro con la sua provincia? Si può partire dalla fascia bradanica e collegarsi sino al Salento? La speranza bisogna costruirla e Matera richiede progetti e non sogni, secondo il ruolo che oggi ha in Europa, anche perché il declino è dietro l’angolo ed è strutturale e non congiunturale, ecco che vanno sfruttate le risorse endogene. Matera chiede un cambiamento che avviene attraverso una totale discontinuità e se la nostalgia e le delusioni si rincorrono, fortunatamente c’è sempre la speranza spinta da quel coraggio che deve provocare una scelta condivisa dell’intera comunità che sappia arrestare il declino e innesti quel cambiamento che dobbiamo inseguire ad ogni costo. Partiamo allora dalle nostre risorse, dalle nostre aree industriali e spingiamo affinchè presto di realizzi una ZES che sia volano di rilancio per la nostra economia industriale, dando valore alle nostre risorse per spenderle meglio per il futuro del Mezzogiorno. Servono interventi finalizzati agli investimenti che attende il nostro territorio e che siano affidati ad una nuova classe dirigente che sia davvero in grado di immaginare e progettare uno sviluppo per Matera collegandola alla sua provincia e alla vicina Puglia. Partiamo quindi dall’innovazione, dalla ricerca, dal merito, dal valore, dalla responsabilità, dalla competenza, dalla creatività per trovare presto una nuova classe dirigente che studi e valuti ciò che pretende di essere un territorio e riesca a governare i processi attraverso i quali collettivamente si risolvono i problemi ed i decisori sappiano prima ascoltare, capire e poi operare per il buon governo.