“L’accelerazione degli investimenti nella ZES Ionica (Puglia-Basilicata) è una delle opportunità da non sprecare per sostenere le attività esistenti e per puntare in concreto sull’utilizzo di lotti e strutture dismessi nelle stesse aree industriali della ZES, tra le quali la ValBasento”. Lo afferma Bruno Di Cuia, componente segreteria regionale confederale della Uil, facendo il punto delle problematiche esistenti. In riferimento al solo territorio lucano, fino all’inizio di maggio 2023 allo sportello unico della ZES Ionica sono pervenute 14 pratiche di investimento da parte di imprese e risultavano autorizzati o in corso di autorizzazione interventi per 17 milioni di euro. “Il rapporto di Banca d’Italia, in proposito – aggiunge – è particolarmente utile per approfondire i punti di debolezza, quelli di forza e quelli potenziali su cui intervenire. Dall’analisi emerge che sono poco più di 200 le imprese lucane attive (escluse quelle individuali) situate nel perimetro della ZES, corrispondenti all’1,3 per cento del complesso delle imprese attive in Basilicata. Le imprese in area ZES sono localizzate principalmente nella provincia di Potenza (67 per cento), in linea con la distribuzione provinciale delle altre imprese della regione. La maggior parte delle imprese situate nella ZES appartiene al settore dei servizi. Tuttavia la quota di aziende dell’industria in senso stretto è superiore in queste aree (30 per cento) rispetto al resto del territorio regionale (15 per cento). Inoltre, in media le imprese lucane situate nella ZES sono più mature e più grandi: hanno in media ricavi netti pari a 4,1 milioni di euro (1,4 per le altre imprese) e un’occupazione media di 18 dipendenti (8 quelle fuori dalle ZES). Bankitalia registra che se si considerano le imprese sempre presenti nel campione nel periodo 2014-194 , emerge che negli anni più recenti le imprese nella ZES hanno mostrato, nel confronto con quelle localizzate fuori dalla zona, una crescita del valore aggiunto e dell’occupazione più sostenuta; la produttività è cresciuta lievemente e in maniera analoga per entrambi i gruppi di imprese. La produttività delle imprese in ZES risulta in media superiore alle altre imprese regionali: il valore aggiunto per occupato nel 2019 era pari a circa 51.000 euro, l’11,6 per cento in più rispetto alle altre imprese. La maggiore produttività risente della diversa composizione settoriale e dimensionale tra i due gruppi confrontati: tale differenza si riduce di un quarto, infatti, se si tiene conto della maggiore dimensione media delle imprese nella ZES e della loro specializzazione produttiva
La UIL – continua Di Cuia – ritiene la ZES uno strumento straordinario quale soggetto attuatore del PNRR, per le nuove iniziative del territorio, gli investimenti e, anche per gli eventuali correttivi legislativi che via via potrebbero essere necessari allo sviluppo della ZES stessa.
Dopo l’istituzione dello sportello unico digitale per la ZES a Matera e lo snellimento della burocrazia che spaventa, ingessa e fa fuggire l’investitore, d’ora in avanti diventa dunque fondamentale sedersi tutti intorno ad un tavolo per discutere di progetti, investimenti, sviluppo, opportunità nel nostro territorio. Inoltre, dando attuazione al Protocollo del Tavolo Sociale, per la UIL è fondamentale costruire in ambito ZES, anche la rete di protezione necessaria alle centinaia di lavoratori coinvolti nelle crisi d’azienda che insistono nel nostro territorio.