Zes Ionica, Cgil Basilicata: “La Basilicata al palo, in assenza di una qualsiasi minima programmazione sia sul fronte dei progetti già messi in campo sia delle novità legislative derivanti dalla Zes unica per il Mezzogiorno”. Di seguito la nota integrale.
La nuova Zes che si estende a tutto il Mezzogiorno come da riforma voluta da Fitto consiste nella defiscalizzazione della durata di 10 anni per le aziende che decidono di investire in queste regioni. La riforma se da una parte sembra essere una grande opportunità per tutto il sud Italia, dall’altra, rispetto alla precedente perimetrazione che in Italia identificava in tutto otto Zone Economiche Speciali, tra cui le aree interne potenzialmente attrattive dal punto di vista economico e produttivo della Basilicata, come la Valbasento in provincia di Matera con la zona retroportuale legata al porto di Taranto, ma che per uscire dall’isolamento avrebbero necessitato di sviluppare un piano infrastrutturale articolato – rischiano adesso, ampliata l’area di riferimento, di produrre una maggiore concentrazione sul potenziamento delle aree già maggiormente sviluppate e meglio collegate, relegando le aree interne al mantenimento dell’isolamento in cui vertono. La nuova riforma sulla Zes prevede inoltre l’istituzione di una cabina di regia centralizzata a Roma, scelta che suscita non poche perplessità in quanto ciò significa che le decisioni e il coordinamento saranno assunti da un organismo distante dai territori interessati, non solo dal punto di vista fisico, ma anche in termini di conoscenza profonda dei territori e loro dinamiche.
Nonostante sia intervenuta tale nuova riperimetrazione della Zes che diventa unica per tutto il Mezzogiorno, al fine di non perdere il lavoro finora svolto, su decisione assunta dal partenariato all’uopo costituito, si è deciso di proseguire il progetto cominciato negli anni precedenti sulla Zes ionica interregionale Puglia e Basilicata, che prevede lo sviluppo infrastrutturale del porto di Taranto e dell’area aeroportuale di Grottaglie, includendo per la Basilicata le aree produttive che gravitano intorno ai poli di sviluppo: Ferrandina, Pisticci, La Martella e Iesce per la provincia di Matera; Melfi, Tito e Galdo di Lauria per la provincia di Potenza. Tale progetto sta prendendo forma prevalentemente per la parte afferente il porto di Taranto, mentre al tavolo permanente che si riunisce periodicamente la Cgil continua a presenziare e a prendere atto del fatto che le istituzioni pugliesi sono sempre presenti mentre sono puntualmente assenti quelle lucane. Il risultato è che la Puglia progetta, progredisce e la Basilicata dorme in un sonno profondo.
Per questi motivi riteniamo che l’istituzione della Zes unica per il Mezzogiorno necessiti di un confronto urgente con la Regione Basilicata per capire quali azioni mettere in campo affinché quelle che si presentavano come opportunità, nei precedenti progetti e quelli futuri regionali non vengano meno. La nuova legislazione che riperimetra la Zona Economica Speciale, allargata a tutto il Mezzogiorno, rischia di lasciare la Basilicata, se non assume presto un approccio proattivo, indietro rispetto ad altre regioni più appetibili da un punto di vista del tessuto industriale per fattori infrastrutturali e di vantaggio economico.
Senza una governance decisa, la Basilicata rischia di perdere le opportunità derivanti dalla Zes Ionica Interregionale Puglia e Basilicata. Adesso che la Zes è unica e comprende tutto il Meridione, riteniamo che la progettazione e la programmazione per lo sviluppo del territorio, affinché divenga attrattivo, debba avvenire a livello regionale. Per tale motivo CGIL, CISL e UIL si apprestano a chiedere formalmente la costituzione di un tavolo permanente cui devono prendere parte, oltre alle istituzioni, tutte le parti sociali. Solo così potremo competere con le altre Regioni che tempestivamente si stanno organizzando per cogliere questa grande opportunità.
In assenza di progettazione, programmazione efficace e di strategie la Zes non produrrà alcun impatto positivo nello sviluppo di tutto il territorio regionale e ci troveremo di fronte all’ennesima occasione persa.