“Bene sta proseguendo il Commissario di Governo della Zes (Zona economica speciale) Ionica Interregionale Puglia-Basilicata, Floriana Gallucci, la quale senza perdere altro tempo ha attivato oggi a Taranto il ‘Tavolo sociale permanente’, strumento di dialogo e di confronto strutturato sui processi attuativi del Piano di Sviluppo Strategico della Zes ed è sede di iniziative condivise e congiunte per favorire e accelerare il perseguimento dell’obiettivo di sviluppo alla base della costituzione della Zona economica speciale”.
E’ quanto dichiarano il Segretario Provinciale di Matera Pino Giordano unitamente al dirigente sindacale Ugl tarantino, Alessandro Dipino prendendo parte nella sede Zes di Palazzo D’Aquino a Taranto al Tavolo sociale, dove oltre al Commissario straordinario della Zes Ionica Puglia e Basilicata, che lo presiede, erano presenti i rappresentanti delle Regioni Puglia e Basilicata, gli assessori Alessandro Delli Noci e Alessandro Galella, l’Autorità del Sistema Portuale del Mar Ionio e i rappresentanti regionali e territoriali delle organizzazioni datoriali e sindacali di Puglia e Basilicata.
“Per l’Ugl – affermano Giordano e Dipino – dobbiamo andare oltre a quanto ha finora subito il sistema socio economico della Basilicata e Puglia, naturali cerniere tra le due ZES (Puglia e Basilicata) attraversate da una fase molto difficile in conseguenza sia della crisi economica generale ormai diventata anche sociale. E’ il momento di agire, anticipare i tempi, attrarre nuovi player dove le priorità e gli investimenti pubblico-privati da fare con la nuova programmazione dei fondi comunitari e di coesione trovano sintesi sicuramente nella nuova perimetrazione delle aree ZES, con la richiesta di un’attenzione maggiore per le aree industriali e perché no, verso quei territori che magari oggi si sentirebbero penalizzati o esclusi. L’obiettivo dell’insieme costituito tavolo sociale – proseguono Giordano e Dipino -, per l’Ugl è promuovere le condizioni economiche, finanziarie e amministrative che consentano lo sviluppo delle imprese già operanti e l’insediamento di nuove imprese nei territori di riferimento specificatamente declinato nel Piano. Occorre ripartire dalle politiche giovanili, dal degrado urbano e dallo spopolamento delle aree interne, ma elementi di ottimismo ci sono basta guardare alla vitalità imprenditoriale, la nuova società civile e la sua posizione strategica nel bacino dello Ionio e del Mediterraneo. E’ giunto il momento di mettere a frutto tutte le potenzialità e farle diventare trainanti, ossia far sì che siano massa critica per far ripartire il Mezzogiorno. Non possiamo che apprezzare quanto detto dal Commissario Zes Gallucci riferendo che le ZES devono attrarre i grandi player internazionali con investimenti di logistica e strutturali nei vari porti e retroporti meridionali, necessari come snodi dei nuovi flussi commerciali in giro per il Mediterraneo. Dobbiamo pur affermare – ribadiscono i sindacalisti Ugl – che la vecchia politica in passato non ha mai pensato a un sistema di logistica in grado di ridurre i costi di gestione, razionando i flussi e migliorando l’efficienza dell’intero processo di gestione e di spedizione del prodotto finito. Certo, grazie anche all’attività dell’Ugl e di diverse associazioni tanto già si è sviluppato e fatto, non è il momento di perdersi d’animo perché la ZES è nata e deve camminare. Per questo, giusto è fondamentale il pieno coinvolgimento delle rappresentanze delle parti economiche sociali e territoriali. Da sempre il sistema delle imprese affronta un ostacolo non indifferente allo sviluppo, e si chiama burocrazia. Ebbene noi Ugl contiamo sulla piena operatività della zona economica speciale anche per invertire questo paradigma paralizzante: il futuro va nella direzione dello snellimento delle procedure. La sfida del cambiamento e le nuove traiettorie di sviluppo sostenibile devono essere queste – concludono i Segretari Ugl, Dipino e Giordano– che devono essere tradotte in premesse e condizioni per le imprese che possano produrre, creare occupazione e portare tutti fuori da una crisi permanente. Questo è quanto sostiene l’Ugl, alla luce di un contesto caratterizzato da sfide complesse, anche connesse alla doppia transizione ecologica e digitale, ma anche da notevoli opportunità, legate soprattutto al PNRR e alla nuova programmazione comunitaria”.